Con due distinte sentenze,
depositate l’8 luglio scorso, nn. 14225 e 14226, la V sezione civile della Suprema
Corte di Cassazione italiana ha di fatto ribaltato quanto stabilito nei primi
due precedenti gradi di giudizio, sentenziando che, poiché gli utenti di una
scuola paritaria di Livorno pagano un corrispettivo per la frequenza, tale
attività sarebbe da qualificarsi come di carattere commerciale, senza che a
ciò osti la gestione in perdita. Ciò fa sì che, secondo la Suprema Corte, sia
legittima la richiesta dell’Ici (poi diventata parte integrante dell’Imu dal
2011) avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del
territorio gestiti da enti religiosi.
Nel proprio iter
argomentativo, il giudice di legittimità ha precisato che, ai fini in esame, è
giuridicamente irrilevante lo scopo di lucro, risultando sufficiente l’idoneità
tendenziale dei ricavi a perseguire il pareggio di bilancio. E cioè, il
conseguimento di ricavi sarebbe di per sé indice sufficiente del carattere
commerciale dell’attività svolta.
Non si è fatta attendere la presa
di posizione, inusitatamente dura, della CEI, a nome del suo segretario, Mons.
Galantino, che non ha esitato a parlare a tal riguardo di pronunce ideologiche (v. qui, qui, qui, qui e qui).
Non sono mancate le prese di posizione anche politiche (v. qui). Questa dura contestazione da parte della CEI ha indotto il governo precipitosamente ad avviare un tavolo di "chiarimento" (v. qui e qui).
Se, però tali prese di posizione,
altrettanto forti e veementi, la CEI le avesse prese per temi forse più eticamente
sensibili che non quelli riguardanti comunque il denaro e le casse della Chiesa italica …., come ad es. il c.d.
d.d.l. Cirinnà in discussione al Parlamento o la sentenza della Corte europea
dei diritti dell’uomo dei giorni scorsi sui c.d. matrimoni omosessuali o la
decisione, sempre della Corte di Cassazione, sul riconoscimento del mutamento
di sesso anche in assenza di interventi chirurgici …. forse sarebbe apparsa
molto più credibile agli occhi dei fedeli. Ma tant’è …
Lo sdegno di chi non ha vergogna
di Massimo Viglione
Abbiamo appena assistito alla ferma
e immediata contrapposizione pubblica della Conferenza Episcopale
Italiana, per voce del suo segretario mons. Galantino, celebre per le sue
posizioni aperte a ogni dialogo con il mondo laicista, contro il progetto del governo
italiano di imporre l’ICI alle scuole cattoliche.
Fermo rimanendo ovviamente che tutti sappiamo bene che questa è solo l’ennesima trovata per finire di distruggere ogni traccia di libertà educativa in Italia e portare a compimento il piano Gramsci di conquista totale dei cervelli degli italiani (sia chiaro: non che nelle scuole cattoliche italiane si operi in senso contrario, ovvero si insegni la sana dottrina e il senso cattolico della società; ma è ovvio che per i nemici della Chiesa anche solo il principio dell’esistenza di una scuola cattolica, non statale, per quanto prona in ogni modo al laicismo imperante, è cosa intollerabile in sé);
Fermo rimanendo ovviamente che tutti sappiamo bene che questa è solo l’ennesima trovata per finire di distruggere ogni traccia di libertà educativa in Italia e portare a compimento il piano Gramsci di conquista totale dei cervelli degli italiani (sia chiaro: non che nelle scuole cattoliche italiane si operi in senso contrario, ovvero si insegni la sana dottrina e il senso cattolico della società; ma è ovvio che per i nemici della Chiesa anche solo il principio dell’esistenza di una scuola cattolica, non statale, per quanto prona in ogni modo al laicismo imperante, è cosa intollerabile in sé);
fermo rimanendo che tale volontà
laica è oggi rafforzata dall’esigenza di imporre a tambur battente e senza ostacolo
alcuno l’omosessualismo e il genderismo di massa nelle scuole;
fermo rimanendo che i nostri
vescovi – non parlo singolarmente, in quanto lodevoli eccezioni ci sono sempre,
ma come vox unica,
come CEI – sono i primi responsabili di tutto questo in quanto sono i primi
sostenitori di questo governo e dei suoi mandanti come di quelli precedenti;
anticipato tutto questo, sorge
spontanea una domanda: ma i nostri amatissimi e stimatissimi vescovi, a tutti
noti per il coraggio e l’abnegazione con cui sono pronti a difendere Dio e i
suoi diritti contro i soprusi dei potenti, che sono ora balzati dalla sedia, in
primis il fenomenale segretario, alla notizia di dover cacciare i soldi
abbandonando repentinamente quella onnipresente prudenza politica che li caratterizza
e li rende proni a ogni potere, non potrebbero utilizzare un decimo dello
stesso zelo per difendere i bambini dagli orchi e l’ordine naturale come Dio lo
ha creato? Per combattere l’aborto, il genderismo, l’omosessualizzazione della
gioventù e dell’intera società?
Perché non sono balzati dalla sedia
alla notizia che il governo vuole liberalizzare la droga? Dove erano solo pochi
giorni or sono?
Non potrebbero alzare la voce anche
per difendere gli italiani che ogni giorno si suicidano a causa di una crisi
economica fomentata da coloro che sono i veri governanti di questa Italia e che
tanto vengono rispettati e ubbiditi dagli stessi vescovi? Non potrebbero alzare
la voce per smuovere le coscienze in difesa dei nostri fratelli nella fede
ammazzati in massa nel mondo islamico? Non potrebbero tornare ad essere i
vescovi anche del popolo italiano impedendo l’invasione della nostra terra e il
pericolo della definitiva perdita della fede e della libertà di tutti noi?
Non pensano che se agissero in tal
maniera sarebbero anche più credibili quando poi si scagliano, lancia in resta,
per difendere gli incassi (sebbene leciti e sacrosanti, come in questo caso)?
Non viene loro in mente che per quanto questa loro protesta sia giusta, la
vita, l’educazione retta e la libertà stessa dei bambini e anche degli adulti
sia infinitamente più importante della cassa?
E allora, reverendissime
eccellenze, difendete pure la cassa, ma anzitutto siate pronti fino al sangue –
come è vostro dovere – per difendere i valori della fede, della carità,
dell’ordine naturale e della volontà di Dio, per difendere i nostri figli e il
futuro degli italiani e dell’intera umanità dall’assalto ininterrotto delle
forze del male.
Urlate il vostro sdegno e incitate
e guidate i fedeli alla giusta e sacrosanta resistenza civile e morale!
Scendete in piazza con i vostri fedeli, tutti, nessuno escluso, per difendere
la libertà e condannare senza timore alcuno chi vuole distruggere ogni limite
fra il bene e il male, chi vuole bruciare la fanciullezza, chi vuole imporci il
silenzio tramite il terrore giudiziario, chi è pronto a ogni abominio, chi
massacra i fratelli nella fede e vuole islamizzare il nostro paese. Chi
combatte la Chiesa e la Fede cattoliche ogni giorno, ovvero chi combatte voi,
per quanto proni possiate mai essere e diventare.
Magari, così facendo, poi si scopre
che la gente torna in chiesa, che i fedeli diventano molto più pronti alla
lotta per difendere il Bene sapendo di avere il vostro appoggio spirituale,
morale e materiale e che quindi i governi – di cui siete stati, almeno come
CEI, finora sgabello – poi la smettono di distruggere la società a loro
piacimento, iniziando a incontrare resistenza di popolo.
E così, di conseguenza, poi salvate
anche i vostri soldi e le scuole, oltre alla dignità.
Nessun commento:
Posta un commento