Quest’insigne campione della divinità del Verbo
morì in pace, a Vercelli, il 1° agosto 370 o 371. Tuttavia, poiché in questo giorno
(cioè il 1° agosto) si celebra la dedicazione della basilica esquilina di san
Pietro in Vincoli, quando Clemente VII introdusse la commemorazione di sant’Eusebio
nel Breviario, gli fissò il 15 dicembre per celebrarla, essendo questo giorno l’anniversario
dell’ordinazione episcopale del santo (15 dicembre 345) da parte del papa san
Giulio I. Quando, in seguito, l’Ottava dell’Immacolata Concezione fu estesa
alla Chiesa universale, sant’Eusebio dovette cedere il posto e la sua festa fu
rinviata all’indomani. Nel giorno della sua festa, ha inizio tradizionalmente
la Novena di Natale.
Sant’Eusebio, sardo di nascita, fu per Vercelli
quello che fu Ambrogio per Milano. A lui si deve l’abbandono del paganesimo da
parte degli abitanti della regione piemontese; a lui si deve il santuario di
Oropa, portando dall’Oriente in una grotta, posta in una selva dedicata al dio celtico
Beleno o Belanu, che era l’equivalente locale di Apollo, una statuetta di una
Madonna nera; lui si deve anche il santuario di Crea, che sostituì un altro
boschetto sacro pagano. A Vercelli, eresse la sua cattedrale sull’antico tempio
di Vesta.
Non morì precisamente di morte violenta; egli,
tuttavia, ha il titolo di martire, come molti altri santi dell’antichità,
perché vittima degli Ariani, subendo per la sua fede ortodossa lunghi anni di
un duro esilio e, si racconta, anche la lapidazione da parte di questi. Come
nota un autore, Eusebio svolse nella disputa con gli eretici seguaci di Ario un
ruolo da protagonista: «Atanasio, in definitiva, garantiva l’ortodossia in oriente
ed Eusebio in occidente» (Mattia Rossi,
Eusebio di Vercelli nella storia: il defensor fidei, in Chiesa e postconcilio, 6.7.2013).
La messa è comune ai Martiri
Pontefici: «Sacerdotes... ».
Di sant’Eusebio gli antichi
storici fanno rilevare l’ingegnoso stratagemma, col quale sottrasse Dionigi di
Milano dalla situazione compromettente a cui l’aveva trascinato l’astuzia degli
Ariani. Questi, dopo aver carpito da lui la firma alla condanna di Atanasio,
nel sinodo di Milano del 355, che si svolgeva nella nuova chiesa della Corte
Imperiale, la Basilica maior, presentarono il foglio pure ad Eusebio,
perché lo firmasse. – Come potrò credere - osservò allora argutamente il santo
Vescovo di Vercelli – che il Figlio sia minore del Padre, quando voi alla sottoscrizione
mia avete già preposto quella del mio figlio Dionigi? – Gli Ariani riconobbero
legittima l’eccezione invocata da Eusebio, ed annullato il primo foglio, ne
apprestarono uno nuovo, al quale per primo sottoscrivesse il Vescovo di
Vercelli. Eusebio non voleva altro. Quando vide distrutta la compromettente
firma di Dionigi, propose invece che si incominciassero i lavori del sinodo sottoscrivendo
tutti insieme la fede di Nicea, giacché egli nutriva forti sospetti contro
alcuni vescovi, poiché infetti d’eresia. Non l’avesse mai fatto! Si scatenò
contro il Santo tutto il furore degli Ariani, sostenuti dall’imperatore Costanzo,
i quali dopo molte grida, ingiurie e minacce, lo fecero bandire in esilio a
Scitopoli, in Palestina, l’odierna Beit She’an, poi in Cappadocia e quindi
nella Tebaide egizia sino al 361. Con lui patirono la condanna all’esilio anche
san Lucifero di Cagliari e lo stesso Dionigi, che deposto dalla cattedra
milanese, fu mandato in Cappadocia e sostituito sulla cattedra episcopale dall’ariano
Aussenzio, seguace di Ulfila, l’Apostolo dei Goti, e appoggiato dall’imperatrice
Giustina.
Eusebio accettò tutto
lietamente la condanna e scossa, come dice il santo Vangelo, la polvere dei
suoi calzari, si incamminò tutto giulivo per la via dell’esilio, come una delle
molteplici funzioni del ministero episcopale.
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Giovanni Battista Bernero, S. Eusebio, XVII
sec., Duomo, Vercelli
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Autore lombardo, S. Eusebio in trono, sec. XVI |
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Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino, S. Eusebio, XVII sec., museo diocesano, Como |
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Luigi Reali, S. Eusebio, 1643, museo diocesano, Milano |
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Luigi Reali, S. Eusebio, XVII sec,, museo diocesano, Milano |
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Sebastiano Ricci, Vergine
in gloria con i SS. Gabriele, Eusebio, Sebastiano e Rocco, 1724-25,
Università degli Studi, Torino |
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Urna con le reliquie di S. Eusebio, Duomo, Vercelli |
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Madonna di Oropa portata da
Eusebio, Santuario, Oropa |
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Eusebio porta la statua
della Vergine,
Basilica Antica, Santuario, Oropa |
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