La memoria di questo
insigne Padre della Chiesa nascente, che non esitava – con autentico spirito
cattolico, contrariamente all’odierna condizione della Chiesa – a definire l’eretico
Marcione come «primogenito del diavolo», ricade pur’essa molto opportunamente
durante il ciclo di Natale, in cui sembra che i più illustri difensori del
dogma cristiano si siano dati appuntamento attorno alla mangiatoia del Bambino
Gesù. La Chiesa di Roma non poteva, d’altronde, omettere nel suo calendario la
festa di san Policarpo. D’altro canto, essa l’aveva accolto come pellegrino, ai
tempi del papa Aniceto, quando era venuto sulle rive del Tevere per la
controversia relativa alla data di Pasqua. In quell’occasione, il Pontefice,
volendo onorare degnamente il venerabile discepolo dell’Evangelista Giovanni,
gli aveva ceduto l’onore di celebrare al suo posto la sinassi eucaristica.
Roma cristiana ha
dedicato a questo santo una chiesa nel quartiere Appio Claudio negli anni ‘60
del XX sec.
Policarpo soffrì il
martirio nell’anfiteatro di Smirne verso l’anno 155 o 156, il 23 febbraio, come
attesta la Lettera ai Cristiani di Smirne relativa al suo martirio, ma la sua
memoria, nel martirologio romano, si festeggia oggi, perché è anche la data
indicata nel Geronimiano ed in cui è stato iscritto da Beda nel suo martirologio.
La sua festa si diffuse
nell’Occidente in questa data a partire dall’XI sec. Ma essa era già celebrata
nell’Alvernia (Auvergne) nel VI sec., come attesta Gregorio di Tours. In
Oriente, invece, si festeggia il 23 febbraio.
Comunque, la festa odierna
si incontra nel calendario romano che alla fine del XIII sec. Festa doppia. Di
III classe dal 1960.
La messa è quella del
Comune dei vescovi martiri, come per il giorno di sant’Eusebio, il 16 dicembre.
Tuttavia siccome si tratta di un discepolo di san Giovanni Evangelista, la
prima lettura è presa in prestito dall’epistola dal suo Maestro (1 Gv. 3,
10-16), laddove l’apostolo della santa dilezione tratta dell’amore fraterno,
che deve modellarsi su quello che ci ha portato il Signore. Dio è amore, ed è
per questo che colui che ama dimora in Dio, e Dio rimane in lui. Al contrario
il demonio è odio, e per questo odia Dio, odia se stesso, odia tutto e tutti. “Io
sono quell’infelice che non ama”, disse un giorno il diavolo a santa Caterina
da Siena. Guardiamoci con orrore, dunque, dal nutrire nei
nostri cuori dei sentimenti disordinati di rancore, di invidia, di odio, tutto quello
che, insomma, è contrario alla dolce dilezione cristiana, poiché tutti questi
movimenti vengono dello maligno, come quelli di Caino.
Il Vangelo di questo
giorno è lo stesso della festa di san Saturnino, il 29 novembre.
Il più bell’elogio che
si possa fare di san Policarpo è contenuto nelle grida del popolo di Smirne
sollevatosi contro di lui nell’anfiteatro: «Οὗτός ἐστιν ὁ τῆς
Ἀσίας
διδάσκαλος, ὁ πατὴρ τῶν Χριστιανῶν, ὁ
τῶν ἡμετέρων θεῶν καθαιρέτης»; «Hic impietatis est
præceptor, pater Christianorum, deorum nostrorum eversor»; «Questi è il
maestro di tutta l’Asia, il padre dei cristiani e lo sterminatore dei nostri
dei!» (Chiesa di Smirne (Pionio),
Martyrio Sancti Polycarpi. Epistola circularis, cap. XII, 2, in PG 5,
col. 1037B-1038B; oggi anche in Calogero
Allegro (a cura di), Martirio di Policarpo, Passione di Perpetua e
Felicita, con sermoni di Agostino, Roma 2001, p. 29; in Giuliana Caldarelli (a cura di), Atti dei
martiri2, Milano 1985, rist. 1996, p. 109 (sebbene l’autrice lo
indichi al cap. XI); nonché in A.A.R.
Bastiaesen; A. Hilhorst; G.A.A. Kortekaas; A.P. Orbán; M. M Van Assendelf, Atti e Passioni dei
martiri7, Rocca San Casciano 2007,
p. 19). Senza Dio noi non possiamo fare nulla; ma un’anima vuota di se stessa e
che si presta docilmente alla mozione intima dello Spirito Santo, è capace di
convertire e di santificare il mondo tutto intero.
Concludiamo con questa bella preghiera, recitata
dal Santo Vescovo di Smirne mentre era sul rogo in attesa che le fiamme lo
lambissero: « Signore Dio onnipotente, Padre del diletto e benedetto Figlio Tuo Gesù
Cristo, grazie al quale Ti abbiamo conosciuto, Dio degli angeli e delle potenze
celesti, di tutta la creazione e di tutta la stirpe di giusti che vivono al tuo
cospetto. Io Ti benedico perché mi hai giudicato degno di questo giorno e di
questa ora, e di avere parte al numero dei martiri, del Calice del tuo Cristo,
per la risurrezione della vita eterna dell’anime e del corpo
nell’incorrutibilità dello Spirito Santo. Tra loro possa io oggi essere accolto
al Tuo cospetto, come sacrificio pingue e accetto, secondo quanto hai
preparato, rivelato e realizzato, Dio vero e che non inganna. Per tutto questo
Ti lodo, Ti benedico, Ti glorifico, per Gesù Cristo Sacerdote eterno e celeste,
Tuo diletto Figlio, per il quale a Te con Lui e con lo Spirito Santo sia gloria,
ora e per i secoli venturi. Amen» (Chiesa di Smirne (Pionio),
op. cit., cap. XIV, in PG 5, col.
1039B-1040B; oggi anche oggi anche in Calogero
Allegro (a cura di), op. cit., p. 31; in Giuliana Caldarelli (a cura di), op. cit., p. 110
(sebbene ne riporti una traduzione un po’ diversa e la registri al cap. XII e
non al XIV); nonché in A.A.R. Bastiaesen; A. Hilhorst; G.A.A.
Kortekaas; A.P. Orbán; M. M Van Assendelf, op. cit., p. 23).
Άγιος Πολύκαρπος Επίσκοπος Σμύρνης |
SS. Demetrio, Policarpo, Vincenzo di Saragozza, Pancrazio di Roma e Crisogono, mosaico, 526 circa, Chiesa di S. Apollinare Nuovo, Ravenna |
Icona dei SS. Pafnuzio, Ireneo e Policarpo, XX sec. |
Jan van Haelbeck, S. Policarpo sul rogo, In medio ignis, in Id., Ecclesiae Militantis Triumphi, 1600-20, British Museum, Londra |
Niccolò Circignani detto Il Pomarancio, Martirio di S. Policarpo, 1583 circa, Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, Roma |
Ambito emiliano, Madonna con il Bambino tra i SS. Policarpo e Maria Maddalena, XVII sec., museo diocesano, Piacenza |
Ambito toscano, S. Policarpo, XVIII-XIX sec., museo diocesano, Pistoia |
Luigi Morgari, S. Policarpo, 1896-97, Duomo, Bobbio |
Miracolosa estinzione del fuoco nella città di Smirne, chiesa di S. Policarpo, Smirne (Izmir) |
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