Nella memoria liturgica di S. Alfonso
Maria de’ Liguori, vescovo, confessore e dottore della Chiesa, rilancio
quest’editoriale di Radicati nella fede.
V. Zingaropoli, Il beato Alfonso mostra la sua Theologia Moralis, XIX sec., casa redentorista, Francavilla Fontana |
Autore anonimo, Benedetto XIV approva il 25 febbraio 1749 l'istituto dei Redentoristi, XVIII sec., museo alfonsiano, Pagani |
G. Gagliardi, S. Alfonso interroga S. Gerardo Maiella, XX sec. |
Autore anonimo, S. Alfonso appare a Mons. Amici, avvocato nella causa di canonizzazione del Santo, XIX sec., museo alfonsiano, Pagani |
Urna col corpo di S. Alfonso, Basilica di S. Alfonso, Pagani |
UNO SCHELETRO DI MESSA PER UNA
CHIESA SCHELETRICA
Editoriale "Radicati nella
fede"
Anno VIII n. 8 - Agosto 2015
Attendevano una nuova Chiesa, per
questo si sono messi a cambiare la messa.
Volevano una chiesa con nuovi
dogmi e nuova morale, allora hanno dovuto ritoccare la messa cattolica, così
tanto da renderla uno scheletro di se stessa.
E a messa scheletrica,
corrisponde uno scheletro di Chiesa, fatta di una dogmatica e una morale scheletriche.
Lo dicevamo il mese scorso: la
nuova liturgia ha preteso di saltare due millenni di storia cristiana, con
l'illusione di ricollegarsi ad un mitico inizio del cristianesimo. Hanno detto,
i signori della riforma post-conciliare, che occorreva semplificare, per far
emergere la nobile essenzialità del rito cattolico. Hanno ritenuto
sostanzialmente negativo tutto il lavoro di secoli e secoli che la Chiesa aveva
fatto, per rendere sempre più limpido ed educativo il rito cattolico. Hanno
tolto e tolto, considerando quasi tutto aggiunta negativa, e ne è venuto fuori
uno scheletro di messa. Una messa piena di vuoti e di non-detto, vuoti e
non-detto riempiti dalla fantasia del celebrante e dei fedeli. E le fantasie si
sono moltiplicate quante sono le chiese del mondo, perché si sa che non si può
vivere di uno scheletro: gli uomini lo rimpolpano lo scheletro, ma la carne e
il sangue che gli danno non sono quelli di Dio, ma quelli normalmente della
dittatura della mentalità comune. Così, a seconda delle stagioni, abbiamo avuto
le messe socialiste, le messe impegnate, le messe intimiste, le messe allegre,
le messe verbose, le messe catechistiche, le messe di guarigione, le messe
carismatiche, le messe missionarie, le messe veloci e cosi via... insomma, la messa
la costruisci tu, perché corrisponda a te e al tuo cristianesimo.
La messa così impoverita non ha
nutrito più, e ci si è dovuti volgere alle varie ideologie del momento per
rimpolparla. Togliendo molto di Dio, la messa la si è dovuta riempire molto
dell'uomo, per ritenerla ancora utile: una tragedia, la perdita del cuore
cattolico, cioè la redenzione operata da Cristo Crocifisso.
E la tragedia si propaga a tutto
l'organismo cattolico: la messa nuova, scheletrica, piena di vuoti, è diventata
così tanto ambigua da produrre un cristianesimo scheletrico, dal dogma e dalla
morale scheletriche; un cristianesimo ambiguo.
I sacerdoti, ridotti a celebrare
uno scheletro di messa, non sono stati più nutriti e difesi dalla messa stessa,
così che a loro volta non hanno nutrito e difeso il popolo.
Dicevamo di un Cristianesimo dal
dogma scheletrico:
cosa è rimasto, nella maggioranza
dei cristiani di oggi, del dogma cattolico che sorge dalla Divina Rivelazione?
Quasi nulla. Forse resta che esiste Dio, e che alla fine ci salverà: non c'è
che dire, di tutta la Rivelazione, di tutto il dogma, di tutto il catechismo
non resta quasi nulla, nel vissuto della maggioranza dei cristiani; ma allora,
perché Dio si è rivelato, perché ha parlato nell'Antico e nel Nuovo Testamento,
perché ha portato a compimento la Rivelazione in Gesù Cristo? Certamente non lo
ha fatto per vedersi “semplificare” orrendamente nel cristianesimo moderno.
Qualcuno dirà che dimentichiamo
la ricchezza biblica della riforma liturgica! Certo, di Bibbia se ne è letta
tanta, ma ha vinto la messa scheletrica anche sulla Bibbia, tanto è vero che
mai i cristiani sono stati tanto ignoranti come oggi nella Storia Sacra e nella
Sacra Scrittura. Hanno letto sì la Bibbia in ogni occasione, ma sono stati
formati come mentalità dall'ideologia di turno, che rimpolpava la messa
scheletrica.
Dicevamo di un Cristianesimo
dalla morale scheletrica:
cosa resta, nella maggioranza dei
cristiani di oggi, della ricchezza morale cattolica? Sanno forse che Dio è amore,
che dobbiamo volerci bene, e poco più: non c'è che dire, resta un po' poco.
Della Morale Cattolica, della legge e della grazia, non si sa quasi più nulla.
Ecco perché siamo terribilmente indifesi di fronte alla dilagante immoralità e
di fronte, soprattutto, all’ideologia dell'immoralità, che vuole ammettere
tutto sotto la scusa del voler bene. Assisteremo al compimento dell’apostasia:
saranno varate le leggi più immorali con il silenzio dei cattolici, con il
plauso di alcuni, e con la falsa prudenza dei pastori, che taceranno in nome
della libertà e del rispetto umano. Più che morale scheletrica, è la sua morte
vera e propria.
Tutto è cominciato con la
scarnificazione della messa, svuotandola delle sue difese dogmatiche nelle
parole e nei gesti.
E la rinascita inizierà con il
ritorno alla vera e totale messa cattolica.
I riformatori post-conciliari
volevano un nuovo cristianesimo più libero, più umanamente accattivante, per
far questo hanno privato la messa delle sue difese, e non hanno voluto
difendere il Cristianesimo di Dio.
Forse Paolo VI non aveva previsto
questa tragedia, forse si era illuso di fermare la semplificazione e
l'ammodernamento al solo linguaggio, forse... ma il linguaggio è contenuto; e i
vuoti di linguaggio sono vuoti di contenuto, che il mondo si premura di
riempire come vuole.
Forse Paolo VI non aveva
immaginato tanto, ma è certo che oggi un Papa non potrà più fermare la deriva,
senza accettare il martirio. Sì, dovrà accettare il martirio, perché se tenterà
veramente di porre rimedio, sarà attaccato dal mondo e da quel mondo che si è
infiltrato nella casa di Dio. Ma se non accetterà il martirio, rischierà di non
fare il Papa.
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