Figura davvero
grandiosa, Bernardo fu allo stesso tempo riformatore della vita monastica,
apostolo della Crociata, dottore della Chiesa universale, taumaturgo,
pacificatore di re, di principi e di popoli, oracolo dei Papi e campione del
pontificato romano contro gli scismi e le eresie. Il suo corpo, spossato dalle
penitenze e dalle malattie, giunse alla gran pena di ritenere un’anima tutta di
fuoco per la gloria di Dio. Questo fuoco ardeva attorno a lui, tanto che i suoi
segretari non bastavano a registrarne tutte le guarigioni miracolose che
operava col solo tocco della sua mano o con la sua semplice benedizione.
Le necessità della
Chiesa portarono molte volte san Bernardo a discendere in Italia ed a venire a
Roma.
Si deve a lui il
restauro della chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio alle Tre Fontane e
dell’annessa abbazia ad aquas Salvias,
sulla via Laurentina, dove, chiamatovi da papa Innocenzo II nel 1128, stabilì
come abate quel Pietro Bernardo da Pisa, suo seguace, che divenne in seguito,
nel 1145, Eugenio III (cfr. Mariano
Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia
Vaticana, Roma 18912, p. 940). Le relazione del maestro con questo suo antico
discepolo divenuto papa sono ammirevoli. Bernardo non poteva dimenticare il suo
ruolo paterno verso l’anima del Pontefice e per aiutarlo a ben meditare, gli
indirizzò la sua opera De Consideratione ad Eugenium III, che, con il Pastorale
di san Gregorio Magno, non mancò mai di figurare, sino al XVI sec., nella
biblioteca dell’appartamento pontificio.
Roma cristiana gli
dedicò una chiesa, costruita a metà del XV sec., ed oggi scomparsa, presso la
Colonna Traiana (San Bernardo ad Columnam Traianam o della Compagnia)
(cfr. ibidem, pp. 165-166; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze
1927, p. 529).
Oggi, sul sito, sorge la chiesa del SS. Nome di Maria (cfr. Mariano Armellini, op. cit., p. 166;
Ch. Huelsen, op. loc. cit.).
Un’altra – tuttora
esistente – è la chiesa di San Bernardo alle Terme o a Termini, edificata alla
fine del ‘500 e titolo cardinalizio. Essa, di forma circolare, sorse in uno dei
calidari o in uno spheristerium (sala per i giochi con la palla) delle terme di
Diocleziano (cfr. Mariano
Armellini, op. cit., p. 819). La chiesa, affidata ai francesi dell'ordine
dei Cistercensi, i Foglianti, per intercessione di Caterina Sforza di Santafiora
(ibidem), dopo la Rivoluzione
Francese e lo scioglimento dei Foglianti, fu ceduta, assieme all'annesso
monastero, alla congregazione di Bernardo di Chiaravalle.
Una chiesa più recente,
che è parrocchia, è stata eretta nel quartiere Prenestino-Centocelle: San
Bernardo di Chiaravalle. Istituita nel 1974 come vicecura ed eretta in
parrocchia nel 1978, fu inaugurata nel 1993.
La messa è quella dei
dottori, come il 4 aprile, ma la prima lettura è comune alla festa di san Leone
I, l’11 aprile. In effetti, san Bernardo rifiutò costantemente, per umiltà, gli
onori dell’episcopato, che gli erano stati più volte offerti. Gli fu proposto
di divenire arcivescovo di Milano e di Genova! La sua attività di dottore si
esercitò in gran parte all’interno della sua abbazia, dove predicava
assiduamente ai monaci, commentando loro le divine Scritture. Quest’aspetto
speciale dell’attività di san Bernardo è in perfetta relazione con la regola
del Patriarca san Benedetto, che concepiva il monastero come una Dominici schola servitii, dove l’abate deve
prodigare senza tregua il suo insegnamento spirituale ai monaci.
I discepoli di san
Bernardo furono molto numerosi e si distinsero per una grande santità. Tra essi
si trovano i suoi genitori ed i suoi fratelli, che lo seguirono nel chiostro.
Si racconta che, quando san Bernardo fu seguito da trenta membri della sua
famiglia attirata da lui al monastero, il fratello maggiore del nostro Santo,
Guido, abbandonando il castello paterno, disse al suo fratello più piccolo,
Nivardo (futuro beato), che frequentava la corte ed intento a giocare con gli
altri fanciulli della sua età: “Addio, Nivardo, ti lascio tutti questi beni che
vedi d’intorno”. Ma il giovane, con una sapienza molto superiore alla sua età,
rispose: “Questa divisione non è stata fatta con giustizia. Tu mi lasci la
terra e tu ti prendi il cielo” («Jam vero
adveniente die reddendi voti et complendi desiderii, egressus est de domo
paterna Bernardus, pater fratrum suorum, cum fratribus suis, filiis suis
spiritualibus, quos verbo vitæ Christo genuerat. Videns autem Guido
primogenitus fratrum suorum Nivardum fratrem suum minimum, puerum cum pueris
aliis in platea: “Eia”, inquit, “frater Nivarde, ad te solum respicit omnis
terra possessionis nostræ”. Ad quod puer non pueriliter motus: “Vobis ergo”,
inquit, “coelum, et mihi terra? Non ex æquo divisio hæc facta est”. Quo dicto
abeuntibus illis, tunc quidem domi cum patre remansit, sed modico post evoluto
tempore fratres secutus, nec a patre, nec a propinquis seu amicis potuit
retineri. Supererat de Deo dicata domo illa pater senior cum filia, de quibus
etiam suo loco dicemus» - Guglielmo di Saint
Thierry, Sancti Bernardi, Abbatis
Claræ-Vallensis,
Vita et res gestæ libris septem comprehensae,
lib. I, § 17 in PL 185, col. 236).
Voleva seguirli anch’egli in monastero, ma
Bernardo ne rifiutò l’ingresso, per allora, sino ad un’età più matura. È da rilevare
una frase assai espressiva di san Bernardo, sulla necessità della santità in un
ministro di Dio, qui, si non placet, non
placat.
Anonimo, Vera effigie di S. Bernardo, XVI-XVII sec., Abbazia, Clairvaux |
Juan Correa de Vivar, S. Bernardo, 1540-45, Museo del Prado, Madrid |
Juan Correa de Vivar, Apparizione della Vergine a S. Bernardo, 1540-45, Museo del Prado, Madrid |
Alonso Sánchez Coello, S. Sebastiano tra i SS. Bernardo di Chiaravalle e Francesco, 1582, Museo del Prado, Madrid |
Bartolomé Esteban Murillo, Apparizione della Vergine a S. Bernardo, 1655-60, Museo del Prado, Madrid |
François Vincent Latil, S. Bernardo, XVII sec., chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, Parigi |
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