Non bastavano le
polemiche innescate a ridosso della festa dell’Assunta dal segretario della
CEI, mons. Galantino, definito non a caso il "Boldrini della CEI" (v. qui), criticato - per il suo atteggiamento - persino da uno dei maggiori politologi italiani qual è Sartori (v. qui) e nonostante gli inviti rivoltigli ad una moderazione (v. qui), che ecco in Italia un nuovo affaire, innescato
da parte ecclesiastica, in nome di un vacuo pacifismo, animata da sentimenti antitaliani, oltre che perdita del
senso delle proprie radici. Cristiane in primo luogo.
Si tratta di un’insensata
censura, durante una celebrazione eucaristica lo scorso 15 agosto, della
storica preghiera degli alpini (per la storia di questa preghiera, si rinvia
qui). Come emerso dagli organi di stampa, il celebrante avrebbe imposto l’espunzione
dalla preghiera del riferimento alle “armi” ed alla “civiltà cristiana” (v.
qui) per non offendere gli islamici presenti in Italia (sic!) (v. qui e qui),
dimenticando che non è estranea a quella fede, tutt'altro che religione di pace (v. qui), la c.d. teologia dello stupro (v.
qui) e le uccisioni di chi ha dedicato la propria vita a salvare il patrimonio storico-artistico (v. qui), e che non sono certo condannate e stigmatizzate - almeno come dovrebbero - dal mondo musulmano.
È vero che il “vescovo”
di Vittorio Veneto ha fornito la propria versione del fatti, adducendo la sua
estraneità alla vicenda. Tuttavia ha tenuto a precisare che interverrà per
trovare, «in dialogo con gli alpini, una posizione che eviti il ripetersi di
questi fatti» (v. qui e qui), che tradotto dal linguaggio clericale può voler dire
finanche “rivedere” la preghiera in questione, epurandola dalle parti reputate “contrarie”
al nuovo corso pacifistico e filo-islamico, ovvero anche vietare la recita
della preghiera in qualsiasi contesto liturgico. Staremo a vedere. Per il momento, ci sembrano assai pertinenti le riflessioni del prof. Pasqualucci rilanciate da Chiesa e post concilio.
Diocesi “censura” la
«preghiera dell'Alpino», polemica in Veneto
Aggiornamento: Ho scansionato dal testo
cartaceo perché su Avvenire on-line l'articolo non è
rintracciabile.
Per il giornale dei
vescovi si tratterebbe di una tempesta in un bicchiere d'acqua.
Minimizzare, anche girando la pizza col richiamare il contesto liturgico, fa
parte del loro mestiere.
Il fatto è, invece,
che il sacerdote non ha rimosso la preghiera dalla Liturgia come si poteva
dedurre dalle considerazioni in apertura dell'articolo; ma, come si deduce dal
seguito, ha "proposto il testo modificato"... (vedi immagine a lato)
Quanto a Salvini,
aggiungo che sbaglia nello stigmatizzare i vescovi perché parlano di politica.
Un cristiano dovrebbe contraddistinguersi anche per l'impegno politico e i suoi
orientamenti. Il problema sta nel fatto che vescovi come Galatino & C.
predicano orientamenti secondo il mondo...
Conoscevo già questa
aberrazione, che ormai è di lunga data, anche per iniziativa dell'Ordinariato
militare. Mio marito, nei suoi scritti, riporta sempre la preghiera nel testo
integrale, nonostante già da tempo risulti "censurata" nei termini che leggiamo qui, che stralcio di seguito.
Aggiungo un commento di Paolo Pasqualucci, che puntualizza con acribìa la
situazione e le azioni conseguenti. Ciò che tocca la patria e la famiglia non
può non toccare anche la fede.
Treviso - Nervi
sempre più scoperti in Veneto su ogni episodio che richiami, anche
sottotraccia, le `difesa´ del territorio da ingressi stranieri. È successo così
che la Diocesi di Vittorio Veneto (Treviso) abbia `censurato´ la Preghiera
dell’Alpino che doveva essere letta ieri in occasione di una cerimonia per la
Festa dell’Assunta a Passo San Boldo.
La proposta di modifica della frase «...rendi
forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria, la nostra
bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana», non è stata accettata
dai vertici locali dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini) e la preghiera -
riportano i quotidiani locali - non è stata letta dal sacerdote che celebrava
la messa. Con il conseguente sconcerto delle `penne nere´, il gruppo locale
dell’Ana, con i propri dirigenti ed iscritti, si è quindi riunito fuori della
chiesetta che sorge sul passo (costruita dalle stesse `penne nere´) e lì si è
proceduto alla lettura della preghiera dell’Alpino. Si tratta di un testo
scritto circa 80 anni fa, in tempo di guerra, e che in premessa ricorda come
gli alpini siano armati «...di fede e di amore». Il presidente della sezione
Ana, Angelo Biz, ha voluto evitare la polemica, ma si è chiesto perché «nella
Diocesi il rapporto con gli alpini sia spesso diventato così problematico».
«Sono sempre più
sconcertato da `certi Vescovi´. W gli Alpini». Il segretario della Lega
Matteo Salvini torna a polemizzare con i vescovi per l’iniziativa della
Diocesi...
* * *
I vescovi contro
gli Alpini
Difendiamo gli
Alpini contro i vescovi antiitaliani
di Paolo Pasqualucci
- La frase censurata dai vescovi proclama la difesa della Patria, non minaccia nessuno. Della patria e della "civiltà cristiana". Difesa "in armi", si capisce. Sennò, come? Non è una frase aggressiva, non esprime affatto una mentalità guerrafondaia.
- Si capisce che a certi vescovi (ma gli altri vescovi tacciono) la frase non piaccia. La "pastorale liquida" dilagante nella Gerarchia dal Concilio in poi, ha non solo abolito l'idea stessa di Patria, connessa a quella di nazione cattolica che va difesa anche con le armi dal nemico esterno ed interno, ma anche quella di Nazione sostituendola con quella di Umanità, di Genere Umano da unificare (senza convertirlo), anche se ciò (come si vede) comporti la distruzione delle antiche nazioni europee. Questi vescovi non riconoscono più nemmeno il concetto di "civiltà cristiana". Della "civiltà cristiana" la S. Messa VO era un elemento costitutivo. Abolitala e sostituitala con la "carnevalata" montiniano-bugniniana (L. Bouyer), come si poteva mantenere il senso di una tradizione spirituale che ci ancorava ad una "civiltà cristiana" e quindi a una nazione, a una patria che, quali che fossero le sue vicissitudini e le sue contraddizioni, pur sempre la rappresentava? Inoltre, con la politica delle continue richieste di scuse, i Papi postconciliari non hanno di fatto mandato al macero tutto il passato della Chiesa, anche nel temporale? Voglio dire, facendo della politica della Chiesa nel temporale di ogni erba un fascio, senza mai distinguere ciò che andava criticato da ciò che invece andava pienamente giustificato e fatto proprio anche oggi, a cominciare dalle Crociate, dalla difesa politica e militare dell'Italia e dell'Europa dall'invasione maomettana.
- E come possono sostenere il valore della Patria vescovi che magari sono a favore della distruzione del matrimonio e della famiglia cattolici, programmato dalla parte deviata del clero per il prossimo Sinodo di Ottobre, con le aperture che sappiamo? Cancellata e avversata l'idea della Patria, tocca alla famiglia. E viceversa.
- Bisogna sostenere l'on. Salvini nella svolta "patriottica" che egli sta cercando di imprimere alla Lega, togliendola dal truce particolarismo delle origini. Non credo si tratti di calcoli elettoralistici. Qui sono ormai in ballo esigenze elementari e fondamentali, esigenze di sopravvivenza nazionale, come popolo, come italiani, come etnia, non solo come società. Anche la recente proposta di Salvini di istituire di nuovo il servizio militare obbligatorio mi sembra, in linea di principio, valida e da sostenere. Rientra nella logica della "difesa della Patria", di una Patria italiana che, piaccia o meno, "gli altri" (dai "Poteri forti", al nemico interno, ai mussulmani) hanno tutto l'interesse a far sparire.
Da "Censurare" è colui che continua a postare la foto con la"frase censurata" dove è disegnato il nostro Cappello con la penna sul lato destro...! La penna sul nostro Cappello va sempre e solo sul lato SINISTRO....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!'
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