Nell’Ottava
dell’Assunzione proponiamo questa riflessione.
Come
noto, il dogma dell’Assunzione fu definito nel 1950 dal Papa Pio XII. Ma la
Chiesa giudaico-cristiana l’aveva già definito, in fondo, fin dal sec. II.
Sulla
base di una tradizione ebraica, in effetti, secondo cui i tre leader dell’Esodo
- Mosè, Aronne e Miriam – non sperimentarono la corruzione del sepolcro, ma sarebbero
morti nel “bacio di Dio”, i giudeo-cristiani di Gerusalemme trovarono facile
leggere l’evento dell’Assunzione, alla luce della tradizione giudaico-mosaica, applicandola
anche a Myriam, la madre di Gesù, analogamente a quello che la tradizione
ebraica ha affermato Miriam, sorella di Mosè, che ne prefigurò la figura. La Bibbia afferma che Mosè morì “per
ordine della bocca di Dio” o “secondo l’ordine del Signore” o, secondo la
Vulgata, mortuusque est ibi Moses … iubente Domino (Deut. 34, 5).
In ebraico abbiamo פִּ֥י יְהוָֽה׃, pi Adanai. Il testo, tuttavia, secondo
la tradizione ebraica, contiene un’interpretazione splendida (cfr. Paolo De Benedetti, La morte di Mosè
e altri racconti, Brescia 2005, passim): una traduzione più aderente
alla lettera del testo sarebbe “morì per bocca del Signore” o, meglio, “sulla
bocca del Signore”. La tradizione rabbinica commenta questo brano, in effetti,
dicendo che Mosè morì baciato in bocca da Dio stesso, il gesto più intimo, più
misterioso, più straordinario, che Dio riserva solo ai grandi santi. Quello di
Mosè sarebbe stato pure un privilegio di Aronne e Miriam.
Giacinto Brandi (attrib.), Transito della Vergine, XVII sec., Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Aquila |
Gli
apocrifi giudaico-cristiana, soprattutto quello che va sotto il titolo di Dormizione
di Maria non esita a scrivere il Signore apparve a Maria, sua madre, la
baciò e baciandola prese la sua anima affidandola all’arcangelo san Michele perché
la portasse in cielo, mentre il corpo di Maria avrebbe riposato tre giorni
nella tomba similmente al corpo di suo figlio Gesù. Per cui, gli apocrifi
indiscutibilmente, nel descrivere l’evento storico dell’Assunzione, trovarono
agevole rifarsi alla tradizione del giudaismo mosaico.
Il
contesto più ampio della morte di Maria è riassunto negli stessi apocrifi e
raffigurato da Duccio di Buoninsegna nella sua Maestà. Secondo questa
tradizione, Maria avrebbe incontrato sul Monte degli Ulivi un angelo che le
avrebbe dato una palma della vita ed annunciato la sua morte imminente. Maria,
tornata a casa, avrebbe trasmesso la notizia a chi le era accanto. Miracolosamente,
gli apostoli si radunarono da diversi luoghi attorno alla Vergine. Dopo aver
preso congedo da Giovanni e dagli altri Apostoli ed aver mostrato loro l’abito
funebre con cui desiderava essere rivestita, apparve Gesù, circondato dagli
angeli, per ricevere l’anima di sua madre, che affidò a San Michele Arcangelo. Era
l’ora terza. Quella stessa in cui era morto Gesù. Gli apostoli seppelliscono il
corpo di Maria ai piedi del Monte degli Ulivi. Tre giorni dopo, prima che il
corpo della Vergine si corrompesse, apparve ancora Gesù a portare quel corpo
verso il cielo, dove l’anima di Maria poté ricongiungersi al corpo.
Al
di là di interpretazioni divergenti, è indubbio che Giovanni prese Maria con sé
dopo il Calvario. Per un certo tempo, è sicuro che entrambi vissero ad Efeso,
ma senza dubbio a Gerusalemme la Vergine concluse la sua vita terrena, vera
cittadina della Gerusalemme terrena quanto della Gerusalemme celeste. Ella è la
Ierosolymitissa.
La sua tomba si trova nella valle del Cedron. Gli scavi
archeologici del 1974 hanno confermato che si trattava di una tomba del I sec.
scavata nella roccia. La data dell’evento mariano corrisponde sia alla morte,
risurrezione e ascensione di Cristo. Maria è una donna di Israele. Ha vissuto
la sua condizione umana, completamente senza peccato. La solidarietà con l’umanità,
però, è totale. La sua vita da ragazza, la vita della madre è stato
caratterizzato dalle gioie, sofferenze, dolori e anche nella morte (per queste
riflessioni, cfr. Frédéric Manns, La dormition de Marie, 13 agosto 2015). Maria non è sfuggita alla morte, ma
non intesa come “salario del peccato”, bensì come supremo atto di amore. Maria,
infatti, è morta nel bacio d’amore del Signore, venendo elevata poi anche col
corpo alla gloria celeste.
Va
segnalata una particolarità. La tradizione figurativa, più ricorrente in
Oriente che in Occidente, tratto sempre dagli apocrifi, vede nel trasporto del
corpo della Purissima Vergine dal monte Sion al sepolcro nella Valle del Cedron
alcuni giudei, che si avvicinavano al corteo funebre con l’intento di
rovesciare dal suo lettuccio il corpo della Madre di Dio. Secondo alcuni
apocrifi sarebbe il sommo sacerdote in persona ad avvicinarsi al lettuccio per
cercare di rovesciarlo. Il suo nome sarebbe Jefonia o Gefonia. Secondo il
Transito della Vergine si tratterebbe di un semplice giudeo, chiamato Ruben.
Non
raggiunse il suo intento, riuscendo solo a sfiorare il lettuccio, giacché le
sue mani vi rimasero attaccate ed appese allo stesso, troncate di netto dalla
spada di un angelo (o dello stesso san Michele arcangelo) all’altezza dei
gomiti. L’uomo, quindi, supplicò gli apostoli di guarirlo da quella sventura. L’intervento
di Pietro lo convinse a confessare la fede in Cristo, Figlio di Dio e della Vergine
Madre di Dio. Solo quando Jefonia fece una professione di fede nel Cristo (confessando
peraltro che i giudei non è che non credessero che Gesù fosse il Figlio di Dio,
ma per amore del denaro l’avevano ucciso) e baciò con venerazione il corpo
della Vergine, riavvicinandosi alle sue mani, se le vide ricongiungere
miracolosamente recuperandone l’uso.
È agevole vedere in quest’episodio leggendario la convinzione tipicamente giudeo-cristiana, rimasto nella tradizione cristiana, che il corpo della Vergine sia la nuova Arca dell’Alleanza. Per cui, l’intervento dell’angelo volto a preservare il sacro corpo è da leggere analogamente ed in filigrana a quanto avvenuto, nell’Antica Testamento, ad Uzza, che fu colpito a morte allorché volle empiamente stendere la mano verso l’Arca di Dio (2 Sam. 6, 6-8; 1 Cron. 13, 9-11) (cfr. Frédéric Manns, Rainer Maria Rilke, La morte di Maria, 13 agosto 2015).
È agevole vedere in quest’episodio leggendario la convinzione tipicamente giudeo-cristiana, rimasto nella tradizione cristiana, che il corpo della Vergine sia la nuova Arca dell’Alleanza. Per cui, l’intervento dell’angelo volto a preservare il sacro corpo è da leggere analogamente ed in filigrana a quanto avvenuto, nell’Antica Testamento, ad Uzza, che fu colpito a morte allorché volle empiamente stendere la mano verso l’Arca di Dio (2 Sam. 6, 6-8; 1 Cron. 13, 9-11) (cfr. Frédéric Manns, Rainer Maria Rilke, La morte di Maria, 13 agosto 2015).
Gaetano Zompini, Trasporto del corpo della Vergine alla Valle del Cedron, XVIII sec., Chiesa di San Giacomo dall'Orio, Venezia |
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