Per
ricordare i comportamenti …. poco cristiani …. diciamo così dei Valdesi, ci
limitiamo solo ad alcuni episodi tratti dalla vita di san Giovanni Bosco.
"I nemici del Cattolicismo, o fratelli, i Protestanti in ispecie, si adoprano colla massima attività per corromperci la fede"
(S. Giovanni Bosco, Ai nostri lettori, in Conversione di una Valdese. Fatto contemporaneo, Torino, 1854, p. II)
NON
TOCCATE DON BOSCO!
Controversia
con i Valdesi
Finite
le persecuzioni del governo, incominciarono quelle dei protestanti. Questi, per
far desistere don Bosco dalla lotta instancabile che loro faceva, presero a
sfidarlo con le discussioni. Vi si provarono dapprima tutti i capoccia di
Torino e dei dintorni; poi, vedendo che sempre rimanevano sconfitti, fecero
intervenire il famoso pastore Meille con due maggiorenti Valdesi.
Costoro
si recarono all'Oratorio di Valdocco e, dopo i primi complimenti, intavolarono
una disputa che durò dalle undici alle diciotto e che finì in modo comico.
La
disputa si svolgeva sul purgatorio.
Don
Bosco l'aveva provato con la ragione, con la storia, e con la Sacra Scrittura,
servendosi del testo latino; ma uno dei contraddittori, che voleva fare il saputo,
non volendosi arrendere, disse: - Il testo latino non basta: bisogna andare
alla fonte: bisogna consultare il testo greco.
A
queste parole, don Bosco si alza, va allo scaffale, ne toglie la Bibbia in
greco, ed appressatosi al Ministro, soggiunse: - Ecco, signore, il testo greco;
consulti pure e lo troverà in pieno accordo col testo latino. Quel tale, che
conosceva il greco come l'asino i marenghi, non osando confessare la propria
ignoranza, prende il libro, e si pone a sfogliarlo da capo a fondo, fingendo di
cercare il passo in questione.
Ma
che! Volle il caso che prendesse il libro a rovescio! Don Bosco, che se n'era
accorto, lo lasciò sfogliare per un pezzo, trattenendo a stento il riso; poi
pietosamente gli disse: - Scusi, sig. Ministro, forse non troverà più la
citazione, perché tiene il libro a rovescio; lo volti così! - E glielo mise per
il suo verso. Come rimanesse colui è facile immaginare. Rosso in faccia come un
gambero cotto, gettò il libro sul tavolo ed alzatosi di botto troncò la discussione
e se ne andò. Me ne rido!
Vedendo
che con le dispute non la potevano vincere, i Valdesi ricorsero ad altri mezzi
per farlo tacere. Una domenica dell'agosto 1853 si presentarono all'Oratorio
due signori che domandarono di parlare col Santo. Condotti alla sua camera, uno
di essi, ch'era pastore, dopo mille elogi al suo ingegno e al suo zelo, venne a
dire: - Ma Reverendo, se lei, invece di attendere alle Letture Cattoliche e
scrivere libri di religione, attendesse a cose di storia od altro, procurerebbe
un bene assai maggiore al suo Istituto. Prenda intanto questa prima offerta:
sono quattro biglietti da cento: e le assicuro che ne avrà altri.
Don
Bosco rifiutò con sdegno la subdola proposta; ed essi, alzandosi in piedi,
dissero con volto alterato e voce minacciosa: - Lei fa male a rifiutare, e ci
offende. Se esce di casa, è poi sicuro di rientrare?
Don
Bosco, dopo essersi assicurato che alla porta stava qualcuno dei suoi giovani
in guardia, rispose: - Vedo che lor signori non conoscono bene chi sono; i preti
cattolici sono pronti anche a morire per la gloria di Dio e per il bene delle
anime. Cessino dalle loro minacce, perché io... me ne rido!
A
queste parole, l'irritazione di quei signori non ebbe più ritegno, e fattisi
d'appresso, stavano per mettergli le mani addosso.
Don
Bosco impugnò prudentemente la sedia esclamando: - Se volessi adoperar la
forza, mi sentirei di far loro provare quanto costi una violazione di
domicilio! Ma no! la forza del sacerdote sta nella pazienza e nel perdono.
Tuttavia, è tempo di finirla.
In
quella, si spalanca la porta della camera e si presenta il nerboruto Giuseppe
Buzzetti, uno dei più fidi di don Bosco, al quale il Santo dice pacatamente: -
Accompagna questi signori fino al cancello! Quei due si guardarono in faccia,
e, uno dietro l'altro, seguirono la guida.
Vino
avvelenato
Quelle
minacce furono l'inizio di una serie di persecuzioni contro don Bosco.
Una
sera venne chiamato a confessare un malato. Egli, sempre pronto, si dispose a
partire; ma per prudenza si fece accompagnare da alcuni dei suoi giovani.
Giunto al luogo indicato, lasciò i giovani sulla porta ed entrò in una stanza
dove trovò una mezza dozzina di buontemponi, che, seduti a tavola, mangiavano
delle castagne.
Questi,
al vedere il prete, si alzarono, e coi segni del maggior rispetto, l'invitarono
a sedersi e servirsi delle loro castagne, mentre sarebbero andati ad avvertire
il malato.
-
Grazie, ho già cenato!
-
Almeno un bicchiere del nostro vino!
-
Non mi sento!
-
Eh via! non le farà male!
Ed
ecco che uno mesce nei bicchieri dei compagni, ed un altro, con un'altra
bottiglia, mesce per don Bosco. Questi s'avvide subito che c'era del mistero;
ma, dissimulando, prese in mano il bicchiere, brindò alla salute di tutti, poi,
senza assaggiarlo, lo ripose sul tavolo.
-
Ma perché non beve?!
-
Vogliamo che beva ad ogni costo!
E
passando dai detti ai fatti, due lo presero per le spalle, e un altro afferrò
il bicchiere e soggiunse: - Se non vuole bere per amore, berrà per forza! Don
Bosco, così forzato, ricorre ad un'astuzia: - Se assolutamente volete che beva,
lasciatemi libero, perché, così stretto, verserò il vino.
-
Ha ragione - risposero quelli. E lo lasciarono. Egli, che già con l'occhio
aveva misurato lo spazio, fece un salto indietro, spalancò l'uscio ed invitò i
suoi giovani ad entrare.
L'improvvisa
comparsa dei giovanotti fece rinsavire quei farabutti, i quali conclusero: - Se
non vuole bere, pazienza.
«
Una persona amica - racconta don Bosco - fece indagini e seppe che un tale
aveva pagato una cena, a patto che mi avessero costretto a bere del vino
preparato per me ».
Grandine
di bastonate
Chiamato
un'altra sera a confessare un'ammalata, vi accorre prontamente, ma di nuovo
accompagnato dai suoi quattro fidi. Due li lascia ai piedi della scala, e due
li fa fermare sul pianerottolo, presso l'uscio della camera. Entrato, scorse a
letto una donna tutta ansante, la quale sapeva fingere così bene da sembrare
che stesse per dare l'ultimo respiro. Presso di lei, quattro facce torve di
uomini assai sospetti.
Don
Bosco pregò costoro di allontanarsi, per poter confessare l'ammalata, ma ella
esclamò: - Prima di confessarmi, voglio che quel briccone là ritratti la
calunnia che mi ha buttato addosso!
-
Ma che calunnia! - rispose quegli inferocendosi. - Sì!...
-
No!...
-
Taci, infame! - A me infame?!
E
qui tutti urlano e impugnano i bastoni. Intanto, si spengono i lumi e, in un
buio completo, incomincia una grandine di bastonate tutte dirette a don Bosco
che, capito il gioco, abbraccia una scranna, e se la caccia in testa capovolta,
cercando riparo e modo di guadagnare la porta.
A
quel frastuono indiavolato, i giovani di guardia dànno di spalla alla porta, la
quale cede e si spalanca; e don Bosco può così aver salve le spalle e la vita,
e ritornare sano e salvo ai suoi figlioli.
«
O si decide o è morto »
Vedendo
fallite le loro ipocrisie, i protestanti vengono ai fatti. In un pomeriggio di
gennaio del 1854, due signori elegantemente vestiti salivano alla camera di don
Bosco, che li riceveva con la solita cortesia. I giovani erano in chiesa per i
vespri; ma Giovanni Cagliero, che aveva visto quei signori, entrò in sospetto e
andò a sostare presso la porta del Santo.
Non
poteva intendere le parole, ma s'accorse che la disputa si andava accendendo; e
ad un tratto, quei due pronunciarono forte queste parole: - In fin dei conti, o
lei la smette di pubblicare le Letture cattoliche, o noi la faremo smettere per
forza!
-
Io non la smetterò mai - rispose risoluto don Bosco.
-
O si decide, o è morto! - Ed estraggono le loro pistole e gliele puntano al
petto.
-
Tirino pure! - esclamò don Bosco con voce risoluta e sguardo imponente.
Ma,
in quell'istante, s'ode un gran colpo alla porta. Era Cagliero che, temendo
qualche disgrazia, aveva dato un fortissimo pugno all'uscio che s'era
spalancato, mentre a tutta voce s'era messo a gridare: Aiuto!... aiuto!!! 1 due
messeri riposero in fretta le armi, e uscirono, mentre don Bosco, con la
berretta in mano, li salutava con cortesia.
Il
« Grigio »
Per
quanti insulti e minacce dovesse subire, e per quanto terribili fossero le
insidie cui andava soggetto, don Bosco non portò mai armi né mai adoperò la sua
forza per respingere gli assalti.
Chi
lo vegliava in ogni pericoloso incontro fu sempre la Provvidenza, la quale si
servì anche del « Grigio ». Chi era il « Grigio »? Un cane portentoso, alto più
di un metro, che più volte salvò don Bosco in circostanze veramente strane.
Una
sera del 1852 don Bosco tornava a casa solo, quando, giungendo da piazza
Emanuele Filiberto al Rondò, sente qualcuno corrergli dietro. Si volta di
botto, e veduto a pochi passi un tale armato di un nodoso randello, si mette
anche lui a correre, nella speranza di poter arrivare a casa prima di essere
raggiunto.
Era
ormai in fondo alla via che mette all'Oratorio, quando scorge, sul crocicchio
di quella con la via Cottolengo, parecchi altri che stanno per prenderlo in
mezzo.
Visto
il pericolo, pensa di liberarsi prima da colui che lo insegue e, fermandosi
d'improvviso, gli punta in petto i gomiti con tanta destrezza, che il misero
rimbalza a terra gridando: - Sono morto! sono morto!!! Il buon esito di quella
ginnastica lo salva da uno, ma gli altri, coi bastoni, sono lì li per
circondarlo. In quell'istante, eccoti lì il « Grigio » provvidenziale che,
saltando di qua e di là a fianco di don Bosco, manda latrati ed urli
formidabili, e si agita con tanta furia, che quei ribaldi, temendo di essere
fatti a brani, pregano don Bosco di ammansirlo e tenerlo presso di sé, mentre
l'uno dopo l'altro si eclissano, lasciando che il prete faccia la sua strada.
Don
Bosco, scortato dal « Grigio » che lo festeggia, giunse tranquillamente a casa.
Ancora
il « Grigio »
Sul
finir del dicembre 1854, in una notte scura e nebbiosa, ritornava dal centro
della città, e discendeva dalla Consolata alla Casa del Cottolengo. A un certo
punto s'accorse che due uomini lo precedevano a poca distanza, e acceleravano o
rallentavano il passo secondo che lo accelerava o lo rallentava lui.
Non
c'era più dubbio: erano male intenzionati. Il Santo pensò di tornare indietro
per mettersi in salvo in qualche casa vicina; ma non ebbe più il tempo.
Voltatisi improvvisamente, essi gli furono addosso, e gli gettarono un mantello
sulla faccia.
Don
Bosco, abbassandosi con rapidità, liberò per un istante il capo e prese a
dibattersi chiedendo aiuto; ma gli assalitori, avvolgendolo ancor più, gli
turarono la bocca con un fazzoletto.
Proprio
in quel momento, ecco comparire il « Grigio » che, ruggendo come un leone, si
slancia con le zampe su quei due, sbattendoli di qua e di là nel fango.
Poi
fermo, accanto a don Bosco, ringhia e fissa quei due con aria di trionfo e di
sfida.
Quei
poveretti, luridi di fango e tremanti di spavento, si alzano alla meglio e
gridano: - Don Bosco, per carità, ci liberi da questo cane! Chiediamo scusa e
perdono!
Sempre
il « Grigio »
Altra
volta ancora il « Grigio », invece d'accompagnarlo a casa, gli impedì di
varcare la soglia. Era notte. Don Bosco doveva uscire per una commissione.
Mamma Margherita cercava di dissuaderlo; ma egli, esortatala a non temere,
prende il cappello, e si avvia accompagnato da alcuni dei suoi giovani. Giunti
al cancello, trovano il « Grigio » sdraiato.
-
Oh! il « Grigio »! - esclamò don Bosco. - Tanto meglio! Saremo in buona
compagnia. Alzati, dunque, e vieni con noi.
Ma
il « Grigio », invece di obbedire, manda un cupo ringhio e resta al suo posto.
Qualcuno
dei giovani lo tocca col piede per farlo alzare, ma esso risponde con un
ringhio più forte e cupo. Mamma Margherita che era accorsa, volgendosi a don
Bosco, gli dice: - Se non vuoi ascoltare me, ascolta almeno il cane... non
uscire!
Il Santo, per contentare la madre, rientra in casa. E subito sopraggiunge un vicino, tutto ansante e trafelato, a raccomandargli di non uscire di casa, perché quattro individui armati si aggirano nei dintorni, decisi a fargli la pelle. Così era difatti, come si seppe poi da altre persone degne di fede.
Il Santo, per contentare la madre, rientra in casa. E subito sopraggiunge un vicino, tutto ansante e trafelato, a raccomandargli di non uscire di casa, perché quattro individui armati si aggirano nei dintorni, decisi a fargli la pelle. Così era difatti, come si seppe poi da altre persone degne di fede.
Nessun commento:
Posta un commento