Questi due celebri martiri consumarono la loro
confessione a Cyro, presso
Aleppo, in Siria,
dove furono sepolti, secondo la testimonianza esplicita di Teodosio.
La Passio dei due santi si è arricchita di notevoli elementi leggendari, raccolti poi dall'arte cristiana.
Una volta, si racconta, Cosma e Damiano avevano curato l'emorroissa Palladia, la quale, in segno di ringraziamento, insistette per ricompensarli con tre uova. Cosma rifiutò nettamente, mentre Damiano, colpito dall'insistenza della donna, decise di accettarle di nascosto, suscitando poi un ampio rimprovero del fratello, che ordinò ai suoi seguaci di seppellirlo, quando fosse giunta l'ora, non accanto al fratello. Al momento della sepoltura infatti i seguaci dei due si apprestano a seppellire i due fratelli lontano, ma un cammello miracolosamente si mette a parlare dicendo "Nolite eos separare a sepoltura, quia non sunt separati a merito", cioè che essi in quanto uguali nel merito dovevano esserlo anche nella sepoltura. I due santi subirono il martirio assieme ai loro fratelli (o seguaci) Antimo, Leonzio ed Eupreprio.
Il favore
di cui godette la loro tomba attirò la munificenza di Giustiniano che vi costruì
una grande basilica; ma il culto degli Anargiri superò rapidamente le
frontiere della città episcopale di Teodoreto, e dalla prima metà del IV sec.,
penetrò a Costantinopoli, ove, con il tempo, si elevarono quattro basiliche
consacrate ai due Martiri. Tra il V ed il VI sec., sorsero basiliche intitolate ai due Santi oggi
celebrati pure a Gerusalemme, ad Edessa, in Cappadocia, in Egitto, in Sardegna
(J. Baudot – L. Chaussin (a cura di), Vies des Saints et des Bienheureux selon l’ordre du calendrier avec l’historique
des fêtes par les RR. PP. Bénédictins de Paris, tomo IX, Paris 1941, p. 552).
A Roma, il papa Simmaco (498-514)
eresse ai santi Cosma e Damiano un oratorio sull’Esquilino, che divenne in
seguito un’abbazia (cfr. L. Duchesne,
Le Liber Pontificalis, Coll. Bibliothèque des Ecoles Françaises d’Athènes et
de Rome, tomo 1, Paris 1886, p. 262), cioè dei SS. Cosma e Damiano a Santa Maria Maggiore o al Presepe (M. Armellini, Le
chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana,
Roma 18912, pp. 236-237; C. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, pp. 239-240).
Più tardi, Felice IV (526-530)
dedicò loro, sottraendola al culto pagano, la basilica del divo Romolo, ovvero del
figlio divinizzato di Massenzio morto prematuramente, Valerio Romolo (e del
tempio della Pace) ed il templum
sacræ Urbis sulla Via sacra che gli erano
stati donati dal re ostrogoto Teodorico e dalla figlia Amalasunta (cfr. L. Duchesne, op. cit., p. 279). Questa
chiesa, denominata dei Santi Cosma e Damiano in Silice, finì col
divenire il più celebre santuario dei due medici taumaturghi a Roma (Armellini, op. cit., pp. 152-154; Huelsen,
op cit., p. 242). Il mosaico absidale del VI sec. di
questa chiesa si è conservato sino ai nostri giorni: esso esprime la fiducia
del popolo romano verso i due santi martiri: Martyribus medicis populo spes certa salutis fecit.
Dobbiamo tuttavia menzionare
altri santuari dedicati agli Anargiri, che ci attestano l’importanza che aveva
un tempo il loro culto nella liturgia romana. Esisteva, per es., una cappella
in onore dei santi Cosma e Damiano, presso il titulus Marcelli, cioè dei SS. Cosma e
Damiano presso Via Lata (Armellini, op. cit., p. 256; Huelsen,
op cit., pp. 241-242); un’altra si elevava presso Santa Lucia de captu seccutæ, cioè dei SS. Cosma e
Damiano in Banchi (Armellini, op. cit.,
pp. 360-361) ed una terza non lontano da Sant’Apollinare, cioè SS.
Cosma e Damiano de Monte Granato (ibidem, p. 444; Huelsen, op. cit.,
p. 241). Nel quartiere de pinea (rione
Pigna) vi era una chiesa parrocchiale
in onore dei due santi, SS. Cosma
e Damiano de Pinea (Armellini, op. cit., pp. 467-468; Huelsen, op. cit., p. 241), ed infine, in
Trastevere, fu fondato, verso l’anno 935, il celebre monastero dei Santi Cosma
e Damiano in Mica Aurea (Armellini, op. cit., pp. 664-666; Huelsen, op. cit., pp. 240-241),
che divenne in seguito una delle ventiquattro abbazie privilegiate della Metropoli.
Le chiese d’Oriente celebrano la loro festa in date diverse: il 6
aprile, il 16 giugno, il 14 agosto ed il 12 ottobre presso i siriani, il 1°
luglio presso i bizantini, il 18 novembre presso i copti. I calendari ispanici
la menzionano il 22 ottobre. Il martirologio geronimiano annuncia al 27
settembre: Romæ natale
sanctorum Cosmæ et Damiani.
Si tratta del natale, ovviamente,
della loro basilica del Foro ai bordi della via
Sacra (cfr. Pierre Jounel, Le
Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle,
École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 293).
Il
culto verso i due martiri orientali era così diffuso nell’Urbe che, oltre le
due sinassi stazionali sul già menzionato luogo della Via sacra, a metà
Quaresima e la sera dell’ottava di Pasqua, vi si celebrava, nel VII sec., anche
una terza ed una quarta stazione, il 27 settembre e la domenica precedente – die domenico, ad sanctos Cosmæ et Damiano ante natale
eorum. Era una sorta di solennità esterna, in favore del
popolo, il quale, nei giorni lavorativi, non avrebbe potuto prendere parte alla
solennità dell’anniversario dei due santi.
L’introito
Sapientiam fu
composto originariamente in onore dei due sapienti Anargiri, quando Felice IV
dedicò loro il santuario del Foro romano.
La prima lettura ed il versetto
alleluiatico sono gli stessi per i martiri Primo e Feliciano il 9 giugno. Il
responsorio Clamaverunt è
identico a quello della messa dei santi Faustino e Giovita.
Secondo la lista di Würzburg,
la lettura evangelica di questo giorno sarebbe presa da san Giovanni (Gv 15,
17-25). Al contrario, il Messale di san Pio V assegna quella di san Luca (Lc 6,
17-23), che è indicata ugualmente per i martiri Gervasio e Protasio il 19
giugno. Essa si adatta bene al carattere di medici taumaturghi ed anargiri attribuito ai nostri santi, in
onore dei quali è precisamente ripetuto questo versetto del testo sacro: Omnis turba quærebat eum tangere, quia virtus de illo
exibat et sanabat omnes.
L’antifona
per l’offerta dei doni è la stessa del 27 giugno per i martiri Giovanni e
Paolo.
L’antifona
per la Comunione del popolo è improntata alla messa del 12 giugno per il natale
dei martiri Basilide, Cirino, ecc.
L’intenzione che ebbe Felice
IV, quando dedicò agli Anargiri la loro nuova basilica del Foro è espressa nell’iscrizione
seguente. I due santi vi sono l’oggetto dell’elogio seguente (cfr. Orazio
Marucchi, Epigrafia cristiana. Trattato elementare con
una silloge di antiche iscrizioni cristiane principalmente di Roma, Milano
1910, p. 416; Tyler Lansford,
The Latin
Inscriptions of Rome: A Walking
Guide, JHU Press, Baltimore 2009, p. 78):
MARTYRIBVS • MEDICIS • POPVLO •
SPES • CERTA • SALVTIS
FECIT • ET • EX •
SACRO • CREVIT • HONORE • LOCVS.
|
Anonimo, Mosaico absidale del Cristo con i SS. Paolo, Cosma e papa Felice IV, che offre il modellino della chiesa, ed i SS. Pietro, Damiano e Teodoro, 526-30, Basilica dei Santi Cosma e Damiano, Roma |
|
Beato
Angelico, I SS. Cosma e Damiano curano Palladia, 1438-40, National
Gallery of Art, Washington |
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Beato
Angelico, I SS. Cosma e Damiano ed i fratelli dinanzi al prefetto Lisia,
1438-40, Alte Pinakothek, Monaco |
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Beato
Angelico, I SS. Cosma e Damiano ed i fratelli condannati e salvati dal rogo,
1438-40, National Gallery of Ireland, Dublino |
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Beato
Angelico, I SS. Cosma e Damiano ed i fratelli condannati alla crocifissione
ed ad essere trafitti da frecce, 1438-40, Alte Pinakothek, Monaco |
|
Beato
Angelico, I SS. Cosma e Damiano ed i fratelli condannati ad essere gettati
da una rupe e miracolosamente salvati, 1438-40, Alte Pinakothek, Monaco |
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Beato Angelico, Decapitazione dei SS. Cosma e Damiano e dei fratelli, 1438-40, Musée du Louvre, Parigi |
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Beato
Angelico, Sepoltura dei SS. Cosma e Damiano e dei fratelli, 1438-40,
Museo di S. Marco, Firenze |
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Beato
Angelico, Miracolo della gamba sostituita, 1438-40, Museo di S. Marco,
Firenze |
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Cima da Conegliano, Madonna col Bambino in trono, tra i SS. Giovanni Battista, Cosma e Damiano, santa imprecisata, Caterina e Paolo, 1505-07, Galleria Nazionale, Parma |
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Moretto da Brescia, Cristo eucaristico tra i SS. Cosma e Damiano, 1540, Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, Marmentino |
|
Alessandro Turchi detto l'Orbetto, SS. Cosma e Damiano, XVII sec., Chiesa dei Santi Medici, Conversano |
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Autore
sconosciuto, SS. Cosma e Damiano, 1600 circa, Narodna galerija, Lubiana |
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Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello, SS. Cosma e Damiano, 1620-25 circa, Staatliche Museen, Berlino |
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Antoine de Favray, I SS. Cosma e Damiano curano un malato,
Wellcome Library, Londra |
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Johann Anwander, SS. Cosma e Damiano nel loro studio medico, XVIII sec., Studienkirche Maria Himmelfahrt Dillingen (Donau) |
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Jurij
Šubic, SS. Cosma e Damiano, 1890, Narodna galerija, Lubiana |
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Simulacri dei Santi Medici, custoditi nell'omonimo Santuario - Basilica minore, Bitonto. La festa esterna si celebra qui la III Domenica di ottobre |
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