Rilancio volentieri
la bella testimonianza del patriarca di Baghdad, il quale racconta in un libro –
recentemente edito in Italia – la situazione dei cristiani caldei in mano all’Isis; regime che gode le simpatie dei sauditi - come emerge da alcuni dati (v. qui) - e che, nell'indifferenza dell'Occidente, continua a mietere vittime (v. qui) e drammi umani (v. qui). L'Occidente, infatti, anziché occuparsi di questa realtà, pensa solo ad erigere monumenti al diavolo (v. qui)!
«Rinnegare la fede? Impensabile. Per
noi cristiani iracheni credere è essere»
di Emanuele Boffi
In un
libro-intervista (Più forti del terrore,
Emi) il patriarca di Baghdad Louis R. Sako racconta in modo mirabile e toccante
la situazione del suo popolo
È passato un anno da quando centinaia di uomini
vestiti di nero entrarono a Mosul, l’antica Ninive. In un libro-intervista appena
uscito (Più forti del terrore, Emi) il patriarca di Baghdad
Louis R. Sako racconta in modo mirabile e toccante la situazione dei cristiani
iracheni.
Ricorda quei primi
giorni, quando i jihadisti distribuirono volantini in cui avvertivano i
nazareni: o vi convertite o lasciate la città, pena la decapitazione. «Fra voi
e noi, non ci sarà che la spada», c’era scritto. Sako ripercorre con la memoria
l’esodo dei fedeli, lo spostarsi lento e angosciato di uomini, donne e bambini,
e i vecchi portati a spalla lungo strade senz’ombra e con temperature vicine ai
cinquanta gradi. Oggi, dice Sako, non c’è alternativa all’intervento armato di
terra perché i raid aerei sono necessari, «ma non bastano» a fermare l’Isis.
Fra le mille perle
contenute in questo libro, ve ne è una che, da sola, basterebbe a turbare la
sonnolenta fede occidentale. Al suo interlocutore che gli chiede come sia stato
possibile che gli iracheni abbiano preferito perdere tutto piuttosto che
abiurare, Sako risponde: «In Iraq è semplicemente impensabile rinnegare la
propria fede. Fa parte dell’identità della persona. La fede da noi non è
speculativa, è una questione d’amore e di attaccamento alla persona di Cristo.
La religione è come la farina nel pane, non si può estrarla. È un’esistenza
mistica. Per noi cristiani, la fede è la cosa più grande, per la quale si è
pronti a sacrificarsi. Credere è essere».
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