La
celebrità di quest’umile figlia di san Francesco di Sales è dovuta soprattutto
a quello che il Signore, per suo mezzo, si degnò di completare e rivestire di
una forma definitiva e liturgica la devozione verso il suo Sacro Cuore. L’eresia
terrificante dei Giansenisti gelava già le anime e le allontanava da un Dio di
cui l’infinita santità sembrava loro dover ridurre in cenere coloro che gli si
avvicinavano troppo. È allora che il Signore, per opporre un rimedio a quest’errore
funesto, apparve al mondo con un cuore di carne, raggiante di fiamme, e
richiamò gli uomini che, se è Egli è sempre il Dio di ogni santità, non è meno
uomo come gli altri ed anche loro Fratello primogenito.
Si tratta dunque di
un aspetto particolare della pietà cattolica verso la santissima umanità di
Gesù Cristo, cioè di quell’umanità sacrificata per noi e trapassata dalla
lancia e dai chiodi sul Calvario, che mostra oggi agli uomini, per mezzo delle
sue piaghe visibile, l’invisibile ferita del suo immenso amore.
La nostra santa morì di amore di Dio – come ci attesta
anche il medico che ne constatò la morte – la sera di martedì 17 ottobre 1690
mentre invocava il nome di Gesù. Poco prima, Margherita Maria aveva dichiarato
alla sua superiora, che, vistala prossima alla fine, aveva disposto che si
andasse a cercare il medico: «Madre mia, non ho bisogno che di Dio solo e d’inabissarmi
nel Cuore di Gesù Cristo» (Ivan Gobry,
Sainte Marguerite Marie, la Messagère du Sacré-Coeur, Paris, 1989, trad.
it. Andrea Marchesi (a cura di), Margherita
Maria Alacoque e le rivelazioni del Sacro Cuore, Città Nuova, Roma, 20024,
p. 176).
Fu canonizzata nel 1920; la sua festa fu inserita,
con messa propria doppia nel calendario nel 1929. La sua aggiunta comportò lo
spostamento della festa di sant’Edvige, morta il 15, al 16 ottobre.
La riforma del calendario di Paolo VI ha
spostato santa Margherita Maria al 16 ottobre facendo sì che ella fosse festeggiata
contemporaneamente a sant’Edvige, per lasciare spazio a sant’Ignazio di
Antiochia, spostato dal 1° febbraio (che così ha lasciato libero quel giorno
…), dietro pretesto che un martirologio siriano del IV sec. collocava la morte
di sant’Ignazio al 17 ottobre, nonostante la tradizione romana lo festeggiasse
al 1° febbraio almeno dal XII sec.
A
santa Margherita Maria Alacoque, all’indomani della sua canonizzazione, la Roma
cristiana innalzò una chiesa, la cui costruzione ebbe luogo tra il 1922 ed il
1925, ma fu consacrata solo nel 1950, nel rione Esquilino.
Un’altra
è stata eretta e dedicata alla santa nel 2000 (Santa Margherita Maria
Alacoque a Tor Vergata).
Tommaso Gazzarini, Gesù appare a Santa Margherita Alacoque, XIX sec., museo diocesano, Livorno |
Corrado Giaquinto, S. Marrgherita Maria contempla il Sacro Cuore, 1765, collezione privata |
S. Margherita riceve la Comunione da S. Claudio de la Colombière |
S. Margherita, chiesa della Madonna del Sacro Cuore, Roma |
Suor Marie-de-l’Eucharistie, S. Margherita Maria, XX sec., Musée de la civilisation, Québec |
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