Nella festa del SS. Nome di Gesù
e di S. Genoveffa, vergine, nonché nel ricordo che il 3 gennaio 1521, Papa
Leone X, con la Bolla Decet Romanum Pontificem, scomunicò il Porcus Saxoniae,
Martin Lutero («Decet Romanum pontificem, ex tradita sibi divinitus potestate, poenarum spiritualium et temporalium, pro meritorum diversitate, dispensatorem constitutum, ad reprimendum nefarios conatus perversorum quos noxiae voluntatis adeo depravata captivat intentio, ut, Dei timore postposito, canonicis sanctionibus mandatisque apostolicis neglectis atque contemptis, nova et falsa dogmata excogitare, ac in Ecclesia Dei nefarium scisma inducere [...] contra tales eorumque sequaces acrius insurgere ...»), rilancio quest’editoriale di Radicati nella fede del mese di
gennaio 2016, già riportato da Chiesa e postconcilio.
Monogramma JHS, Chiesa del Gesù, Roma |
Anonimo, S. Genoveffa dinanzi all'Hôtel de Ville di Parigi, XVII sec., Musee Carnavalet, Parigi |
Scuola fiamminga, S. Genoveffa sorveglia il suo gregge, 1575-1600, Musée Carnavalet, Parigi |
S. Genoveffa, vetrata, église Saint-Étienne, Chanonat |
L’INDULGENZA NON È UNA TREGUA
Editoriale di “Radicati nella
fede”
Anno IX n. 1 - Gennaio 2016
Perché la Chiesa ha fatto gli
Anni Santi, perché ha pensato ai Giubilei con le loro indulgenze plenarie? Semplicemente
perché gli uomini devono tornare a Dio, allontanandosi dal peccato che causa
loro la morte eterna. Non c’è altra ragione, non ce n’è proprio un’altra!
Si assiste a una strana
insistenza sulla misericordia di Dio, che suona straniera, molto straniera ad
orecchie cattoliche. Si sente parlare del Signore che perdona sempre, ma questa
insistenza non è mai preceduta e accompagnata dal ricordo della gravità del
peccato, con le sue mortali conseguenze.
È la solita storia: si prendono
verità cattoliche, le si isolano da tutto il resto, trasformandole così in
qualcosa d’altro. È la tecnica per fondare una nuova Chiesa, la chiesa
dell’umanità che non è più la Chiesa di Cristo.
E tutto questo ha qualcosa di
illogico, di non ragionevole: perché mai il Signore ti accoglierebbe con misericordia,
se non perché tu hai bisogno di essere strappato dal peccato e dalla morte?
Ma no! oggi va di moda, e proprio
nella Chiesa, parlare della bontà accogliente di Dio, senza richiamare la
gravità del peccato, di ogni peccato. Anzi, chi ancora nella Chiesa si attarda
a denunciare il male e la sua gravità, viene visto come nemico della
misericordia di Dio, da eliminare come falso apostolo, affinché la bellezza
della “nuova chiesa” possa finalmente risplendere.
Quanti disastri morali si
compiranno in questo Anno Santo, se non si tornerà alla Misericordia vera,
quella di Cristo, che accogliendoti in pianto per i tuoi peccati, ti perdona e
ti dice “d’ora in poi non peccare più”.
La misericordia di Dio, quella di
Cristo, non può mai essere disgiunta dalla condanna ferma del peccato, di ogni
peccato. Anzi, è proprio insegnando la gravità del peccato che la Chiesa ha
sempre aperto i cuori alla vera misericordia di Dio.
Il beato Cardinal Newman ha
parole impressionanti proprio sulla necessità della condanna severa del peccato.
Parlando del compito dottrinale della Chiesa così si esprime:
“Anzitutto, la dottrina del
maestro infallibile deve iniziare da una vibrata protesta contro lo stato attuale
dell’umanità. L’uomo si è ribellato al suo Creatore. Questa ribellione ha
provocato l’intervento divino; e la denunzia della ribellione dev’essere il
primo atto del messaggio accreditato da Dio” (Apologia pro vita sua,
cap. V).
Non c’è che dire, il grande
Cardinal Newman, spacciato troppe volte per anticipatore della confusione conciliare,
su questo è chiaro: la ribellione dell’uomo a Dio va denunciata, e questa
denuncia sta all’inizio del parlare della Chiesa, viene prima di tutto, con
essa incomincia tutto!
Ma continuiamo con Newman:
“La Chiesa deve denunciare
la ribellione come il più grave di tutti i mali possibili. Non può scendere a
patti; se vuole essere fedele al suo Maestro, deve bandirla e anatemizzarla”
(ibid.)
Altro che la confusione che ci
circonda e ci sommerge! Altro che questa confusione seguita al sinodo sulla
famiglia, che ben ha preparato la confusione del giubileo.
La mancanza della denuncia del
peccato è di fatto un scendere a patti col peccato; così è percepita dai più.
È colta come una tregua, come una
rinuncia della Chiesa alla lotta contro il male e il demonio. È colta come un
cambiamento di morale, come un depennare alcuni comandamenti dal decalogo, per
far tregua con il mondo che non vuole cambiare.
Sì, si rischia di intendere l’Anno
Santo, con la sua misericordia “larga”, come una grande tregua al peccato, che
prelude alla nascita di una nuova chiesa pacificata col mondo moderno, che di
cambiare non ne ha proprio voglia: che illusione mortale!
Illusione mortale, quella di
pensare di conquistare il mondo con un perdono che non richiede il dolore del
peccato e il proponimento di non commetterlo più! Illusione mortale, quella di
pensare di riempire le chiese non chiedendo più niente alle anime. Illusione
mortale, quella di pensare di spalancare le porte a tutti senza chiedere nulla:
entreranno forse in molti, ma occuperanno una chiesa debole, che si trasformerà
in loro; e dopo averla resa simile alla loro casa confusa da cui provenivano,
la rigetteranno per l’ennesima volta come una chiesa inutile.
Ma sì!: cosa se ne fanno gli
uomini di una chiesa che benedice senza avere più la voglia di convertire? Cosa
se ne faranno di una chiesa che ha rinunciato alla grande opera di Cristo,
quella di salvare le anime, suscitando e consacrando con la Grazia la loro vera
conversione? Cosa se ne faranno di una chiesa che, infedele al suo maestro, si
vergogna di ripetere le sue parole sante: “Va, i tuoi peccati sono perdonati, e
d’ora in poi non peccare più, perché non ti capiti qualcosa di peggio” ?
Ma ascoltiamo ancora il grande
Henry Newman:
“La Chiesa cattolica pensa
sia meglio che cadano il sole e la luna dal cielo, che la terra neghi il raccolto
e tutti i suoi milioni di abitanti muoiano di fame nella più dura afflizione
per quanto riguarda i patimenti temporali, piuttosto che una sola anima, non
diciamo si perda, ma commetta un solo peccato veniale, dica una sola bugia
volontaria o rubi senza motivo un solo misero centesimo” (ibid).
È ancora così la nostra coscienza
cattolica? È inteso ancora così il compito della Chiesa?
Carissimi, il compito della
Chiesa non può cambiare, perché Cristo non cambia. Non fidiamoci dei falsi maestri
che scambiano il perdono, l’indulgenza plenaria, con una “tregua” dal sapore
troppo umano che sa di diabolico.
La Chiesa è stata posta come
baluardo per la salvezza delle anime dal male, dall’abisso del peccato.
“All’intensità del male che
si è impossessato del genere umano, è stato contrapposto un potere capace di
fronteggiarlo; e il primo atto di questo potere istituito da Dio è ovviamente
una sfida al nemico. Questo preambolo dà un senso alla posizione della Chiesa
nel mondo, e dà una chiave per interpretare tutto il suo insegnamento e la sua
condotta attraverso i secoli.” (ibid).
Ecco perché una Chiesa che
intende la misericordia come “tregua” è un puro non senso, è la distruzione della
Chiesa stessa. Una Chiesa così ridotta non avrà più una posizione nel mondo...
anzi, non l’ha già più.
Preghiamo il Signore e la Vergine
Maria, perché ci concedano pastori secondo il cuore di Dio, che non temano di
fronteggiare il peccato, di porsi come sfida al nemico.
E a noi tutti dia l’intelligenza
per riconoscere pastori così.
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