Nella memoria anche di S. Stanislao Kostka, confessore,
rilancio – su segnalazione – questa breve riflessione.
Pierre Le Gros il Giovane, S. Stanislao Kostka sul suo letto di morte, 1705, Chiesa di S. Andrea al Quirinale, Roma |
Johann Friedrich Greuter, La Vergine porge il Bambino Gesù a S. Stanislao, 1619 circa, British Museum, Londra |
Se non avete ancora capito l’antifona…
del M° Aurelio Porfiri (Chief
Editor)
Devo
ammettere che mi fa molto rabbia vedere altre nazioni molto più avanti di noi
nel portare avanti progetti culturali di cui noi dovremmo essere gli alfieri.
Questo perché so che l’Italia è piena di veri talenti, anche nel campo della
musica e dell’arte liturgica. Come ho sempre detto, siamo soffocati dal
clericalismo, irretiti dall’indolenza di certi uffici liturgici, atterriti dal
livello di ignoranza liturgica e musicale che purtroppo attanaglia il nostro
paese. Uno dei punti su cui si dovrebbe partire, lo voglio dire ancora, è
cantare la Messa, non cantare nella Messa. Il Messale. Come ho detto in precedenza,
ci sono vari vantaggi: le antifone di introito e comunione (che fine ha fatto
l’offertorio???) sono altre letture bibliche, mettendo in risalto quell’enfasi
biblica portata avanti dal Concilio Vaticano II. Le antifone circoscrivono la liturgia, le danno un colore
unico, un senso proprio, una densità di senso che le denota. Le antifone, se
ben composte, si prestano a vari tipi di esecuzione, dal monodico al polifonico
e ogni cosa in mezzo. Le antifone sono brevi e facili da ricordare e via
dicendo.
Insomma, se non si riescono a creare aree di eccellenza
in alcune parrocchie o programmi liturgico musicali adeguati, non è perché non
è possibile, ma perché non si vuole. Negli ultimi anni comincio a pensare, Dio
non voglia, che c’è una volontà da parte di qualcuno di fare in modo che le
cose vadano così, una volontà di indebolire, effeminare, deprivare la tempra
del cattolicesimo italiano, in modo che somigli a quelle religioni da decadenza
dell’impero, più simile ai culti di Eliogabalo che alla forza di carattere dei
grandi santi e delle grande sante. Forse non ci si fa caso, ma la liturgia per
compiere questo progetto, è uno degli snodi più importanti.
Fonte: Il naufrago, 8.11.2015
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