La festa di quest’insigne
vescovo di Valenza, vero benefattore e padre degli indigenti, nato nel 1488, canonizzato
nel 1658, fu introdotta nel Messale, sotto Alessandro VII, l’anno seguente (1659), con rito semidoppio ad libitum venendo fissata al 18 settembre, essendo l'8 settembre consacrato alla Natività di Maria.
In seguito, nel settembre 1694, la festa fu elevata al rango di semidoppio e
doppio nell’ottobre dello stesso anno. Nel 1769, allorché si introdusse la
festa di san Giuseppe da Copertino, la sua festa di Tommaso fu trasferita al 22
settembre con rito semidoppio e commemorazione dei martiri di Aguano. Doppio
dal 1801.
Il nostro Santo morì l’8
settembre 1555, come gli era stato preannunciato da Cristo stesso.
Nel corso del 1555, in effetti,
egli aveva in animo di ritirarsi dall’episcopato per rifugiarsi nel silenzio e
nella preghiera di qualche monastero. Una notte, durante l’ufficio notturno,
stando in preghiera, appena terminata la recita del salmo, in latino, del Miserere, sentì
il Crocifisso che teneva nella cappella parlargli così: Æquo animo esto, in die Nativitatis Matris
meæ venies ad me et requiesces, cioè Sta’ di
buon animo, nel giorno della Natività della Madre mia, verrai a me e riposerai
(cfr. Miguel Bartolomé Salón, Vida de santo Tomás de Villanueva,
Valencia, 1588, ried. da Monasterio del Escorial, 1925, p. 325).
Con questa certezza
nel cuore, celebrò con ogni solennità la festa di sant’Agostino il 28 agosto,
ma il giorno dopo non poté più farlo, perché si sentì male.
Morì intorno alle 8 del mattino
dell’8 settembre, dopo essersi confessato ed ascoltato nella sua stanza la
Messa ed essersi comunicato (ibidem, p. 336).
A gloria di san Tommaso, basti
riportare questo solo fatto: quando morì, il letto sul quale spirò non gli
apparteneva più: l’aveva donato poco prima ad un povero, che, a sua volta, ne
cedé l’uso al santo per il poco tempo che ancora gli serviva. Pensando alla sua prossima
fine, disse a coloro che gli stavano accanto: “se morendo, troverete un solo reale [una moneta spagnola, ndr.]
in casa, date la mia anima per persa e mi seppellirete in terra sconsacrata”
(Si al morir me halláis un real, dad mi alma por perdida y no me enterréis
en un lugar sagrado).
La messa è la stessa di sant’Andrea
Corsini, il 4 febbraio. La seconda e la terza colletta sono improntata alla
messa di san Leone Magno l’11 aprile.
Il povero è una sorta di
sacramento, a mezzo del quale noi trasmettiamo i nostri beni all’eternità ed
esercitiamo la nostra beneficenza riguardo di Quello stesso che è il primo dispensatore
di ogni bene. Questo mistico sacramento è così utile alla Chiesa che il suo
divino Fondatore volle assicurargliene la perpetuità, promettendo formalmente
agli Apostoli: Pauperes semper habetis vobiscum. La
Chiesa ha penetrato perfettamente la parola del Cristo, e, difatti, fin dai
tempi apostolici, ha considerato come una funzione molto importante del suo
divino programma quella dell’assistenza ai poveri ed agli infelici.
Roma cristiana ha eretto, nel 1667, una piccola
chiesetta, nel rione Colonna, quasi di fronte alla chiesa di Santa Francesca
Romana, annessa ad un ospizio per pellegrini eretto nel 1619. Questa fu
costruita dagli agostiniani scalzi spagnoli e fu intitolata ai Santi Ildefonso
di Toledo e Tommaso da Villanova (Chiesa dei Santi Ildefonso e Tommaso da
Villanova) (cfr. M.
Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia
Vaticana, Roma 18912, p. 305). Durante l’occupazione francese di Roma nell’epoca napoleonica tra la
fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento la chiesa cadde in rovina e fu
sconsacrata (ibidem). Fu riaperta al culto nel XIX sec., per poi
venire di nuovo abbandonata. Solo di recente, nel 2013, è stata nuovamente riaperta
al culto.
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Biagio Pupini delle Lame, Elemosina di S. Tommaso da Villanova, XVI-XVII sec., Bologna |
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Francisco Camilo, S. Tommaso da Villanova, XVII sec., museo del Prado, Madrid |
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Anton Angelo Bonifazi - Ciro Ferri, Madonna col Bambino con i SS. Tommaso da Villanova e Guglielmo d'Aquitania, 1605-15, Viterbo |
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Mateo
Cerezo, San Tommaso da Villanova distribuisce l’elemosina ai poveri,
1640-60, Musée du Louvre, Parigi |
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Luca
Giordano, San Tommaso da Villanova distribuisce l’elemosina, 1658,
Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli |
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Bartolomé
Esteban Murillo, San Tommaso da Villanova ragazzo divide i suoi vestiti con
i ragazzi più poveri, 1667, Cincinnati Art Museum, Ohio |
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Bartolomé
Esteban Murillo, San Tommaso da Villanova distribuisce l’elemosina, 1668
circa, Museo de Bellas Artes, Siviglia |
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Bartolomé Esteban Murillo, San Tommaso da Villanova ed il Crocifisso, 1664-70, Museo de Bellas Artes, Siviglia |
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Filippo Gherardi, Visione di S. Tommaso con sullo sfondo Natività della Vergine, 1681-99, Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca |
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Simone Cantarini, Visione di S. Tommaso, XVII sec., Pinacoteca civica, Fano |
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Marcantonio Franceschini, Elemosina di S. Tommaso da Villanova, 1685, Chiesa di S. Agostino, Rimini |
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Ambito bolognese, L'elemosina di S. Tommaso da Villanova, XVIII sec., Bologna |
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Ambito veneto, Elemosina di S. Tommaso da Villanova, XVIII sec., Padova |
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Giambettino Cignaroli, Madonna col Bambino e S. Tommaso da Villanova, 1768, Chiesa di S. Eufemia, Verona |
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Giuseppe Viscardi, Elemosina di S. Tommaso da Villanova con S. Nicola da Tolentino, 1750-55, chiesa di S. Agostino, Rieti |
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Pietro Gagliardi, La carità di S. Tommaso da Villanova, 1845, Civitavecchia |
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Melchiorre Cafà e Ercole Ferrata, S. Tommaso mentre fa la carità, 1665-1667, Cappella di S. Tommaso da Villanova (Cappella Pamphili), Basilica di S. Agostino, Roma |
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Andrea Bergondi, S. Tommaso guarisce un'indemoniato, XVIII sec., Cappella di S. Tommaso da Villanova (Cappella Pamphili), Basilica di S. Agostino, Roma |
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