Domenica scorsa è
iniziato il periodo di Settuagesima, che ci prepara alla Quaresima ed alla
Pasqua del Signore.
Per approfondire il
significato di questo periodo, rilanciamo nell’odierna festa dell’invitto
campione della verità S. Giovanni Crisostomo questo contributo tratto da Chiesa
e postconcilio. Per una riflessione in inglese su questo tempo, v. l’immancabile
Rorate caeli.
Icona di S. Giovanni Crisostomo con scene della sua vita |
Icona di S. Giovanni Crisostomo |
Ο Άγιος Ιωάννης ο Χρυσόστομος |
Icona di S. Paolo che ispira a S. Giovanni Crisostomo l'interpretazione delle sue lettere, XXI sec. |
Kelli Rodostolou, Icona di S. Paolo che ispira S. Giovanni Crisostomo l'interpretazione delle sue lettere, XXI sec. |
Scuola del Carracci, S. Giovanni Crisostomo, XVII sec., museo diocesano, Bologna |
Mattia Preti, Il perdono di S. Giovanni Crisostomo, 1640 circa, Cincinnati Art Museum, Cincinnati |
Ambito lombardo, S. Paolo ispira S. Giovanni Crisostomo, XVIII sec., museo diocesano, Bergamo |
Michele Damasceno, Icona dei tre gerarchi: SS. Basilio il Grande,Giovanni Crisostomo e Gregorio di Nazianzio, XVI sec., Museo Bizantino e cristiano, Atene |
Icona dei SS. tre gerarchi.
La festa comune dei Tre Santi Gerarchi venne istituita intorno al 1100, durante il regno di Alessio I Comneno, a seguito di accese discussioni che si erano sollevate tra gli studiosi del tempo su quale dei tre Gerarchi della Chiesa commemorati a Gennaio, Basilio il Grande (1 Gennaio), Gregorio di Nazianzo (25 Gennaio) o Giovanni Crisostomo (27 Gennaio), fosse il più grande. Alcuni decisero per San Basilio il Grande, a causa della sua grande intelligenza e moralità austera, altri per san Giovanni Crisostomo, insuperabile per la convincente dolcezza dei suoi discorsi, e altri tennero per san Gregorio di Nazianzo, per la sua retorica elegante e la sua capacità dialettica. Inoltre, ciascuna delle parti, al fine di distinguersi dagli altri, assunse il nome del suo Santo, di conseguenza si chiamarono Basiliani, Giovanniti e Gregoriani. La tradizione vuole che per porre fine alla contesa si decise di chiedere consiglio a Giovanni, Metropolita di Eutachia. A lui apparvero in sogno i tre Santi che dissero della loro pari gloria nel Regno di Dio e chiesero l'istituzione di una festa comune per tutti e tre. Giovanni stabilì al 30 Gennaio tale ricorrenza. Fonte
|
La domenica di
Septuagesima
La Domenica di Septuagesima,
nel Rito Romano Antiquior è celebrata nel 64° giorno prima di
Pasqua e segna l’inizio di un tempo di preparazione alla Quaresima.
Il Tempo di Settuagesima abbraccia
la durata delle tre settimane che precedono immediatamente la Quaresima e costituisce
una delle parti principali dell’Anno Liturgico. È suddiviso in tre sezioni
ebdomadarie, di cui solamente la prima porta il nome di Settuagesima;
la seconda si chiama Sessagesima; la terza Quinquagesima.
È chiaro che questi nomi esprimono una relazione numerica come la parola Quadragesima,
donde deriva la parola Quaresima. La parola Quadragesima sta
ad indicare la serie dei quaranta giorni che dobbiamo attraversare per arrivare
alla festa di Pasqua. Le parole Quinquagesima, Sessagesima e Settuagesima ci
fanno quasi vedere tale solennità in un lontano ancora più prolungato; però non
è meno importante il grande oggetto che comincia ad assillare la santa Chiesa,
la quale lo propone ai suoi figli quale mèta verso cui devono ormai tendere
tutti i loro desideri e tutti i loro sforzi (dom Prosper Guéranger. L’Anno
Liturgico).
Il breve articolo che
segue ci mostra come il gregoriano, “canto della Chiesa” è realmente incarnazione
sonora della Parola di Dio, suono dell’Invisibile, epifania sonora del Verbo,
splendida preziosa veste di una liturgia insostituibile, che modella sulla
stessa melodia alcuni tratti significativi dei cantici della penitenza e dell’attesa
con quelli della gioia pasquale. Così come arricchisce di sonore correlazioni
parti diverse che si richiamano e arricchiscono vicendevolmente nel corso dell’intero
Anno Liturgico. Esempio fra tanti: esiste un fil rouge che
collega tra loro i brani di ispirazione battesimale [Se ne può cogliere un assaggio qui: Prospettiva battesimale della
Quaresima e della Pasqua nella liturgia romana].
All’apparenza semplici
sfumature, ma in realtà frutto di profondità spirituali inesorabilmente perdute
nel Novus riformatore. (M.G.)
La domenica di
Septuagesima
di Mattia
Rossi
San Pio X, nel suo
Catechismo Maggiore, trattando delle domeniche di settuagesima, sessagesima e
quinquagesima, precisa: “La Chiesa dalla domenica di settuagesima fino al
sabato santo tralascia nei divini uffici l’Alleluia, che è voce di allegrezza,
ed usa paramenti di color violaceo, che è color di mestizia, per allontanare
con questi segni di tristezza i fedeli dalle vane allegrezze del mondo ed
insinuare ad essi lo spirito di penitenza”.
E questo è
immediatamente percepibile dall’introito di settuagesima: “Circumdederunt
me gemitus mortis, dolores inferni circumdederunt me: et in tribulatione
mea invocavi Dominum, et exaudivit de templo sancto suo vocem meam” (Mi circondano gemiti di morte
e i dolori dell’inferno, in mezzo alla tribolazione ho invocato il Signore ed
Egli, dal suo tempio santo, ha esaudito la mia preghiera).
Non passa, né
potrebbe passare, inosservato il pesante allargamento iniziale su “gemitus”
(pes quadrato + bivirga episemata). Ma nemmeno sfugge la correlazione che
questa prima domenica penitenziale ha con la quaresima e, in particolare, con l’introito
della III che, oltre a un medesimo impianto musicale, con il testo dell’introito
di settuagesima, fa quasi a specchio: “Oculi mei
semper ad Dominum quia ipset evellet de laqueo pedes meo: respice in me, et
miserere mei, quoniam unicus et pauper sum ego”.
Come ben insegna
sempre Pio X, poi, dalla settuagesima l’Alleluia viene sostituito dal Tractus. E
in questa prima domenica, in questo inizio di cammino che condurrà alla Passione,
ma anche alla Risurrezione, oltre ai richiami quaresimali, troviamo anche il
rimando alla Pasqua.
Il tratto, appunto,
con un testo fortemente drammatico come il “De profundis”, è modellato
sulla stessa melodia dei cantici (tratti) della Veglia pasquale. Nell’inizio
della penitenza è già racchiuso, quasi in guisa di assaggio, il gusto melodico
proprio della Pasqua. [Fonte]
Nessun commento:
Posta un commento