lunedì 14 settembre 2015

“Tum Heraclíus, abjécto amplíssimo vestítu detractísque cálceis ac plebéjo amíctu indútus, réliquum viæ fácile confécit, et in eódem Calváriæ loco Crucem státuit, unde fúerat a Persis asportáta. Itaque Exaltatiónis sanctæ Crucis solémnitas, quæ hac die quotánnis celebrabátur, illústrior habéri cœpit ob ejus rei memóriam, quod ibídem fúerit repósita ab Heraclío, ubi Salvatóri primum fúerat constitúta” (Lect. VI – II Noct.) - IN EXALTATIONE Stæ CRUCIS

L’Esaltazione della santa Croce si ricollega alla festa della Dedicazione (Encénies) degli edifici costantiniani del Golgota, Anastasis e Martyrium, che ebbe luogo il 13 settembre 335. Cinquant’anni più tardi, la festa era celebrata otto giorni da più di cinquanta vescovi e da una folla di pellegrini. Si collegava a questa data la riscoperta della Croce (Egeria, Diario di viaggio, 48.1-2). Non sembra, tuttavia, che la scelta del 13 settembre per fare la dedicazione degli edifici del Golgota fosse casuale. È, in effetti, nel settimo mese, durante la festa dei Tabernacoli, che Salomone aveva celebrato la dedicazione del Tempio (1 Re 8, 2 e 65). Per i cristiani l’Anastasis ed il Martyrium erano veramente il nuovo Tempio di Gerusalemme.
È per questo che il 14 settembre si proponeva il legno della Croce alla venerazione del popolo. La festa non tardò a diffondersi in tutto l’Oriente, dove essa dovette costituire una delle articolazioni più importanti dell’anno liturgico.
A Roma, il papa Simmaco (498-514) aveva organizzato nella basilica vaticana un oratorio, nel quale si conservava un frammento della santa Croce. È là che apparve, nel VII sec., la venerazione della Croce il 14 settembre. Il sacramentario gregoriano Paduense contiene un’orazione ad crucem salutandam in sancto Petro. Alla fine di questo secolo, il papa Sergio scoprì nella sacrestia di San Pietro un reliquiario nel quale si trovava un frammento miræ magnitudinis della Croce del Signore. Egli lo trasportò al Laterano, dove, da allora, dice il redattore del Liber Pontiflcalis, ab omni populo christiano, die Exaltationis sanctæ Crucis, osculatur ac adoratur (L. Duchesne, Le Liber Pontificalis, Coll. Bibliothèque des Ecoles Françaises d’Athènes et de Rome, tomo 1, Paris 1886, p. 102). È così che le basiliche del Vaticano e del Laterano sono legate alle origini romane della festa della Santa Croce.
Ma, dal IV sec., si faceva, in questo giorno, la memoria dei santi Cornelio e Cipriano. La Depositio Martyrum del 354 annuncia: Cypriani Africæ. Romæ celebratur in Callisti. Il vescovo Cipriano era stato decapitato a Cartagine, infatti, giusto il 14 settembre 258. A Roma, si celebrava il suo natale nella cripta del suo amico, il papa Cornelio, che era morto esiliato a Centumcellæ (Civitavecchia) nel giugno 253. Il martirologio geronimiano cita i loro due nomi ed il sacramentario di Verona fornisce dei formulari per la messa della loro festa. Essa fu sempre celebrata a Roma da allora (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, pp. 287-288).


Josif Droboniku, Esaltazione della Santa Croce, 2007, museo diocesano, Lungro

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