Nella memoria di Sant’Ireneo di Lione, vescovo e martire e della
traslazione di San Leone Magno (Sancti Leonis secundo), rilancio quest’articolo
di Luigi Amicone, pubblicato su Tempi.
Auguste Cornu, S. Ireneo, XIX sec., cappella, Palazzo dell’Eliseo, Parigi |
Quel “fanatismo” che va a nozze gay e Califfato islamico per soldi e
avversione al cristianesimo
Luigi Amicone
Il vecchio Gramsci,
nietzschiano ingenuo, e il giovane Diego Fusaro. Un neo marxista che si è
accorto che l’agenda Lgbt è al servizio della “destra del denaro
Antonio Gramsci era un marxista che rimproverava al cristianesimo
una visione dell’uomo che ha plasmato «tutte le filosofie». «È su questo punto
– diceva Gramsci – che occorre riformare il concetto dell’uomo». Come? «Se ci
pensiamo, vediamo che ponendoci la domanda che cosa è l’uomo vogliamo dire: che
cosa l’uomo può diventare, se cioè l’uomo può dominare il proprio destino, può
“farsi”, può crearsi una vita. Diciamo dunque che l’uomo è un processo e precisamente
è il processo dei suoi atti». (Il materialismo storico,
Ed. Riuniti, Roma 1977, pp. 32-35).
«Bisogna riformare il
concetto di uomo». Se ci pensiamo, la militanza sotto il Califfato in Oriente e
la militanza sotto l’agenda Lgbt in Occidente sono due apparenti opposizioni
che incarnano un unico gigantesco sforzo (jihad) di “riforma” dell’uomo. E
nello stesso identico “spirito di servizio”. Quale spirito di servizio? Lo
spirito anticristiano. Se ci pensiamo, infatti, l’essere che oggi proclama la
propria radicale avversione all’uomo in nome di Dio e la propria radicale avversione
a Dio in nome dell’uomo, è un essere che, in particolare, proclama la propria
radicale avversione al cristianesimo. E questa sarebbe la “riforma”
fondamentale dell’uomo, l’aveva vagheggiata Gramsci e realizzata Nietzsche, «è
il nostro gusto che decide contro il cristianesimo».
Fin qui
l’osservazione di carattere, diciamo così, filosofico. Ma se dall’esame della
filosofia che sembra ispirare l’attuale spirito del tempo che vede due opposte
volontà di potenza convergere nichilisticamente contro il nemico comune – il
cristianesimo – importa anche rilevare la pratica di dominio che questa
filosofia-spirito-del-tempo sottende. Perché, solo per fare un esempio,
l’attuale amministrazione democratica americana che si è fatta “luce del mondo”
nobilitando l’indifferenza sessuale, rimane ad oggi quasi del tutto indifferente
(o “riluttante”, come si dice) all’intervento contro il Califfato, il più
bestiale dei fenomeni totalitari che si siano visti dopo il Terzo Reich e il
comunismo asiatico alla Pol Pot? Siamo sicuri che il “fanatismo economico”, per
dirla con il giovane filosofo marxista Diego Fusaro, non sia giunto a sposarsi
con il fanatismo tout-court, si tratti di negare l’evidenza di ciò che sta alla
base della famiglia o di impedirsi l’uso della forza davanti all’evidenza della
ferocia dispiegata?
Le osservazioni di Fusaro sul Fatto
Quotidiano (da noi pubblicato sul nostro blog qui, ndr.)
sono in effetti molto interessanti. Riguardano solo un aspetto della questione
sopra esposta e sono state scritte all’indomani del Family Day del
20 giugno scorso. Sentiamo cosa dice.
«Tra gli ostacoli che
il capitale mira ad abbattere vi è, anzitutto, la comunità degli individui
solidali che si rapportano secondo criteri esterni al nesso mercantile
del do ut des. Il capitale aspira, oggi più che mai, a neutralizzare
ogni comunità ancora esistente, sostituendola con atomi isolati incapaci di
parlare e di intendere altra lingua che non sia quella anglofona dell’economia
di mercato». E ancora. «Se la famiglia comporta, per sua natura, la stabilità
affettiva e sentimentale, biologica e lavorativa, la sua distruzione risulta
pienamente coerente con il processo oggi in atto di precarizzazione delle
esistenze. Il fanatismo economico aspira a distruggere la famiglia, giacché
essa costituisce la prima forma di comunità ed è la prova che suffraga l’essenza naturaliter
comunitaria dell’uomo. Il capitale vuole vedere ovunque atomi di consumo,
annientando ogni forma di comunità solidale estranea al nesso mercantile».
Da tutto ciò ne
consegue «che l’odierna difesa delle coppie omosessuali da parte delle
forze progressiste non ha il proprio baricentro nel giusto e legittimo
riconoscimento dei diritti civili degli individui, bensì
nella palese avversione nei confronti della famiglia tradizionale e,
più in generale, di tutte le forme ancora incompatibili con l’allargamento
illimitato della forma merce a ogni ambito dell’esistenza e del pensiero».
Conclusione: «La “destra del denaro” detta le leggi strutturali, la “sinistra
del costume” fornisce le sovrastrutture che le giustificano sul piano sul
piano simbolico. Così, se la “destra del denaro” decide che la famiglia deve essere
rimossa in nome della creazione dell’atomistica delle solitudini consumatrici,
la “sinistra del costume” giustifica ciò tramite la delegittimazione della
famiglia come forma borghese degna di essere abbandonata, silenziando come
“omofobo” chiunque osi dissentire. Chi, ad esempio, si ostini a pensare che vi
siano naturalmente uomini e donne, che il genere umano esista nella sua unità
tramite tale differenza e, ancora, che i figli abbiano secondo natura un padre
e una madre è immediatamente ostracizzato con l’accusa di omofobia. La
categoria di omofobia non fa valere soltanto una giusta presa di posizione
contro l’intolleranza di chi non rispetta le differenze: diventa essa
stessa una nuova categoria dell’intolleranza, con cui non si accetta
l’esistenza di prospettive diverse. È, per dirla con Orwell, una categoria con
cui si punisce lo “psicoreato” di chi osi violare l’ortodossia del
politicamente corretto».
Ma facciamo un
ulteriore un passo avanti nel segno dell’interrogativo e dello spirito sopra
accennati: da che parte arriva l’ondata di migranti e profughi che sta
invadendo l’Europa? Dalla destabilizzazione del mondo musulmano operata
dall’offensiva jihadista dall’Iraq alla Nigeria. Ma come si sostiene
economicamente e militarmente tale offensiva? Con i petrodollari dei paesi
islamici del Golfo. Gli stessi paesi alleati dell’Occidente che con i loro
oligarchi e fondi sovrani che gestiscono bilanci per migliaia di miliardi
di dollari (si pensi che l’Arabia Saudita, che ha finanziato la fondazione
della iper Lgbt Hillary Clinton, solo per l’anno 2014 ha annunciato un bilancio
di 228 miliardi di dollari con un surplus di quasi 55 miliardi) fanno correre i
mercati grazie a investimenti ciclopici – in Borsa, in acquisizioni immobiliari,
in partecipazioni azionarie in aziende multinazionali – e costituiscono un
asset fondamentale per il capitalismo (fanatico?) internazionale.
Fonte: Tempi, 27.6.2015
Fonte: Tempi, 27.6.2015
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