Vista la difficoltà –
stante la prevalenza, in seno al Sinodo, dei cattolici rispetto a chi lo è solo
di nome – di giungere ad un punto di convergenza che legittimi la Comunione ai
divorziati risposati e che legittimi, all’interno della Chiesa, le unioni
omosessuali, si sta affacciando l’ipotesi che questa materia possa essere
demandata a livello locale, cioè alle singole conferenze episcopali. Questo era
anche quanto ci segnalava il giornalista Tornielli essere la proposta anche del
card. Koch, che pure avrebbe fama di essere “tradizionalista” ed a cui si
richiama l’articolo che segue (v. qui).
In questo modo,
spezzandosi l’unità della dottrina e della prassi, come notato anche dal
giornalista cattolico Antonio Socci, la conferenza episcopale tedesca potrebbe
avere mano più libera, realizzandosi quella indipendenza da Roma come auspicava alcuni mesi fa il “card.” Marx, che, non a caso, vedeva in Lutero uno dei suoi ispiratori (v. qui, qui e qui). In questo senso, del resto, si è posto
pure un intervento magisteriale bergogliano, il quale auspicava una maggiore
decentralizzazione e la creazione di una “Chiesa sinodale”, che è cosa ben
diversa dalla Chiesa come istituzionalmente voluta da Nostro Signore Gesù
Cristo (v. qui, qui e qui). Esattamente quel che auspicava, pure in
quest’ambito, il “card.” Kasper (v. qui e qui): uno dei “teologi” più in voga ed ascoltati nell’attuale Curia romana. Come qualcuno ha detto, la teologia d’oggi è come la
Polonia occidentale: nebbiosa, paludosa, insalubre e periodicamente devastata
dai tedeschi … .
Nella festa dell’Evangelista
Luca, pubblico, invece, questo salutare intervento cattolico del card. Burke.
Siamo lieti, in questo contesto, di ascoltare una voce cattolica! Una delle
poche rimaste.
El Greco, S. Luca dipinge la Vergine col Bambino, 1560-67 circa, Museo Benaki, Atene |
Anonimo, S. Luca dipinge l'Icona della Madre di Dio Odighitria, XVII sec., Museo bizantino, Atene |
Icona moderna di S. Luca con scene della sua vita |
Sytov Alexander Kapitonovich, Sant'Evangelista Luca, 1995 |
Il Cardinale Burke:
proposte sinodali controverse ‘semplicemente’ contrarie al cattolicesimo
Provvidenzialmente l’intervista che segue arriva a proposito per
confermare l’esistenza del problema di cui all’articolo precedente sulla
soluzione prospettata da alcuni padri sinodali di prevedere una maggiore
autonomia del vescovo, a livello diocesano, in merito a certi temi. E
discutevamo sulla risposta del card. Koch sulle “possibili soluzioni a livello
continentale”. La risposta del cardinale Burke conferma le enormi perplessità
sui rischi di stravolgimento dell’universalità de la Catholica, ma anche della sua unità. Ricordiamo : Una Santa Cattolica
Apostolica (Romana).
15 Ottobre 2015 (LifeSiteNews) - Giovedì mattina, LifeSiteNews ha avuto l’opportunità
incontrare il cardinale Raymond Burke a Roma, al termine di una conferenza
stampa alla quale ha partecipato ospitato da Voice of the Family.
Si è parlato del Sinodo in corso sulla Famiglia, ed in particolare di una proposta
controversa, promossa da un partecipante di una recente conferenza stampa in Vaticano[1], di consentire ai vescovi
locali di decidere su come affrontare questioni come l’omosessualità e il
divorzio.
Il cardinale Burke ha
criticato anche la cosiddetta “Proposta-Kasper”, dicendo che essa è basata
sulla falsa idea “che in qualche modo la dottrina e la pratica pastorale sono
in conflitto tra loro.”
Quanto segue è la
trascrizione dell’intervista:
LSN: Cosa pensa dell’idea
di “diversità regionali” nella Chiesa? I vescovi locali dovrebbero avere autorità
sul piano pastorale per affrontare le questioni relative all’“accettazione
sociale dell’omosessualità” ed ai “divorziati risposati?”
Burke: Ciò è
semplicemente contrario alla fede e alla vita cattolica. La Chiesa segue l’insegnamento
del nostro Signore Gesù Cristo, secondo quanto ci è stato innanzitutto insegnato
da Dio nella creazione - ciò che noi chiamiamo legge naturale, ciò
che ogni cuore umano comprende perché è stato creato da Dio - ma che poi è
stato anche spiegato e illuminato dall’insegnamento di Cristo e nella
tradizione della Chiesa.
E questa Chiesa è una
in tutto il mondo. Non c’è alcun cambiamento in queste verità, da un luogo ad
un altro o da un tempo all’altro. Certamente l’insegnamento di queste verità
tiene conto delle particolari esigenze di ogni area. Ma questo non cambia l’insegnamento.
L’insegnamento a volte deve essere ancor più forte nei luoghi in cui è più
compromesso.
Così, ciò è
inaccettabile. Non so da dove provenga questa idea. Significa in realtà che la
Chiesa non è più cattolica [universale]. Ciò significa che non è più una nel
suo insegnamento in tutto il mondo. Abbiamo una sola fede.
Abbiamo un [insieme di] sacramenti. Abbiamo un governo
in tutto il mondo. Questo significa ‘cattolica’.
Vorrei anche
commentare questa idea di ciò che è “pastorale”.
Gran parte della
discussione che ha avuto luogo, a partire dalla gravissima Relazione
introduttiva del Cardinale Walter Kasper nel Concistoro Straordinario del
20 e 21 febbraio 2014, è centrata su questa idea che in qualche modo dottrina e
pratica pastorale sono in conflitto tra loro.
Questo è assurdo. La
pratica pastorale esiste per aiutarci a vivere le verità della fede, a vivere
la dottrina della fede nella nostra vita quotidiana. Non può esserci conflitto
[tra esse]. Non possiamo avere la dottrina della Chiesa, per esempio, che il
matrimonio è indissolubile e poi qualcuno che al tempo stesso sostiene, per
motivi “pastorali” che una persona che vive in un’unione irregolare è in grado
di ricevere i sacramenti; il che significherebbe che il matrimonio non è indissolubile.
Queste sono solo false distinzioni - falsi contrasti - che abbiamo davvero
bisogno di chiarire perché stanno causando una immensa confusione tra i fedeli
e, naturalmente, in ultima analisi, possono indurre le persone in grave errore
con grande danno per la loro vita spirituale e per la loro salvezza eterna.
LSN: Cosa devono
pensare e di fare i fedeli quando vedono Padri sinodali suggerire posizioni
eterodosse riguardanti l’omosessualità e il divorzio?
Burke: Seguiamo il
nostro Signore Gesù Cristo. Egli è il nostro Maestro. E siamo tutti tenuti a
obbedire a lui e alla sua parola, a cominciare dal Santo Padre e dai Vescovi.
Se un vescovo o un sacerdote, o chiunque, dovesse annunciare o dichiarare
qualcosa in contrasto con la verità di Nostro Signore Gesù Cristo, come ci è
stata comunicata nell’insegnamento della Chiesa, seguiamo Cristo.
Dico alle persone che
sono preoccupate, perché in questo tempo sembra esserci molta confusione e
dichiarazioni sulla fede che sono davvero stupefacenti, che dobbiamo rimanere
sereni. Perché, nella Chiesa cattolica, abbiamo il magistero, espresso, per
esempio, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, ed è semplicemente
necessario studiare queste cose più a fondo, aderire ad esse più ardentemente,
e non essere sviati da falsi insegnamenti, da qualunque provengano.
LSN: Alcuni
suggeriscono che c’è ben poco disaccordo nel Sinodo e che i media sono
colpevoli di manipolare il conflitto dove non esiste. Che ne pensa?
Burke: Prima di
tutto, devo precisare che non faccio parte del Sinodo. Non ho alcun
coinvolgimento con coloro che sono all’interno del Sinodo. Ho letto, non solo
ciò che è stato detto dai media, ma anche i rapporti ufficiali del Vaticano. E
ho avuto conversazioni con alcuni padri sinodali. Al contrario, ho percepito
che ci sono contrasti molto forti all’interno del Sinodo. Data la discussione
da cui è stato portato avanti il Sinodo - e anche, dato l’ Instrumentum
Laboris, con le gravi difficoltà con quel documento - avrei trovato
difficile credere che non ci sarebbe stato un forte disaccordo. Altrimenti, non
stiamo andando verso la verità delle cose. Non stiamo giungendo a salvaguardare
e promuovere la fede cattolica come necessario.
Ho l’impressione che
in effetti c’è disaccordo.
_______________
Nota della redazione:
1. Rispondendo ad una
domanda circa l’unità nella diversità, l’Abate [Jeremias Schröder, Abate
Presidente della Congregazione di Sant’Ottilia] ha riportato come esempi sia “l’accettazione
sociale dell’omosessualità” che l’occuparsi dei “divorziati risposati”; “per
cui dovrebbe essere consentito alle conferenze episcopali formulare risposte
pastorali in sintonia con ciò che può essere predicato e annunciato e vissuto
in contesti diversi” [qui]. (Ecco le “soluzioni a livello continentale” (se
non locale) di Koch di cui parlavamo qui).[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Fonte: Chiesa e postconcilio, 16.10.2015
Fonte: Chiesa e postconcilio, 16.10.2015
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