giovedì 20 agosto 2015

“Quo in stúdio occupátus, Genuénsem ac Mediolanénsem aliósque episcopátus oblátos recusávit, proféssus se tanti offícii múnere indígnum esse. Abbas factus Claravallénsis, multis in locis ædificávit monastéria, in quibus præclára Bernárdi institútio ac disciplína diu víguit. Romæ sanctórum Vincéntii et Anastásii monastério, ab Innocéntio secúndo Papa restitúto, præfécit abbátem illum, qui póstea Eugénius tértius summus Póntifex fuit; ad quem étiam librum misit de Consideratióne” (Lect. V – II Noct.) - SANCTI BERNARDI CLARÆVALLENSIS, ABBATIS ET ECCLESIÆ DOCTORIS



Nella basilica trasteverina di Santa Maria, sul timpano della tomba del papa Innocenzo II, della famiglia dei Papareschi, si vede un monaco vestito di bianco, che conduce il Pontefice a Roma e lo fa assidere trionfalmente sul trono di san Pietro. Questo monaco è san Bernardo, abate di Clairvaux.


Figura davvero grandiosa, Bernardo fu allo stesso tempo riformatore della vita monastica, apostolo della Crociata, dottore della Chiesa universale, taumaturgo, pacificatore di re, di principi e di popoli, oracolo dei Papi e campione del pontificato romano contro gli scismi e le eresie. Il suo corpo, spossato dalle penitenze e dalle malattie, giunse alla gran pena di ritenere un’anima tutta di fuoco per la gloria di Dio. Questo fuoco ardeva attorno a lui, tanto che i suoi segretari non bastavano a registrarne tutte le guarigioni miracolose che operava col solo tocco della sua mano o con la sua semplice benedizione.
Le necessità della Chiesa portarono molte volte san Bernardo a discendere in Italia ed a venire a Roma.
Si deve a lui il restauro della chiesa dei Santi Vincenzo ed Anastasio alle Tre Fontane e dell’annessa abbazia ad aquas Salvias, sulla via Laurentina, dove, chiamatovi da papa Innocenzo II nel 1128, stabilì come abate quel Pietro Bernardo da Pisa, suo seguace, che divenne in seguito, nel 1145, Eugenio III (cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 940). Le relazione del maestro con questo suo antico discepolo divenuto papa sono ammirevoli. Bernardo non poteva dimenticare il suo ruolo paterno verso l’anima del Pontefice e per aiutarlo a ben meditare, gli indirizzò la sua opera De Consideratione ad Eugenium III, che, con il Pastorale di san Gregorio Magno, non mancò mai di figurare, sino al XVI sec., nella biblioteca dell’appartamento pontificio.
Roma cristiana gli dedicò una chiesa, costruita a metà del XV sec., ed oggi scomparsa, presso la Colonna Traiana (San Bernardo ad Columnam Traianam o della Compagnia) (cfr. ibidem, pp. 165-166; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, p. 529). Oggi, sul sito, sorge la chiesa del SS. Nome di Maria (cfr. Mariano Armellini, op. cit., p. 166; Ch. Huelsen, op. loc. cit.).
Un’altra – tuttora esistente – è la chiesa di San Bernardo alle Terme o a Termini, edificata alla fine del ‘500 e titolo cardinalizio. Essa, di forma circolare, sorse in uno dei calidari o in uno spheristerium (sala per i giochi con la palla) delle terme di Diocleziano (cfr. Mariano Armellini, op. cit., p. 819). La chiesa, affidata ai francesi dell'ordine dei Cistercensi, i Foglianti, per intercessione di Caterina Sforza di Santafiora (ibidem), dopo la Rivoluzione Francese e lo scioglimento dei Foglianti, fu ceduta, assieme all'annesso monastero, alla congregazione di Bernardo di Chiaravalle.
Una chiesa più recente, che è parrocchia, è stata eretta nel quartiere Prenestino-Centocelle: San Bernardo di Chiaravalle. Istituita nel 1974 come vicecura ed eretta in parrocchia nel 1978, fu inaugurata nel 1993.
La messa è quella dei dottori, come il 4 aprile, ma la prima lettura è comune alla festa di san Leone I, l’11 aprile. In effetti, san Bernardo rifiutò costantemente, per umiltà, gli onori dell’episcopato, che gli erano stati più volte offerti. Gli fu proposto di divenire arcivescovo di Milano e di Genova! La sua attività di dottore si esercitò in gran parte all’interno della sua abbazia, dove predicava assiduamente ai monaci, commentando loro le divine Scritture. Quest’aspetto speciale dell’attività di san Bernardo è in perfetta relazione con la regola del Patriarca san Benedetto, che concepiva il monastero come una Dominici schola servitii, dove l’abate deve prodigare senza tregua il suo insegnamento spirituale ai monaci.
I discepoli di san Bernardo furono molto numerosi e si distinsero per una grande santità. Tra essi si trovano i suoi genitori ed i suoi fratelli, che lo seguirono nel chiostro. Si racconta che, quando san Bernardo fu seguito da trenta membri della sua famiglia attirata da lui al monastero, il fratello maggiore del nostro Santo, Guido, abbandonando il castello paterno, disse al suo fratello più piccolo, Nivardo (futuro beato), che frequentava la corte ed intento a giocare con gli altri fanciulli della sua età: “Addio, Nivardo, ti lascio tutti questi beni che vedi d’intorno”. Ma il giovane, con una sapienza molto superiore alla sua età, rispose: “Questa divisione non è stata fatta con giustizia. Tu mi lasci la terra e tu ti prendi il cielo” («Jam vero adveniente die reddendi voti et complendi desiderii, egressus est de domo paterna Bernardus, pater fratrum suorum, cum fratribus suis, filiis suis spiritualibus, quos verbo vitæ Christo genuerat. Videns autem Guido primogenitus fratrum suorum Nivardum fratrem suum minimum, puerum cum pueris aliis in platea: “Eia”, inquit, “frater Nivarde, ad te solum respicit omnis terra possessionis nostræ”. Ad quod puer non pueriliter motus: “Vobis ergo”, inquit, “coelum, et mihi terra? Non ex æquo divisio hæc facta est”. Quo dicto abeuntibus illis, tunc quidem domi cum patre remansit, sed modico post evoluto tempore fratres secutus, nec a patre, nec a propinquis seu amicis potuit retineri. Supererat de Deo dicata domo illa pater senior cum filia, de quibus etiam suo loco dicemus» - Guglielmo di Saint Thierry, Sancti Bernardi, Abbatis Claræ-Vallensis, Vita et res gestæ libris septem comprehensae, lib. I, § 17 in PL 185, col. 236).
Voleva seguirli anch’egli in monastero, ma Bernardo ne rifiutò l’ingresso, per allora, sino ad un’età più matura. È da rilevare una frase assai espressiva di san Bernardo, sulla necessità della santità in un ministro di Dio, qui, si non placet, non placat.


Anonimo, Vera effigie di S. Bernardo, XVI-XVII sec., Abbazia, Clairvaux

Maestro sconosciuto olandese, Lactatio di S. Bernardo, 1480-85, Rijksmuseum, Amsterdam
Qualcuno potrebbe storcere il naso riguardo ad un episodio che riguarda la vita di S. Bernardo.
Si racconta, infatti, che, mentre S. Bernardo era in preghiera presso la chiesa di Saint-Vorles a Châtillon-sur-Seine dinanzi ad una statua raffigurante una Madonna che allatta il Bambino, al momento di pronunciare la parole latine «Monstra te esse Matrem» dell’Ave Maris Stella, la statua si animasse e facesse stillare alcune gocce di latte dal suo seno che finirono sulle labbra di Bernardo. È la c.d. Lactatio Virginis o Lactatio Bernardi. Ne parlano del miracolo anche i Bollandisti: “ ... Bernardum lactatum quidem a Virgine fuisse, non tamen in carne, seu labiis carnalibus, neque per lac reale ac physicum, verum duntaxat in spiritu, et per mysticum quemdam influxum, hoc utique est antiquae veritati, quae tot calamis, tot penicillis per quinque et amplius saecula firmata est, suspicionem affricare: quasi vero veteres illi scriptores non scivissent aeque distinguere, ac nos, inter influxum illum mysticum, ac physicum et realem. Utraque lactatio concedenda Bernardo est, et illa in spiritu, et haec in carne: non neganda haec altera, quam utique principalius intenderunt historici veteres et sinceri” (Acta sanctorum Bolland., Augusti tom. IV, die 20, p. 101 ss. § 493). Si tratta di un’immagine di cui si è anche appropriata la storia dell’arte.
Si tratta di una grazia singolarissima concessa, appunto, a S. Bernardo ed altri santi, donata ad anime pure e semplici, le quali tornano bambine tra le braccia della più amabile tra le madri. Il venerabile Giovanni Giacomo (o Giangiacomo) Olier (Jean Jacques Olier), fondatore di Saint Sulpice a Parigi, uno dei maggiori rappresentanti della “Scuola francese di spiritualità”, nella quale si metteva l’accento soprattutto sul mistero dell’Incarnazione, e sul posto di Maria nel piano divino della salvezza, fa accenno a questa grazia, parlandone in termini assai precisi.
«Il suo materno sguardo ci accompagna dovunque. Maria è tutta tenerezza, tutta indulgenza [ ...], da far stupire gli stessi Angeli. Il ven. Olier ci insegna in qual modo ci vengano date e comunicate queste grazie in ogni istante: come un latte celeste che succhiamo al seno materno di Maria. Chi potrà descrivere la bellezza della vita delle anime pure e semplici, che una grazia infinitamente preziosa attira verso di Lei come bambini verso la loro mamma? Tali anime si portano con immensa gioia e con una dolcezza meravigliosa verso questo Cuore, verso questo seno benedetto e là trovano la sorgente inesauribile della vita. È cosa commovente che Maria stessa abbia voluto giustificare e consacrare, con un gesto di accondiscendenza che inebria d’amore, questa via in qualcuno dei suoi fedeli servi. Felice san Bernardo che venne chiamato il fratello di latte di Gesù, “Collactaneus Christi”» (Padre Stefano M. Miotto, La Madre della divina Grazia, in Il Settimanale di Padre Pio, fasc. 5 febb. 2006, p. 13).
La lactatio, dunque, anche se per il mistico che ne ha la visione ha i caratteri di realità e concretezza, in verità è un dono spirituale che esprime la maternità e la vicinanza di Maria nei confronti dell’anima eletta.
Lo stesso dicasi per quelle Sante che si inebriavano alla grazia del costato di Cristo.

Juan Correa de Vivar, S. Bernardo, 1540-45, Museo del Prado, Madrid

Juan Correa de Vivar, Apparizione della Vergine a S. Bernardo, 1540-45, Museo del Prado, Madrid

Anonimo, Vergine col Bambino adorato da S. Bernardo, XVI sec., museo del Prado, Madrid

Alonso Sánchez Coello, S. Sebastiano tra i SS. Bernardo di Chiaravalle e Francesco, 1582, Museo del Prado, Madrid

Francisco Ribalta, S. Bernardo abbraccia il Cristo, 1625-27, Museo del Prado, Madrid

Alonso Cano, Visione di S. Bernardo (lactactio), 1650 circa, Museo del Prado, Madrid

Bartolomé Esteban Murillo, Apparizione della Vergine a S. Bernardo, 1655-60, Museo del Prado, Madrid

Acisclo Antonio Palomino y Velasco, S. Bernardo abate, XVII-XVIII sec., museo del Prado, Madrid


François Vincent Latil, S. Bernardo, XVII sec., chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, Parigi

Marten Pepijn, S. Bernardo e Guglielmo X di Poitiers, duca di Aquitania e sostenitore dell'antipapa Anacleto II, presso il castello di Parthenay nel 1135, XVII sec., musée des Beaux-Arts, Valenciennes




Emile Signol, S. Bernardo predica la seconda crociata in presenza del re Luigi VII, della regina Eleonora d’Aquitania e dell’abate Suger, a Vézelay in Borgogna il 31 marzo 1146, 1840, castello di Versailles e di Trianon, Versailles

Nessun commento:

Posta un commento