Apprendiamo,
non senza sorpresa, che i giornalisti cattolici Paolo Deotto ed Alessandro
Gnocchi hanno promosso una richiesta di chiarimento al Dicastero vaticano
competente circa l'ordinazione episcopale - preceduta da rito pagano - di Mons.
Contreras e la partecipazione del "cardinal" Ravasi ad un rito pagano
sempre in America Latina (v. Abbiamo
chiesto chiarimenti alla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede).
Condividiamo
e plaudiamo a questa felice iniziativa, che senz'altro riscuote il nostro
consenso ed appoggio.
Troviamo,
infatti, altamente opportuno che i cattolici prendano coscienza della loro fede
e che il Dio cristiano è un Dio geloso, che non tollera che si adorino altre
divinità, anche solo per motivazioni (o sedicenti tali) culturali o di
inculturazione. Dio è geloso perché ama immensamente le proprie creature e chi
ama - si sa - è vulnerabilissimo: è ferito anche solo da una parola o da un
pensiero della persona che ama. Un filosofo, che pure non condividiamo, Maritain, tuttavia aveva visto giusto col dire che «Si
può dire che Dio è il più vulnerabile degli esseri … basta un invisibile movimento
del cuore di un agente libero [una
creatura umana] per ferirlo e
privare la sua volontà antecedente quaggiù di qualcosa che ha voluto e amato da
tutta l’eternità» (così ricorda A. Socci, Avventurieri
dell’eterno, Rizzoli, Milano 2015, p. 26).
Del resto Cristo ha vinto, ha spazzato via gli idoli ed i demoni e non si comprende il motivo per il quale il Vincitore debba venire a patti con Belial, cioè col perdente. E mediante Lui i cristiani hanno vinto e come Egli non viene a patti col perdente, così analogamente i cristiani non possono venire a patti con chi ha perso, cioè gli idoli pagani.
Del resto Cristo ha vinto, ha spazzato via gli idoli ed i demoni e non si comprende il motivo per il quale il Vincitore debba venire a patti con Belial, cioè col perdente. E mediante Lui i cristiani hanno vinto e come Egli non viene a patti col perdente, così analogamente i cristiani non possono venire a patti con chi ha perso, cioè gli idoli pagani.
Va anche
ricordato che i cristiani dei primi secoli hanno sacrificato la loro vita pur
di non offrire agli idoli ed al nume degli imperatori anche solo un granellino
di incenso! Eppure, secondo l'ottica di questi ecclesiastici, avrebbero potuto
offrirlo ed ottenere salva la vita: ne andava della loro esistenza terrena.
Nella prospettiva di questi prelati sarebbero stati più che giustificati,
dovendo salvaguardare un valore enorme qual era la loro vita. Eppure l'hanno
stimata un nulla, pensando che la loro vita non valesse l'eternità, che è un
Bene ancora maggiore. E per conseguire questo Tesoro, che in fondo è Dio stesso, hanno preferito la
morte.
Ed invece,
come già segnalato, oggi assistiamo ad un paganesimo di ritorno e gli attori
principali di questo neo-paganesimo sono proprio sacerdoti, vescovi e
cardinali. Assistiamo perciò a danze pagane nella Cattedrale di Perugia (v. qui)
o a preti che inneggiano alla dea Gaia (v. qui).
Per ciò ben
vengano iniziative come quelle promosse dai suddetti due giornalisti. Con la
speranza che si esca dall'equivoco .... . Ad majorem Dei gloriam!
Ottavio Mazzonis, La Chiesa Cattolica, 1998. A destra, in piedi, accanto all’angelo, un autoritratto dell'Autore in veste di S. Paolo |
Gustave Doré, Trionfo del Cristianesimo sul paganesimo, XIX sec. |
Gustave Doré, Trionfo del Cristianesimo sul paganesimo, 1899, British Museum, Londra |
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