È davvero avvilente per la Chiesa cattolica che, al contrario del Patriarcato di Mosca dalle sue alte sfere abbia le idee ben chiare e
precise circa la questione del matrimonio e della famiglia (tanto da rifiutare,
di recente, persino qualsiasi contatto ecumenico con le sedicenti congregazioni
protestanti che abbiano deciso di “benedire” le unioni omosessuali: v. qui e qui), sia ancora
in alto mare, tanto da dover ancora discutere e dover ammettere la discussione su
queste tematiche, che dovrebbero, invece, essere considerate definite e
definitivamente concluse. In altre parole, già il dover ammettere una discussione su ciò è
sintomo di idee poco chiare, confuse, peraltro ancor più intorbidite da atteggiamenti
pratici delle alte sfere vaticane poco coerenti con gli insegnamenti che si
propongono. Sintomatico è ad es. l’incontro, previsto per l’11 luglio prossimo,
tra il vescovo di Roma e l’associazione paraguayana LGBT “Somos Gay” quale
espressione ed esponente della società civile di quella nazione sudamericana! (cfr. El papa invita a la organización paraguaya SomosGay, in El Mundo, junio 11, 2015; El Papa Francisco invita a gais paraguayos a reunión en el León Condou, in Hoy, Jueves 11 de Junio de 2015). Un
incontro pubblico ed ufficiale dall’indubbio valore “politico”, che suona come
una sorta di legittimazione di questo genere di associazioni quale necessario
interlocutore sociale per la Chiesa cattolica.
I “Kasperiani” perdono terreno in Germania?
di Maike Hickson
Da diverse settimane si svolge trai i cattolici tedeschi – sia vescovi che
laici – una accesa discussione riguardo alla validità oggettiva della dottrina
cattolica per i fedeli di oggi. Il 16 aprile, la Conferenza episcopale tedesca
si è pronunciata con un rapporto, inviato a Roma pin vista dell’imminente
Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia.
Nel documento si afferma che i cattolici tedeschi desiderano un’ulteriore
apertura della Chiesa sia per quanto riguarda la ammissione alla Santa
Comunione dei divorziati “risposati”, che nei confronti di altre forme di
convivenza, comprese le coppie omosessuali. Come vedremo in seguito, queste dichiarazioni
episcopali sono state fatte in maniera discutibile, sulla base di un numero
molto esiguo di risposte giunte al questionario inviato da Roma. Per contro, il
numero di cattolici che ha firmato la Supplica filiale a Papa Francesco – in cui si chiede al Sant Padre di
preservare gli insegnamenti morali tradizionali – è molto superiore a quello di
coloro che hanno finora risposto al questionario Lineamenta del
Sinodo Romano sulla Famiglia.
Le affermazioni e proposte dottrinali-pastorali dei vescovi tedeschi sono
state poi ulteriormente rafforzate a inizio maggio dalla Conferenza episcopale
tedesca, guidata dal cardinal Reinhard Marx di Monaco. Successivamente, anche l’organizzazione
laicale più importante in Germania – il Comitato Centrale dei Cattolici
Tedeschi (Zentralkomitee der deutschen Katholiken – ZdK) – ha pubblicato la propria dichiarazione sul
Sinodo dei Vescovi. In un documento del 9 maggio 2015, quest’organizzazione si
è spinta un passo oltre i vescovi e ha chiesto, non solo l’ammissione ai sacramenti
dei divorziati “risposati”, ma anche l’accettazione di altre forme di
convivenza, così come la benedizione liturgica per le coppie omosessuali,
domandando alla Chiesa di intraprendere un profondo «riesame
della questione della contraccezione».
Il documento dello ZdK dichiara
esplicitamente: «Con il concetto di “famiglia”, intendiamo
anche quelle forme non-coniugali di relazioni vissute e di responsabilità
generazionali che danno un grande contributo alla coesione sociale e che devono
essere trattate con giustizia. (…) Anche in altre forme di vita in comune ci
sono valori da trovare che esprimono il matrimonio come l’alleanza tra Dio e
gli uomini: l’indissolubile (sic) “sì” per l’altra persona, la costante disponibilità
di riconciliarsi, così come la prospettiva in merito ad un proficuo rapporto di
scambio di doni tra persone. Queste forme di vissuto e di famiglia devono essere
rispettate, anche se non si trovano all’interno del profilo del matrimonio
sacramentale. Ci riferiamo qui a relazioni durature (convivenze), matrimoni civili, così come a unioni civilmente registrate (cioè,
le unioni omosessuali).
Ancora più sorprendentemente, forse, il documento auspica una “rivalutazione
dei metodi di contraccezione artificiali”, poiché in nessun altro settore
(dicono) si trova una così grande discrepanza tra il Magistero pontificio e le
scelte di coscienza nella vita quotidiana dei fedeli cattolici. Esso inoltre
domanda che la Chiesa sia disposta «a percepire il cambiamento
pastorale che Papa Francesco ha chiesto, sia come incoraggiamento, che come
possibilità per le conferenze episcopali (poi) di sviluppare sentieri pastorali
riguardanti il matrimonio e la famiglia che siano appropriati e teologicamente
responsabili».
È rilevante notare, inoltre, che entrambe le organizzazioni – la Conferenza
episcopale tedesca, così come il Comitato Centrale ZdK – presentino gli stessi argomenti e linee generali
di pensiero: vale a dire, che le “realtà della vita” dei cattolici di oggi
debbano in modo decisivo influenzare e cambiare alcuni insegnamenti della
dottrina morale cattolica. Entrambi i gruppi affermano che ci sono elementi
positivi che possono trovarsi in altre forme di relazioni al di fuori del Sacramento
del Matrimonio. Molti di questi argomenti sembrano, in parte, derivare dagli
scritti dello stesso cardinale Walter Kasper, che è palesemente promotore della
liberalizzazione della dottrina morale cattolica.
Le proposte concordanti o convergenti indicano anche che queste due
organizzazioni ora lavorano piuttosto in stretta collaborazione, nel tentativo
di esercitare una forte pressione sulla Chiesa universale. È importante notare
che lo ZdK stesso è in parte finanziato dalla Conferenza
episcopale tedesca, ed è anche spiritualmente assistito e per di più
consigliato dall’attuale vescovo di Stoccarda, Gebhard Fürst.
Le audaci affermazioni, persino esplicitamente rivoluzionarie, del ZdK hanno causato delle forti reazioni in
Germania. Almeno sei vescovi tedeschi sono usciti allo scoperto e hanno
dichiarato la loro opposizione a queste affermazioni oggettivamente eretiche
che, secondo un giornalista sempre bene informato, Edward Pentin, potrebbero
portare ad uno scisma.
Il primo vescovo, mons. Stefan Oster, della diocesi di Passau nella
Germania meridionale, ha dichiarato sul suo profilo facebook che lo ZdK non rappresenta quasi più i cattolici tedeschi,
soprattutto quando parla in questo modo. Egli ha dichiarato che «le richieste dello ZdK rappresenterebbero un radicale cambiamento
di molto di ciò che è ritenuto valido riguardo il matrimonio e la sessualità»;
e ribadisce la dottrina cattolica secondo la quale, dopo la Rivelazione, qualsiasi
«pratica sessuale vissuta ha un suo posto legittimo solo all’interno
del matrimonio tra un uomo e una donna, in cui entrambi siano aperti alla
procreazione della vita e abbiamo contratto un legame che dura fino alla morte
di uno dei coniugi».
Il 16 maggio, le sue critiche sono state sostenute da altri cinque vescovi
tedeschi che gli hanno scritto una lettera di sostegno esprimendo verso di lui
una straordinaria gratitudine. Tra essi, vi erano il vescovo Rudolf Voderholzer
di Ratisbona e il vescovo Gregor Maria Hanke di Eichstätt. Un altro vescovo tedesco,
mons. Franz-Josef Overbeck, ha recentemente fatto una dichiarazione pubblica
dicendo che, per quanto riguarda il matrimonio e la famiglia, non bisogna
aspettarsi troppo dal prossimo Sinodo dei Vescovi a Roma: a suo avviso non è in
alcun modo possibile, per la Chiesa cattolica, benedire le unioni omosessuali.
L’autore e giornalista tedesco, Mathias von Gersdorff, ha sottolineato che,
nel documento delloZdK, i fini del matrimonio sono
separati dal fine primario, che è la procreazione della vita: ma «se il matrimonio non è essenzialmente per la procreazione, e l’atto
sessuale non è solo da praticarsi all’interno dei matrimoni, allora la morale
cattolica collasserà del tutto».
Di fronte a tale crescente resistenza al Programma “Kasperiano” della
Misericordia e il consequenziale indebolimento delle Leggi di Cristo, il capo
della Conferenza Episcopale Tedesca, lo stesso cardinal Reinhard Marx, il 15
maggio ha improvvisamente dichiarato che, in una certa misura, le affermazioni
dello ZdK sono «teologicamente inaccettabili».
«La richiesta di una benedizione per relazioni tra persone dello
stesso sesso e per un secondo matrimonio dopo il divorzio civile –
ha detto – non è in linea con l’insegnamento e la tradizione della
Chiesa. La richiesta di una “accettazione incondizionata” di forme di
convivenza in coppie dello stesso sesso contraddice anche l’insegnamento e la
tradizione della Chiesa».
Queste parole del cardinale Marx giungono inaspettatamente e potrebbero
indicare che egli si è reso conto (anche se forse a malincuore) che la
resistenza contro la sua agenda liberale è, almeno per il momento, troppo
forte. Come scrive lo stesso von Gersdorff: «La Chiesa Cattolica di Germania
con le sue posizioni è completamente isolata rispetto al prossimo Sinodo sulla
Famiglia dell’autunno 2015. Nessuna delegazione, tranne la delegazione tedesca
sostiene all’unanimità le idee del Cardinal Kasper in materia di ammissione
alla Comunione dei divorziati risposati». Tuttavia, come lo stesso
Gersdorff sottolinea, il cardinale Marx sospende il giudizio e aggiunge, alla
fine del suo comunicato stampa, che questi temi «hanno bisogno di nuovi chiarimenti
teologici e non di premature richieste di semplificazione».
Il professor Robert Spaemann, considerato il più importante filosofo
cattolico tedesco, ha recentemente espresso pubblicamente le sue riserve verso
ogni possibile variazione delle leggi di Gesù Cristo in materia di matrimonio e
la famiglia, e anche verso l’intervento attivo di Papa Francesco nelle discussioni
del Sinodo dei Vescovi. «In Vaticano –
ha detto Spaemann –alcune persone stanno già sospirando. Oggi,
egli (Papa Francesco) ha già un’altra idea diversa da quella di ieri». Sembra che l’intenzione del Papa sia quella di
svolgere il ruolo di moderatore tra due partiti che si confronteranno all’interno
del Sinodo.
Allo stesso tempo, però, egli si schiera anticipatamente, favorendo la
posizione del cardinale Walter Kasper, escludendo, ad esempio, l’Istituto
Giovanni Paolo II per Studi sulla Famiglia dalle consultazioni pre-sinodali.
Inoltre, “Cicero”, rivista laica tedesca, ha pubblicato nel suo numero di maggio
una relazione importante sul pontificato di Francesco e sui conflitti che il
papato ha suscitato a Roma. In questo recente saggio, il vaticanista Giuseppe
Rusconi riassume molte critiche, provenienti soprattutto da illustri prelati e
dai dipendenti della Curia, relative a Papa Francesco, soprattutto per quanto
riguarda il Sinodo della Famiglia. In questo importante articolo, Rusconi
rivela anche alcuni pareri schietti e ponderati sullo stesso cardinal Marx,
scelto come consultore del Papa, e come membro del Pontificio Consiglio dei
Nove.
Rusconi ricorda le dichiarazioni del card. Marx, secondo cui, «noi non siamo una filiale di Roma», a cui ha risposto
il cardinale anch’egli tedesco, Paul Josef Cordes, dichiarando al giornale “Die
Tagespost”: «In qualità di esperto di etica sociale, il cardinale Marx dovrebbe
avere qualche conoscenza riguardo alla dipendenza degli enti secondari dalla
loro casa madre. Ma, nel contesto della Chiesa, tali osservazioni dovrebbero
piuttosto essere lasciate al pub del villaggio».
Nonostante l’evidenza mostri che la resistenza contro i “Kasperiani” in
Germania, come a Roma, sia in aumento, la battaglia più grande per la Chiesa
cattolica tedesca sicuramente non è ancora finita. È dunque urgente, per tutti
i fedeli cattolici, contribuire seriamente, per quanto possibile, a rafforzare
l’insegnamento tradizionale della Chiesa sul matrimonio e la famiglia – in modo
da assicurare che gli insegnamenti di Gesù Cristo non siano ulteriormente derisi
o indeboliti.
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