Una sintesi del convegno, svoltosi lo scorso 10 ottobre,
in Roma, sul tema Matrimonio e famiglia. Tra dogma e prassi della Chiesa. L'articolo è tradotto in inglese da Rorate caeli.
SINODO: Card. De Paolis: ”Oggi parliamo tanto di
compassione, di amore e di misericordia. Ma senza verità, siamo fuoristrada”
di
Daniele Sebastianelli
L’intervento del cardinale Velasio de Paolis |
Di
fronte alla crisi del matrimonio e della famiglia, la risposta che non può che
venire dalle certezze della fede. Lo ha affermato il 10 ottobre il card. Velasio
De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della
Santa Sede, durante i lavori del convegno Matrimonio e famiglia. Tra
dogma e prassi della Chiesa, organizzato dalla Fondazione Lepanto e
dall’Associazione Famiglia Domani e svoltosi a Roma nella Sala S. Pio X in Via
dell’Ospedale, con la partecipazione di mons. Antonio Livi, del prof. Roberto
de Mattei, e del prof. Giovanni Turco, alla presenza di alcune centinaia di
persone, tra cui molti sacerdoti e religiosi.
Il cardinale Velasio de Paolis |
“Abbiamo bisogno di verità”, ha
ricordato con forza il cardinale, che è stato anche segretario del Supremo
Tribunale della Segnatura Apostolica, e delegato pontificio per la congregazione
dei Legionari di Cristo. “Oggi parliamo tanto di compassione, di amore
e di misericordia. Ma senza verità, siamo fuoristrada”. L’impressione,
secondo il card. Velasio De Paolis è che “le parole oggi non significhino
più niente”, mentre “abbiamo bisogno di contenuti per ritrovare la realtà
vera”. Riferendosi al problema dei divorziati risposati il cardinale è
molto chiaro. Adottare “una prassi pastorale che va contro la dottrina è di
una illogicità spaventosa. Non è cristiana”. In fondo “se ho una
medicina che non funziona significa che non ho capito bene cos’ha il malato. Se
mi limito a cambiare medicina invece di capire le cause della malattia potrei
anche uccidere il malato”. La soluzione, per il prelato, non può essere che
una: “i peccatori non vanno respinti, ma va trovata la strada giusta. La via
dell’amore nella verità”. “La misericordia non va confusa con
l’amore”, ha aggiunto il cardinale, “e l’amore è
inseparabile dalla verità”.
il prof. Roberto de Mattei |
Il
prof. Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, ha
inaugurato il convegno affermando che il matrimonio e la famiglia, vengono “messi
in discussione all’interno della Chiesa”, una cosa che “non era mai accaduto
nella storia”. Dopo aver ripercorso alcuni passaggi storici nella vita
della Chiesa, de Mattei ha ricordato l’esempio di san Pier Damiani e di tutti i
grandi riformatori del suo secolo che “non hanno invocato la legge della
gradualità o del male minore, non hanno definito il concubinato dei preti
come una situazione irreversibile di cui prendere atto, non hanno invitato a
cogliere gli elementi positivi nelle unioni omosessuali e delle convivenze
extra matrimoniali.”
il prof. Giovanni Turco |
Dal
canto suo, il prof. Giovanni Turco, docente all’Università degli Studi
di Udine, ha spiegato come oggi i luoghi sociologici si sostituiscono ai luoghi
teologici e ha focalizzato l’attenzione sul principio di non contraddizione secondo
il quale “ogni cosa è ciò che è. Anche il matrimonio e la famiglia”.
Quindi, “o il matrimonio è indissolubile o non lo è. Non c’è pastorale che
tenga”; “o si è in peccato, o no”, “la verità non ammette gradi”.
Per il professore “La falsa ed erronea impostazione di un problema, porterà
ad una falsa soluzione del problema”, perché “il bene è il criterio
della prassi, non il contrario”. Oggi, ha spiegato,
Mons. Antonio Livi |
Mons. Antonio
Livi, decano emerito della facoltà di Filosofia della Pontificia Università
lateranense, ha ribadito che non ci può essere separazione tra dottrina e
prassi e che, nella Chiesa, “la pastorale ha lo scopo preciso di
operare per il bene delle anime”. Come il cardinale De Paolis,
anche mons. Livi ha apertamente criticato le tesi del card. Kasper, dicendosi
convinto che il porporato tedesco non può ignorare la difformità delle sue idee
da quelle del Magistero e dell’evidenza razionale. Ma quando si
sbaglia, ha affermato il monsignore, “si può inseguire un fine occulto, cioè
convincere gli altri a credere qualcosa di falso. E questa è ipocrisia”.
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