Uno dei
più grandi Pontefici, che ha reso illustre il trono di san Pietro, fu
certamente Innocenzo III, sotto il quale il papato raggiunse, per così dire, la
vetta del potere e della gloria, realizzando nelle forme nuove ed appropriate
al tempo, quel sublime ideale per il quale il papa Ildebrando era morto in
esilio. Con l’opera restauratrice del giovane Lotario di Segni, coincise
l’istituzione di nuovi e grandi Ordini religiosi, in modo che Innocenzo III,
approvando le regole dei Minori, dei Dominicani e dei Fratelli per la
redenzione degli schiavi, trasfuse effettivamente in seno alla famiglia
cattolica questo fiotto di sangue giovane, di energia e di slancio
soprannaturale che richiedeva oramai la nuova epoca dei Comuni e delle libertà
popolari.
L’opera di
san Felice di Valois entra in questo vasto piano di rinnovamento cattolico che
ebbe Innocenzo per promotore, e noi amiamo a rievocare la dolce figura di
questo Santo che, al Laterano, si era inginocchiato ai piedi del Pontefice con
san Giovanni de Matha, ricevendo da lui la conferma dell’istituto dei fratelli
redentori degli schiavi.
Oramai, i
confini tradizionali della cristianità non bastavano più a questi arditi
giovani, traboccanti di vita e di santità, desiderosi di sacrificarsi per
l’amore del Cristo. Mentre Domenico si attardava ancora a predicare in Francia
contro gli Albigesi, Francesco partiva per la Palestina. Questo movimento di emigrazione missionaria è seguito rapidamente dai
due fondatori dell’ordine della Santissima Trinità per la redenzione degli
schiavi; c’è tuttavia una differenza: mentre i discepoli di Francesco e di
Domenico andavano direttamente verso gli infedeli per guadagnarli al Vangelo,
l’opera di Felice di Valois e di Giovanni de Matha si riferiva piuttosto al
bene dei cristiani che, tiranneggiati da quelli, correvano il rischio di
perdere, con la loro libertà, il tesoro della fede.
La messa Justus, in onore di quest’eroe della carità fraterna (+ 4 novembre
1212), è la stessa del 31 gennaio, festa di san Pietro Nolasco, fondatore anche
lui di una famiglia per il riscatto degli schiavi.
Solo le
collette sono differenti.
La prima è
propria; le altre due sono le stesse del 19 luglio, per la festa dei santi
Vincenzo e Paolo.
Denys Calvaert, Apparizione della Vergine col Bambino ai SS. Felice di Valois e Giovanni de Matha, 1580 circa, museo del Prado, Madrid |
Vicente Carducho, Incontro tra S. Giovanni de Matha e S. Felice di Valois, XVI-XVII sec., museo del Prado, Madrid |
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