Oggi
si presenta a noi un re glorioso e santo; egli è preceduto dalla Croce, come lo sono
gli arcivescovi, poiché Silvestro II gli concesse questo grande privilegio in
considerazione dell’apostolato svolto da lui per la conversione degli Ungari
(ungheresi) alla fede (cfr. Silvestro II, Epist. V, Legati notabilitis, 27 marzo 1000, in PL 139,
col. 274-276).
Dando
a santo Stefano il titolo di apostolo dell’Ungheria, si è già fatto di lui il
suo panegirico. Tutto ciò che ci si poteva da un apostolo santo, egli lo fece;
col suo esempio e con il suo ascendente, egli portò i magnati ed il popolo ad
abbracciare la fede cattolica; egli dette al suo regno una legislazione
cristiana; fondò e dotò di sedi episcopali il suo paese; eresse dei monasteri,
edificò degli istituti di beneficenza, non soltanto in Ungheria, ma sino a
Costantinopoli, a Gerusalemme, a Ravenna ed a Roma.
In
Vaticano, l’antico monasterium Sancti Stephani Cata Barbara patricia prese più tardi il nome degli
Ungheresi, dopo che il loro santo re Stefano ne ebbe restaurato la chiesa e vi
ebbe annesso un ospizio per i pellegrini che, dal suo regno, si recavano a Roma
alle tombe degli Apostoli (cfr. M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia
Vatican, Roma 18912, pp. 747-748; Ch.
Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927,
p. 472). Quest’ospizio si ergeva sul luogo occupato, in
parte, dall’edificio della nuova sacrestia Vaticana costruita sotto il
pontificato di Pio VI (cfr. M. Armellini, op.
cit., p. 749). La chiesa era parrocchia e,
sulla facciata, si leggeva quest’iscrizione:
ECCLA •
HOSPITALIS • SĈI • STEPHANI • REGIS • HVNGAR (ibidem, p. 748)
Sette anni prima della sua
morte, santo Stefano fu preceduto in Cielo da suo figlio, sant’Emerico, un
angelo di verginale e fresco candore, che Dio illustrò con numerosi miracoli.
Il nostro santo lo seguì nella
tomba il 15 agosto 1038, ma la sua festa fu fissata, con rito semidoppio, dal
beato Innocenzo XI, nel 1686, al 2 settembre, in memoria della vittoria sui
Turchi, riportata in questo giorno a Budapest dall’armata cristiana. Il 30 maggio in Ungheria
si celebra con messa propria la festa dell’invenzione della mano destra del
Santo (Missa In Festo
Inventionis Manus Dexteræ Sancti Stephani Regis Hungariæ. Die XXX. Maji).
La messa è la stessa di san
Ludovico, il 25 agosto, salvo le collette.
Bisogna notare la
caratteristica che la santa liturgia pone oggi in rilievo nell’ufficio di santo
Stefano. È stato, non solo re, ma apostolo; anche il titolo glorioso che, per
lo stesso motivo, la liturgia bizantina attribuisce al grande Costantino, Iσαπόστολος, gli conviene parimenti.
La preghiera sulle oblazioni si
ispira ad una frase del Pontificale Romano per l’ordinazione dei sacerdoti: agnoscite quod agitis; imitamini quod traciatis.
Vi è poi un’allusione speciale
alla Passione del Salvatore, che viene a proposito nella messa di santo
Stefano, poiché ricorda la sua devozione per i Luoghi santi di Gerusalemme,
consacrati dal sangue della Redenzione. Il monastero di San Giorgio può essere
considerato come il monumento di questa pietà; fu eretto dal pio Re nella Città
santa ed un ospizio vi fu annesso per ricevere i pellegrini ungheresi.
La vicenda umana di santo Stefano ci insegna che
basta per noi godere solo di un tesoro grandissimo quale quello della fede.
Affinché il capitale fruttifichi, bisogna renderlo attivo e metterlo in
circolo: diventando apostoli, assicureremo la nostra salvezza eterna ed
acquisteremo un grande merito, secondo la parola attribuita a sant’Agostino, animam salvasti, tuam prædestinasti.
Gyula Benczúr, Battesimo di Vajk (S. Stefano) per le mani di S. Adalberto di Praga, 1875, Magyar Nemzeti Galéria, Budapest |
Gyula Benczúr, S. Stefano offre alla Vergine il suo regno facendone la Patrona Hungariae, XIX sec., Basilica di S. Stefano, Budapest |
Ignác Roskovics, SS. Stefano e Ladislao d’Ungheria, 1882 |
Alajos Stróbl, S. Stefano, XIX sec., Altare maggiore, Basilica di S. Stefano, Budapest |
Alajos Stróbl, S. Stefano, 1905-06, Bastione dei pescatori (Halászbástya), Budai Vár, Budapest |
Károly Senyei, S. Stefano (Szent István), 1911, Monumento del Millennio (Millenniumi emlékmű), Piazza degli eroi (Hősök Tere), Budapest |
Reliquia della c.d. sacra (mano) destra intatta di S. Stefano (Szent István ereklyéje a Szent Jobb), Basilica di S. Stefano, Budapest |
Sezione anteriore e dorsale della sacra destra di S. Stefano, tratta da Georgius, Dissertatio historico-critica de sacra dextera divi Stephani primi Hungariae regis. Vindobonae 1771 |
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