Mentre nella laica/atea Europa si
fa propaganda al laicismo ed addirittura in quella che fu la figlia primogenita
della Chiesa, cioè la Francia, si fa «evangelizzazione laica» a scuola per
liberare il paese dalla fede cattolica (v. qui e qui), l’islam, che non è possibile
distinguere in moderato ed integralista, avanza, preparando la distruzione dell’antico
continente. Ed in Occidente c'è chi disprezza chi, al Meeting di Rimini, ha avuto il coraggio di affermarlo (v. qui)!
L'articolo oggi da noi rilanciato è stato tradotto in inglese da Rorate caeli. Una sintesi in francese è qui.
“L’islam moderato non esiste”
Padre Douglas al Bazi racconta il genocidio cristiano in
Iraq
di
Matteo Matzuzzi
Roma.
“Per favore, se c’è qualcuno che ancora pensa che l’Isis non rappresenta
l’islam, sappia che ha torto. L’Isis rappresenta l’islam, al cento per cento”.
Ha alzato la voce, intervenendo al Meeting di Rimini, padre Douglas al Bazi,
sacerdote cattolico iracheno e parroco a Erbil, formulando – a mo’ di
provocazione e con toni duri – un’equazione che ben pochi si erano spinti
a sostenere. Porta sul corpo i segni delle torture subite nove anni fa,
quando una banda di jihadisti lo sequestrò per nove giorni, tenendolo bendato e
in catene, con il setto nasale fracassato da una ginocchiata: “Per i primi
quattro giorni non m’hanno dato neanche da bere. Mi passavano davanti e mi
dicevano ‘padre, vuoi dell’acqua?’. Ascoltavano tutto il giorno la lettura del
Corano per far sentire ai vicini quanto fossero bravi credenti”. A padre
Douglas non appartiene il felpato linguaggio della diplomazia, il perbenismo di
gran moda di cui si fa gran uso per non urtare sensibilità varie. Nessuno
spazio, nelle sue parole, neppure per le discettazioni sul grado più o meno
alto di moderazione insito nelle religioni e per gli appelli al dialogo a tutti
i costi con i tagliatori di teste, gli impiccatori di vecchi studiosi in
pensione e, perché no, con il califfo in persona. Più che con i salotti e con
certi pulpiti occidentali, l’intervento di padre Douglas è in sintonia con quel
che dicono da tempo i presuli locali, a partire dal patriarca di Baghdad, mar
Louis Raphaël I Sako, che nel suo libro “Più forti del terrore” (Emi) ha
accusato l’ayatollah al Sistani – la massima autorità sciita irachena – di non
aver aperto bocca sulle persecuzioni dei jihadisti contro le minoranze perché
“tanto non mi ascoltano”.
Padre Douglas al Bazi è responsabile di due centri di
accoglienza per cristiani scampati all’avanzata dell’orda nera, non distante da
Ankawa. Dopo la marcatura delle case cristiane dislocate nella piana di Ninive
con la “n” di nazareno, un anno fa, “dalla mattina alla sera abbiamo ricevuto
migliaia di profughi” e l’esodo ancora continua. “Io sono orgoglioso di essere
iracheno, amo il mio paese. Ma il mio paese non è orgoglioso che io sia parte
di esso. Quello che è successo alla mia gente è un genocidio. Vi imploro: non
parlate di conflitto. E’ un genocidio”, ha detto il sacerdote, che di islam
moderato non vuol sentire nemmeno parlare: “Quando l’islam vive in mezzo a voi,
la situazione potrebbe apparire accettabile. Ma quando uno vive tra i
musulmani, tutto diventa impossibile. Io qui non sono a spingervi all’odio
verso l’islam. Io sono nato tra i musulmani, e tra essi ho più amici che tra i
cristiani. Ma la gente cambia e se noi ce ne andremo nel mio paese nessuno più
potrà distinguere la luce dalle tenebre. C’è chi dice ‘ma io ho tanti amici
musulmani che sono simpatici’. Sì, certo. Sono simpatici, qui. Là la situazione
è ben diversa”. Una situazione riguardo la quale aveva speso parole dure anche
il vicepresidente della conferenza degli imam di Francia (e imam di Nimes)
Hocine Drouiche, intervenuto lo scorso luglio al Parlamento europeo: “Nel mondo
i cristiani sono perseguitati, braccati, privati del lavoro, imprigionati,
torturati, assassinati. Tutti i mezzi sono usati per costringerli a rinnegare
la loro fede, compreso il rituale dello stupro collettivo, considerato in certi
stati come una forma di sanzione penale. Possedere una Bibbia è diventato un
crimine, proibita è la celebrazione del culto, si è tornati ai tempi delle
messe nelle caverne e dei primi martiri”. E la colpa, aveva aggiunto Drouiche
in un discorso che ben poco risalto aveva avuto sui media europei, è
“dell’islam contemporaneo”, che è molto più vicino “al settarismo, piuttosto
che a una religione universale e aperta”.
“Credo che alla
fine ci distruggeranno”
Il racconto di
padre al Bazi è poi quello di chi rischia quotidianamente di essere assassinato
per strada: “Noi non sappiamo mai se, uscendo da una chiesa, avremo la
possibilità di rientrarci da vivi. A Baghdad hanno fatto esplodere la mia
chiesa davanti ai miei occhi. Mi hanno sparato alle gambe con un AK-47, una
specie di Kalashnikov, e probabilmente prima o poi mi ammazzeranno”. Eppure, la
fede è solida: “Quando mi hanno incatenato, nei giorni del mio sequestro, hanno
stretto ai polsi un grosso lucchetto. Dalla catena avanzavano dieci anelli, che
ho usato per recitare il Rosario. Non l’ho mai fatto in maniera tanto profonda
come in quella circostanza”. “Io – ha aggiunto padre Douglas – non imploro il
vostro aiuto. Non sono spaventato, così come non è spaventata la mia gente.
Credo ci distruggeranno, alla fine. Ma credo anche che l’ultima parola sarà la
nostra. Gesù ci ha detto che bisogna portare la propria croce, ed è quello che
noi in medio oriente stiamo facendo. Ma la cosa più importante non è di portare
la croce, bensì di seguirla. E seguirla significa accettare, sfidare e
impegnarsi fino alla fine. A questo noi non rinunceremo mai”. “Bisogna avere
pazienza e portare la croce ogni giorno, ma dobbiamo anche reagire”, gli ha
fatto eco padre Ibrahim Alsabagh, parroco ad Aleppo che ha ricordato come la
città sia ora “divisa in decine di parti, ognuna delle quali è in mano a un
gruppo jihadista diverso. La nostra chiesa di San Francesco è a sessanta metri
dalla linea di fuoco. Hanno già colpito tante chiese, non sappiamo quando
toccherà alla nostra”. Ecco perché padre Douglas, a conclusione del suo
intervento, ha lanciato un monito all’occidente infiacchito: “Svegliatevi! Il
cancro è alla vostra porta. Vi distruggeranno. Noi, cristiani del medio
oriente, siamo l’unico gruppo che ha visto il volto del male: l’islam”.
Fonte: Il Foglio, 26.8.2015
Fonte: Il Foglio, 26.8.2015
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