lunedì 22 giugno 2015

Cardinal Burke: “La cultura occidentale non si potrà rinnovare finché non comprenderà il valore dell’atto sessuale”

Avevamo già dato conto dell’incontro canadese del card. Burke (v. qui).
Nella memoria di san Paolino da Nola e dell'arcivescovo martire John Fisher, rilancio la traduzione curata da Chiesa e postconcilio.


Hans Holbein il Giovane, Ritratto di S. Giovanni Fisher, XVI sec., Royal Collection, Castello di Windsor, Londra

Ritratto di John Fisher ispirato ad uno analogo di Hans Holbein il Giovane, in John Chamberlaine,"Imitations of original drawings by Hans Holbein", Londra, 1812 

Il Cardinal Burke ad Ottawa: “La cultura occidentale non si potrà rinnovare finché non comprenderà il valore dell’atto sessuale”

Il 7 giugno scorso registravamo le vicissitudini di un Apostolo, il cardinale Burke, ad Ottawa [qui]. Ma nonostante le avversità l’evento si è svolto felicemente.
Di seguito pubblichiamo ampi stralci del discorso tenuto nella capitale canadese, ripresi dal sito LifeSiteNews. (Traduzione a cura di Chiesa e post- concilio).
Il Cardinale Burke ad Ottawa:

“La cultura occidentale non si potrà rinnovare finché non comprenderà il valore dell’atto sessuale”


Affrontando il tema della crisi della cultura nel córso della sua prima visita alla capitale canadese, il Cardinal Raymond Burke ha sottolineato che la difesa della vita umana e la promozione del matrimonio naturale sono i fondamenti di ogni cultura veramente umana. Il timore che l’Occidente nutre nei confronti della morte e della distruzione non “cesserà di esistere” finché “la verità sull’unione coniugale [non verrà proclamata] nella sua interezza”, ha affermato.
La difesa e la promozione della vita umana, del matrimonio e della famiglia è il fondamento non solo di una cultura autenticamente cristiana, ma di ogni cultura umana accettabile”, 
ha detto a circa 330 persone radunate al Centro di Eventi e Conferenze di Ottawa per celebrare il ventesimo anniversario di NET Canada.
La ragione di essere dei Gruppi di Evangelizzazione Nazionale (National Evangelization Teams, NET) è quella di invitare i giovani cattolici ad amare Cristo e aderire alla vita della Chiesa tramite dei ritiri in cui si alternano testimonianze individuali, sketch e rappresentazioni musicali da parte di gruppi di giovani che viaggiano da una costa all’altra del paese.
Nel suo discorso, il cardinale ha elogiato NET, affermando che si tratta “sicuramente di un efficace e brillante veicolo di speranza e incoraggiamento per la nostra gioventù, che sente in modo particolarmente pungente la sfida della vita in Cristo nella nostra epoca”.
Burke, che è riconosciuto dai leader dei movimenti per la vita e per la famiglia di tutto il mondo come uno dei più strenui difensori della verità, della moralità e del cristianesimo autentico della Chiesa, ha steso un elenco di “mali morali gravissimi” che costituiscono ciò che egli ha definito “lo stato morale disordinato in cui si trova la nostra cultura”.
Per esempio, l’assassinio a larga scala dei bambini nel grembo materno, giustificato come l’esercizio del cosiddetto ‘diritto’ della madre di scegliere se portare a termine la gravidanza del feto che ha concepito. Sempre più spesso, inoltre, ci troviamo di fronte all’abominevole pratica della generazione artificiale di vita umana e della sua distruzione quando si trova ancóra allo stadio di sviluppo embrionale, giustificata come mezzo per trovare presunte cure per malattie gravi o mortali”.
Il cardinale ha menzionato l’uccisione diretta e intenzionale dei deboli e degli anziani mediante l’eutanasia e il suicidio assistito, dichiarando che sono falsamente “giustificati come forme di ‘rispetto’ per la loro qualità di vita”.
Burke ha posto in testa alla sua lista l’attacco contro il matrimonio da parte di vari gruppi ideologici.
Non si può fare a meno di pensare dell’agenda sempre più attiva di quanti vogliono ridefinire il matrimonio e la vita familiare includendo in esse l’attività sessuale innaturale di due persone dello stesso sesso, inclusione spacciata per tolleranza delle cosiddette ‘forme alternative’ della sessualità umana, come se esistessero realmente delle forme di sessualità umana diverse da quelle che Dio, nostro Creatore e Redentore, ha concepito e iscritto nei nostri corpi e nelle nostre anime”.
Burke ha definito tutte queste cose “gravi mali che sconvolgono il mondo ai nostri giorni”, aggiungendo che rivelano un modo di vivere “come se Dio non esistesse”. Ha affermato:
Essi sono una manifestazione del peccato, [la cui] radice è l’orgoglio – l’orgoglio dell’uomo che non vuole riconoscere che tutto quel che egli è ed ha discende dalle mani di Dio, Che ci ha creati e ci ha redenti dal peccato dei nostri progenitori”.
Nonostante la desolazione del panorama morale dell’Occidente, il Cardinal Burke ha detto che i cristiani “devono essere pieni di speranza e incoraggiamento nella loro missione di costruire una cultura cristiana forte nelle loro case, nelle loro comunità e nelle loro nazioni”.
Egli ha poi sottolineato che “la santità della vita”, indipendentemente dalla situazione in cui il cristiano si trova, è il vero programma della nuova evangelizzazione e l’unica risposta per combattere i problemi. Ha poi insistito sulla santità della vita in rapporto con l’applicazione nelle nostre vite della “verità della sessualità umana”.
Ha definito la pratica delle virtù della purezza, della castità e della modestia “il vivere la verità riguardo la sessualità umana”, e le ha quindi vincolate alla “pratica della giustizia”. Ha posto la domanda:
Che senso ha per noi parlare del nostro amore di Dio e del prossimo se non pratichiamo la giustizia, se non rispettiamo l’ordine che Dio ha posto nella natura e nei nostri cuori, nella nostra relazione con Lui e col nostro prossimo?”.
Ha poi proceduto alla stesura di una spiegazione della morale sessuale basata sul riconoscimento del proposito dell’atto sessuale, affermando che è stato creato da Dio per poter essere legittimamente utilizzato nel matrimonio allo scopo di portare nuova vita nel mondo.
Il rispetto della vita umana è essenzialmente vincolato al rispetto dell’integrità del matrimonio e della famiglia così come ci sono dati da Dio. L’attacco alle vite innocenti e indifese dei bambini non nati, per esempio, è originata da una visione erronea della sessualità umana, che cerca di eleminate la natura essenzialmente procreativa dell’atto coniugale tramite mezzi meccanici o chimici”.
Burke ha aggiunto: 
In base a quest’errore si sostiene che l’atto sessuale alterato artificialmente mantenga la sua integrità. Si pretende che l’atto sessuale la cui natura procreativa sia stata radicalmente violata rimanga un atto di unione e d’amore. In realtà, non è un atto d’unione, perché uno dei partner o entrambi trattiene una parte essenziale del dono di sé, che è l’essenza dell’unione coniugale. La cosiddetta ‘mentalità contraccettiva’ è essenzialmente contro la vita. Molte forme di quella che viene chiamata contraccezione sono in realtà abortive, ossia, distruggono una vita che è stata già concepita, che è già cominciata”.
Burke ha affermato che gli uomini, le donne e la stessa società incorrono nel rischio della distruzione quando si perde il senso dell’atto sessuale.
La manipolazione dell’atto coniugale – come Papa Paolo VI ha coraggiosamente osservato – ha portato a varie forme di violenza nel matrimonio e nella vita familiare, tramite la diffusione della mentalità contraccettiva, specialmente tra i giovani. La sessualità umana non è più vista come quel dono di Dio che unisce un uomo e una donna in un vincolo d’amore fedele che dura tutta la vita, coronato dal dono di una nuova vita umana, ma piuttosto come uno strumento di gratificazione personale”.
Una volta che l’unione sessuale non è più vista come procreativa per la sua stessa natura, essa viene abusata in molti modi che sono profondamente dannosi e senza dubbio distruttivi, tanto per l’individuo come per la società stessa. Si pensi solo ai devastanti effetti provocati ogni giorno nel nostro mondo dall’industria della pornografia, in cui si investono vari miliardi di dollari”.
Burke ha enfatizzato la necessità di un ritorno all’enciclica papale Humanae Vitae del 1968 per aiutare a promuovere la visione della Chiesa sulla sessualità umana. Ha fatto riferimento a Papa Benedetto XVI, il quale “ha chiarito che gli insegnamenti della Humanae Vitae non costituiscono semplicemente una questione di morale individuale”. Ha affermato:
La proclamazione della verità sull’unione coniugale nella sua pienezza e la correzione del pensiero contraccettivo che teme la vita, che teme la procreazione, è fondamentale alla trasformazione della cultura occidentale”.
Ha definito la restaurazione del rispetto per l’integrità dell’atto coniugale “essenziale” per il futuro della cultura occidentale e il progresso di una cultura della vita.
Burke ha continuato parlando del ruolo della coscienza come di una “guida infallibile” alla santità della vita ma lo è solamente la coscienza 
formata all’ascolto della sola voce di Dio e al rifiuto di quanto potrebbe indebolire o compromettere in qualsiasi modo la nostra testimonianza della verità in cui Egli solo ci istruisce per mezzo della Chiesa, tramite la nostra preghiera e la nostra devozione quotidiane, tramite la nostra conoscenza dei santi coi quali partecipiamo alla comunione nella Chiesa, e tramite il nostro studio degli insegnamenti ufficiali della Chiesa stessa”.
Oggi, dobbiamo fare attenzione alle false nozioni di coscienza che la potrebbero utilizzare per giustificare atti peccaminosi, che sono il tradimento della nostra chiamata alla santità”.
Nella conclusione del suo discorso, Burke ha dichiarato che la santità della vita richiede un martirio quotidiano che consiste nella “testimonianza pubblica della nostra fede”, anche qualora essa esigesse “il dare la vita”. E ha affermato.
Sicuramente, nella secolarizzata mentalità della paura e nell’agenda sempre più densa di iniziative contro la vita e contro la famiglia di molte persone che ricoprono posizioni di potere all’interno della nostra cultura, possiamo discernere una sfida contro la nostra fede”.
L’ostilità, e in maniera ancor più estesa l’indifferenza nei confronti dei contenuti della fede che ci sono più cari, rappresentano tentazioni che vorrebbero portarci allo scoraggiamento e persino ad evitare una testimonianza più pubblica della nostra fede. Ma il martirio a cui siamo chiamati e per il quale siamo consacrati e fortificati dai sacramenti del battesimo e della confermazione, ci chiedono di offrire instancabilmente la nostra testimonianza, fiduciosi nel fatto che Dio porterà i buoni frutti”.
A causa dell’attacco frontale contro la vita della famiglia e di quello a vasta scala contro vite umane innocenti e indifese, e a causa della violazione dell’integrità dell’unione matrimoniale nella nostra società, la chiamata al martirio della testimonianza è sempre più urgente”, ha concluso.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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