In lode di questo Santo, che nei secoli a noi più
vicini fu uno di quelli che più si studiarono d'esprimere in sé medesimi le
virtù di Cristo, basti dire che quando la peste, la fame e la guerra desolavano
la Francia, la Provvidenza sembrò quasi d'aver affidato a Vincenzo le sue veci.
Per le mani di questo povero signor Vincenzo,
Monsieur Vincent, come lo chiamavano, passarono somme enormi e soccorsi
d'ogni genere, che venivano distribuiti alle affamate turbe.
L'autorità di san Vincenzo era immensa ed
indiscussa in tutto il regno. Egli faceva parte, dal 1643, del c.d. Consiglio
reale di coscienza, chiamatovi da Anna d’Austria, vedova di Luigi XIII; cosicché
le nomine ai vescovadi ed ai benefici più pingui della Chiesa di Francia, sottostavano
al controllo del Santo (cfr. André
Frossard, Votre très humble serviteur Vincent de Paul, Paris 1960, trad. it. di Andrea Marchesi (a cura di), Il vostro umile servitore
Vincenzo de' Paoli, Roma, Città Nuova, 19954, pp. 135-136),
suscitando l’ostilità del potente card. Mazzarino. E lo stesso re di Francia,
Luigi XIII, qualche ora prima di morire il 14 maggio 1643, gli dirà «Ah!
Monsieur Vincent, se vivessi, ordinerei che i vescovi facessero ritiro da voi
per tre anni prima di prendere possesso della loro diocesi» (ibidem, p.
124).
Eppure Vincenzo, mite ed umile di cuore, con la medesima
semplicità evangelica e veste esteriore povera e dimessa, con la quale si
aggirava per Parigi e raccoglieva per la strada gli orfanelli abbandonati e i
malati derelitti, saliva poi le scale magnifiche della reggia e prendeva parte
ai consigli della Corona.
San Vincenzo de’ Paoli fondò la Congregazione dei
Preti della Missione e la società delle Figlie della carità, e morì in età
avanzata il 27 settembre 1660.
Roma cristiana ha dedicato due chiese al nostro
santo. La prima è San Vincenzo all’Aventino, edificata nel 1893 alle
falde del colle Aventino, nel rione Ripa, ed a cui è annessa la Casa
Generalizia delle Suore della Carità, figlie di Santa Giovanna Antida Thouret (cfr. Massimo Alemanno, Le chiese di Roma
moderna, vol. III, I Rioni Ripa e Testaccio e i quartieri del quadrante
sud-est, Armando editore, Roma, 2007, pp. 29-31). La seconda è Santa Maria Immacolata e San
Vincenzo de’ Paoli, costruita nel 1950, in via Tor Sapienza (ibidem, pp. 143-144).
Di san Vincenzo de’ Paoli, rileviamo soprattutto
una virtù da imitare.
Si narra che a questo caro Santo nulla piacesse, se non in Gesù Cristo, nel
quale egli viveva e conformemente al cui spirito egli agiva. Perciò, nei casi
un po' dubbi, si fermava un istante e rifletteva: in quest'occasione, cosa
avrebbe fatto Gesù? e secondo come lo Spirito Santo lo illuminava
interiormente, così egli operava. L’esercizio di san Vincenzo de’ Paoli era,
quindi: «Se Cristo fosse al mio posto, cosa penserebbe, cosa direbbe o farebbe?»
e così
pregava: « Si
tu étais à ma place, que ferais-tu, Seigneur ? ».
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Pietro Gagliardi, La carità di S. Vincenzo, XIX sec. |
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Andrés Cortés y Aguilar, La carità di S. Vincenzo, XIX sec. |
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Autore anonimo, S. Vincenzo de' Paoli, XVIII sec., Casa provinciale vincenziana, Madrid |
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Autore anonimo, S. Vincenzo con la stola, XVII sec., Mondovì |
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Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec., Casa Madre vincenziana, Parigi |
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Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec., Cappella dell'Ospizio, Moutiers-Saint-Jean |
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Simon François de Tours, S. Vincenzo de' Paoli, XVII sec. |
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Anonimo, S. Vincenzo col Crocifisso, XIX sec., Casa delle Figlie della Carità, Gumpendorf |
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Anonimo, S. Vincenzo mentre predica, XIX sec., Casa vincenziana, Bisceglie |
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