Questo
caro Santo, così dolce ed umile che chiese a Dio che il suo sepolcro, dopo la
sua morte, non fosse conosciuto da nessuno († 1547), ha il merito di essere
stato, prima ancora di sant’Ignazio, uno dei rappresentanti più autorevoli
della riforma ecclesiastica compiuta nel XVI sec.
Roma
cristiana lo venera come uno dei suoi cittadini di elezione. La basilica
liberiana rievoca ancora il ricordo della sua prima messa, che celebrò nel
Natale del 1516 dopo averla ritardata per quasi tre mesi dalla sua ordinazione
sentendosi inadeguato, e quella, soprattutto, al Presepio del Signore,
celebrata, col fervore di un Serafino, il giorno in cui meritò di accogliere
tra sue braccia il Divin Bambino dalla stessa Vergine. Era il 25 dicembre 1517
(Bollandisti, De S.
Caietano Thienæo Conf., Commentarius prævius, cap.
II, Aula Romana Caietani
moribus illustrata, munns in ea gestum; sacerdotium, Pueri Jesu amplexus,
Cœlitum patrocinium matri impetratum, praeclara de sodalitio Vicentino merita,
§ 20, in Acta Sanctorum, Augusti, t. II, vol. 36, Die Septima, Parigi-Roma, 1867,
p. 244). In
effetti, stava pregando in Santa Maria Maggiore, e precisamente nella cappella
del Presepio (dove si conservano, inseriti in una magnifica culla di materiali
preziosi, alcuni legni della culla di Gesù) allorquando mosse, con gesto
apparentemente, illogico, le braccia verso l’immagine di Maria col Figlio.
Successe allora l’incredibile: la Vergine Maria posò, sulle braccia tese Santo,
“Quel tenero fanciullo, carne e vestimento dell’eterno Verbo”. Questo fatto
straordinario lo apprendiamo da una lettera, che lo stesso protagonista scrisse
un mese dopo, alla monaca agostiniana bresciana suor Laura Mignani (1482-1525),
donna di altissimi meriti, tanto che il nostro Santo ed altri sacerdoti, senza
conoscerla di persona, se ne erano fatti figli spirituali. Raccontata la
visione, San Gaetano la commenta così: “… Duro era il mio cuor ben lo
crederete, perché certo non essendosi in quel punto liquefatto, segno è che è
di diamante”. E sospirava: “Pazienza!”. La visione, sempre su testimonianza del
protagonista, si ripeté nelle due feste della Circoncisione e dell’Epifania. Il
santo ne fu tanto grato che si confermò e si corazzò nelle “immortal guerra
contro i tre pestiferi nemici: la carne, il mondo e il demonio, da superare con
l’aiuto della croce”.
La confessione
del Principe degli Apostoli conserva anche il ricordo del giorno memorabile -
era il 14 settembre 1524 – nel quale Gaetano da Thiene e l’ardente Gian Pietro
Carafa, futuro Paolo IV, istituirono il nuovo Ordine dei Chierici Regolari,
emettendo il difficile voto di affidarsi interamente alla divina Provvidenza
per vivere soltanto delle elemosine che sarebbero state loro spontaneamente
offerte dai fedeli.
Presso la
Chiesa dei SS. Silvestro e
Dorotea in Trastevere, il
nostro Santo aderì, e probabilmente fondò, l’oratorio del Divino Amore,
partecipando attivamente alle sue opere volte all'edificazione spirituale dei
confratelli ed a un diffuso impegno assistenziale, soprattutto nei confronti di
persone emarginate ed a rischio. Come altri membri dell'oratorio, perciò, lo
troviamo più tardi - nel 1524-25 - fra i custodi dell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili,
uno degli istituti caritativi promossi a Roma, come altrove, dai confratelli
del Divino Amore. Nella
chiesa dei SS. Silvestro e Dorotea, ricorda l’Armellini, il nostro Santo, come
più tardi fece anche il Calasanzio, gettò le fondamenta del suo ordine (cfr. Mariano
Armellini, Le chiese di
Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p.
692).
Nel rione
Campomarzio, presso Villa Medici al monte Pincio, esiste poi un casino in cui
il Santo, assieme ai suoi primi discepoli, si rifugiò durante il sacco di Roma
del 6 maggio 1527 sotto papa Clemente VII. Scoperto dai lanzichenecchi il Santo
fu catturato, imprigionato nella Torre dell’Orologio in Vaticano e torturato
perché rivelasse il luogo in cui aveva nascosto i suoi tesori. Alla fine, la
soldataglia lo lasciò libero perché comprese che non aveva beni da depredare.
In ricordo di quest’episodio fu posta nel 1704 una lapide sull’ingresso della
cappelletta (ibidem, pp. 341-342).
Al Santo è
dedicata a Roma, nel quartiere Tor di Quinto, una chiesa nei pressi della via
Flaminia Nuova, San Gaetano a
via Tuscania, officiata dai Teatini ed eretta nel 1962, sebbene dedicata
nel 1979.
San
Gaetano ebbe una parte notevole nella riforma del Breviario sotto Clemente VII.
Canonizzato
nel 1671 da Clemente X, la sua festa entrò nel Messale nel 1673 come
semidoppia; Innocenzo XI l’elevò al rango di rito doppio nel 1682.
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Andrea Vaccaro, S.
Gaetano offerto alla Vergine da sua madre, XVII sec., Museo del Prado,
Madrid |
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Andrea Vaccaro, Il
disinteresse di S. Gaetano, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
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Andrea Vaccaro, S.
Gaetano dinanzi alla Sacra Famiglia, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
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Andrea Vaccaro, Morte
di S. Gaetano, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
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S, Gaetano intercede per gli appestati del Regno di Napoli, con sullo sfondo il Vesuvio, XVII-XVIII sec. |
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Scuola
austriaca, La gloria di S. Gaetano, XVIII sec. |
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Matteo
Rosselli, I SS. Gaetano Thiene, Andrea Avellino, Francesco d’Assisi adoranti
la Trinità, con la Madonna ed i SS. Giovanni Battista e Michele arcangelo,
XVIII sec., Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, Firenze |
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Giambattista Tiepolo, S. Gaetano da Thiene, 1710-36, Museu
Nacional de Belas Artes, Rio de Janeiro |
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Sebastiano
Ricci, S. Gaetano conforta un moribondo, 1727, Pinacoteca di Brera,
Milano |
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Giovanni
Battista Piazzetta, Angelo custode tra i SS. Antonio da Padova e Gaetano
Thiene, 1729 circa, San Vitale, Venezia |
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Ubaldo Gandolfi, Madonna con Bambino e S. Gaetano, 1775,
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Cento |
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Gaetano Gandolfi, S. Gaetano riceve il Bambino Gesù dalle mani della Vergine, 1790-99 circa, Museo antico del Tesoro della Santa Casa, Loreto |
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Antonio Binachini, SS. Camillo de Lellis, Gaetano con Gesù Bambino che incorona S. Lucia, 1849, Palazzo Jacobini, Genzano |
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Salvatore Postiglione, Affettuosità ovvero S.
Gaetano, XX sec. |
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Pietro Gagliardi, Visione di S. Gaetano, 1882, Chiesa parrocchiale di S. Gaetano, Hamrun, Malta |
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Statua della Vergine che porge a S. Gaetano (Gejtanu) il divin Bambino, Hamrun, Malta |
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