Nella tradizione
liturgica della Chiesa cattolica, la Domenica nell’Ottava dell’Epifania, a differenza
di quanto poi avvenuto con la riforma liturgica, è dedicata alla Sacra Famiglia
(con la riforma del 1969-’70, la festa fu anticipata alla Domenica nell’Ottava
di Natale). Il Vangelo odierno narra dello smarrimento e ritrovamento di Gesù
nel Tempio di Gerusalemme. Egli, la Sapienza, non commise – come pure è stato sostenuto
– una “scappatella”. Già parlare di “scappatella” o “marachella” è un azzardo
blasfemo. Poteva, infatti, il Verbo Eterno, il Consustanziale al Padre
commettere scappatelle o marachelle al pari di ogni altro
bambino? Ricordiamo che Egli, il Verbo, era «simile in tutto a noi, fuorché
nel peccato», come afferma la Lettera agli Ebrei (Eb. 4, 15) ed il Simbolo
del IV Concilio Ecumenico (quello di Calcedonia), κατὰ
πάντα ὅμοιον ἡμῖν χωρὶς ἁμαρτίας. Per questo è avventato anche solo supporre che
il Teantropo potesse aver avvertito l’esigenza di dover chiedere perdono ai
genitori: Egli non aveva nulla di cui scusarsi verso chicchessia essendosi occupato
delle cose del Padre Suo. Poteva Yēshūa bar Yôsēf, che, per
diventare figlio della Legge (o del comandamento), בר מצווה, bar Miẓwah (termine tardo adottato solo nel XIV sec., sebbene all'epoca di Gesù il ragazzo a quell'età fosse chiamato - secondo la tradizione rabbinica - bar 'onshin - figlio della pena - o gadol - adulto - in quanto ritenuto soggetto responsabile delle proprie azioni) doveva recarsi a Gerusalemme - come fece il fanciullo Gesù con la sua Famiglia in occasione della Pasqua - per essere lì esaminato dai maestri della Legge sulle sue conoscenze teologiche e
linguistiche (di ebraico) di base, darsi a “scappatelle” infantili? Stava per diventare, secondo la legge ebraica, adulto e si dava a marachelle bambinesche???
Che ben poca
considerazione deve aversi del Redentore!!!!
Nel passo evangelico
odierno, in verità, è affermato e messo in piena luce il dogma dell’umanità
santissima di Gesù. Questi, davanti ai suoi stessi Genitori, estasiati perché
furono i testimoni del mistero di quest’Epifania della sua natura umana e vi
ebbero parte, volle far brillare ora pure i raggi di un’altra Teofania, quella
della sua divinità e della sua divina origine. Egli calmò divinamente l’apprensione
di Maria e Giuseppe con una semplice dichiarazione nella quale i suoi
santissimi Genitori trovarono una tale elevazione di sapienza e di luce, che,
come più tardi i tre apostoli sul Tabor, dovettero, per così dire, proteggersi
gli occhi con la mano di fronte ai raggi incandescenti di questo Sole di
giustizia vivente.
Il santo Vangelo dice che i sinedriti stupiti pendevano dalle labbra
di Gesù; afferma, al contrario, che Maria e Giuseppe non arrivarono a penetrare
il mistero di quelle sue parole, perché, durante la vita presente, quando la
luce della visione intellettuale è troppo forte, gli occhi, al contatto di Dio,
si chiudono, e lo spirito non può esprimere in pensieri umani ciò che vede. Maria,
tuttavia, da fedele discepola, faceva tesoro di questi insegnamenti che le
provenivano dal Verbo, meditandoli nel suo cuore, cercandoli di leggere con gli
occhi della fede!
Siamo immersi dunque ancora
nel clima natalizio-epifanico. Per questo, sembra opportuno rilanciare quest’omelia
di San Giovanni Crisostomo.
Gerard Seghers, Sacra Famiglia, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
Francisco de Goya y Lucientes, Sacra Famiglia, 1788-90, Museo del Prado, Madrid |
Francisco de Goya y Lucientes, Sacra Famiglia, 1787, Museo del Prado, Madrid |
Carl Bloch, Insegnando nel Tempio, XIX sec. |
Riposa in una mangiatoia
Colui che siede sul trono
celeste
Dalle Omelie di San Giovanni Crisostomo
Vedo uno strano paradossale
mistero! Le mie orecchie risuonano dei canti dei pastori, ma i loro flauti non
suonano una melliflua melodia, ma cantano con le labbra un inno celeste in
totale pienezza.
Gli angeli inneggiano! Gli
Arcangeli uniscono le loro voci in armonia! I Cherubini cantano la loro gioiosa
lode! I Serafini esaltano la sua gloria!
Tutti si riuniscono per lodare
questa festa santa, vedendo la Divinità qui sulla terra, e l’uomo in cielo.
Colui che è al di sopra dei cieli, ora per la nostra redenzione abita quaggiù,
e colui che è stato umile è stato elevato dalla misericordia divina. Betlemme
in questo giorno somiglia al cielo; invece di stelle ha ricevuto angeli, e al
posto del sole, avvolge dentro di sé in ogni lato il Sole di giustizia. E non
chiedetemi come: perché dove Dio vuole, l’ordine della natura si sottomette.
Poiché Egli lo ha voluto, ne ha
avuto il potere, è disceso, ha redento l’uomo; tutte le cose hanno cooperato con
Lui a questo scopo.
Oggi nasce Colui che eternamente
è, e diviene ciò che non era. È Dio e diventa uomo! Diventa uomo senza smettere
di essere Dio.
Ancora, Egli è divenuto uomo
senza alcuna perdita della divinità, e non è diventato Dio da uomo attraverso
un accrescimento, ma essendo Logos si è fatto carne, la sua natura, a causa
dell’impassibilità, è rimasta immutata.
Quando è nato, i Giudei non hanno
accettato questa Sua insolita nascita. Da un lato i Farisei interpretavano male
le Sacre Scritture e, dall’altro, gli scribi insegnavano cose completamente
diverse. Ancora una volta Erode volle trovare il Bambino neonato non per
onorarlo, ma per ucciderlo.
Oggi essi si stropicciano gli
occhi vedendo il Re del cielo sulla terra con una natura umana, nato da un
utero verginale. Come dice Davide, Non le nasconderemo ai lori
figli, alla generazione a venire [1].
Così i re sono venuti e hanno
visto il Re celeste venuto sulla terra, senza portare con sé Angeli, Arcangeli,
Troni, Dominazioni, Potestà, Principati, ma seguendo una nuova e solitaria via:
Egli è provenuto da un utero senza macchia.
Eppure non ha abbandonato i suoi
angeli, né li ha lasciati della sua custodia né, a causa della sua
incarnazione, si è discostato dalla Divinità.
Ed ecco, sono venuti i re, per
poter adorare il Re della gloria celeste; i soldati, per poter servire il Capo
degli Eserciti del Cielo; le donne, per poter adorare Colui che è nato da una
donna in modo che egli cambiasse i dolori del parto in gioia; le vergini, son
giunte al Figlio della Vergine, per contemplare con gioia, come Egli, Datore
del latte, che ha ordinato alle mammelle di riversarlo in rapidi ruscelli,
riceve da una Vergine Madre il nutrimento dell’infanzia; i neonati, son giunti
per poter adorare Colui che è divenuto un piccolo bimbo, in modo chedalla bocca dei bimbi e dei lattanti[2], potesse ricevere la lode; i bambini, son
giunti al Bambino, che li ha elevati a martiri a causa della rabbia di Erode; gli
uomini, son giunti a Colui che si è fatto uomo, in grado di guarire le miserie
dei suoi servi; i pastori, son giunti al Buon Pastore che ha dato la sua vita
per le pecore; i sacerdoti, son giunti a Colui che è divenuto il Sommo Sacerdote
secondo l’ordine di Melchisedech [3]; i servi, son giunti a Colui che ha preso su
di sé la forma di un servo e può benedire la nostra schiavitù, con il premio
della libertà; i pescatori, son giunti a Colui che, tra i pescatori, ha fatto diventare
alcuni pescatori di uomini [4]; i pubblicani, son giunti a Colui che di
mezzo a loro ha chiamato e scelto un evangelista; le prostitute, son giunte a
Colui che ha esposto i suoi piedi alle lacrime di una prostituta.
In poche parole, in modo che io
possa abbracciarli tutti assieme, sono venuti tutti i peccatori che potevano per
vedere l’Agnello di Dio che porta sulle sue spalle i peccati del mondo: I Magi
per adorare; i pastori per glorificare; i pubblicani per proclamare; le
prostitute per offrire mirra; la Samaritana per saziare la Sua sete; la donna
Cananea per ricevere misericordia.
Poiché dunque tutti si
rallegrano, anch’io voglio gioire. Anch’io desidero condividere la danza
corale, per celebrare la festa. Ma vi prendo parte, non pizzicando l’arpa, non
agitando il tirso, non con la musica di trombe, né reggendo una torcia, ma
tenendo tra le mie braccia le fasce di Cristo. Poiché tutto ciò è la mia
speranza, questa è la mia vita, la mia salvezza, questa è la mia tromba e la
mia arpa. Con essa giungo e, avendo dal suo potere ricevuto il dono della
parola, canto anch’io, con gli angeli: Gloria a Dio nei cieli eccelsi;
e con i pastori: e pace sia in terra agli uomini del suo beneplacito [5]!
Oggi, Colui che è sorto prima dei
secoli dal Padre in un modo ineffabile nasce da una vergine, per me in un modo
inspiegabile. Allora nacque dal Padre secondo natura, prima dei secoli, nel
modo conosciuto solo da chi l’ha generato; oggi, ancora, nasce fuori dalla sua
natura, nel modo operato dalla grazia del Santo Spirito.
La sua celeste generazione è
vera, la generazione terrestre non lo è di meno; è realmente Dio generato da
Dio com’è pure vero che è nato uomo da una vergine. In cielo è l’unico ad
essere nato dal solo Padre, Suo figlio Unigenito; sulla terra, è l’unico ad
essere nato da una sola Vergine, suo figlio Unigenito. Come per la Sua
generazione celeste sarebbe empio pensare ad una madre, egualmente per la Sua
generazione terrestre sarebbe una bestemmia cercargli un padre. Il Padre l’ha
generato senza seme e la Vergine l’ha partorito incorruttibilmente. Dio non ha
affatto affrontato lo scorrimento della sua sostanza, poiché ha generato come
conveniva ad un Dio; generandolo, quindi, in modo divino. Né la Vergine è stata
sottomessa alla corruzione facendo un parto perché ha partorito attraverso lo
Spirito. Quindi, né la Sua nascita celeste può essere spiegata da parole umane,
né la Sua incarnazione può essere indagata. Oggi, conosco il fatto che la
Vergine l’ha partorito e credo che Dio l’ha generato fuori dal tempo. Ma ho
appreso che la Sua generazione dev’essere onorata in silenzio senza curiosità
indiscreta e discussioni vane. Poiché, per quanto riguarda Dio, non occorre
fermarsi all’evoluzione naturale delle cose, ma credere alla potenza di Colui
che guida tutto.
È una legge naturale che una
donna sposata partorisca. Ma quanto più paradossale è quando una vergine, senza
aver conosciuto uomo, partorisce un bambino e in seguito resta vergine! Per
questo si esplora ciò che è conforme alla natura; ma si deve onorare in
silenzio quanto accade oltre la natura, non perché sia pericoloso ma perché è
ineffabile.
Ma accordatemi, vi prego, il
permesso di porre fine a questo discorso già dal suo esordio. Infatti temo di
elevarmi fino a questo livello di cose di cui non mi è permesso parlare e non
so in quale direzione volgermi né come dirigere il timone.
Sento timore di fronte al mistero
divino.
Cosa dire e come parlare?
Vedo colei che ha partorito. Vedo
anche Colui che è nato. Ma non riesco a capire il modo in cui accade la
nascita. Vedete, quando Dio vuole, le leggi della natura sono sconfitte. Questo
non accadde nella natura; è stato un miracolo oltre la natura. Ciò accade anche
qui: l’ordine naturale non ha operato mentre ha agito la volontà del Sovrano. Quanto
inesprimibile è la misericordia di Dio!
Il Figlio di Dio, prima dei
secoli, l’incorruttibile, invisibile e intangibile, ha dimorato nel mio corpo
visibile e corruttibile. Perché? Perché, come sapete, noi uomini crediamo più
in ciò che vediamo che in ciò che sentiamo. Crediamo nelle cose visibili mentre
dubitiamo quelle invisibili. Così non crediamo nel vero Dio invisibile, ma
adoriamo gli idoli visibili sotto forma umana.
Dio ha quindi accettato di
presentarsi davanti a noi sotto forma umana visibile, per sciogliere così ogni
dubbio sulla sua esistenza.
Nasce dalla Vergine che ignorava
quant’è relativo alla generazione, poiché non aveva cooperato per quanto
accadde, non aveva contribuito a questo fatto ma fu un puro strumento della Sua
ineffabile potenza, sapendo solo quanto udì da Gabriele, alla sua
domanda: Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo? [6]. Egli le disse: ‘vuoi saperlo?’ Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà [7]. In che modo il Signore fu con lei, per ricevere
poi da lei la generazione? Proprio come l’artigiano, che quando trova un
utilissimo materiale riesce in seguito a lavorarlo nel modo migliore, così fece
anche Cristo. Egli, trovando santo il corpo e l’anima della Vergine, la ornò di
un tempio animato, volendo in questo modo creare l’uomo nella Vergine. Rivestendosi
di questo, oggi è venuto tra noi senza vergognarsi della bruttezza della natura [8]. Per Lui non è stato un obbrobrio indossarsi
di questa natura umana; infatti la creatura ha fruttificato una grande gloria,
diventando la veste dell’artigiano. Perché come nella prima creazione, era impossibile
per l’uomo esistere prima che la terra con la quale fu fatto venisse tra le
mani del suo creatore; così era impossibile che il corpo corruttibile dell’uomo
ricevesse una nuova natura prima che Colui che l’aveva creato non se ne rivestisse.
Che cosa posso dire o come posso
parlare? Sono colmo di stupore dal grande miracolo! Vedo un bambino nel Dio
pre-eterno! Si riposa in una mangiatoia Colui che ha il suo trono nel cielo! Delle
mani umane toccano l’intangibile e inaccessibile! Colui che spezza le catene
del peccato è fortemente legato nelle fasce!
Perché questa è la Sua volontà:
cambiare l’infamia in onore; rivestire di gloria la meschinità; trasformare l’offesa
in virtù.
Ha assunto il mio corpo perché il
Suo Logos trovasse spazio in me; prendendo la mia carne mi dà il Suo Spirito.
Mi dà il tesoro della vita eterna; prende e dà: prende la mia carne per
santificarmi, mi dà il Suo Spirito per salvarmi. Cosa dire e come parlare?
Ecco: la vergine concepirà [9].
Oramai questo non è più una
realtà futura della quale si è parlato; è una realtà compiuta proposta alla
nostra ammirazione.
È accaduto tra i Giudei e tra di
loro se ne parlava ma è stato creduto da noi, anche se non ne abbiamo mai
sentito parola.
Ecco: la vergine concepirà.
Le parole sono della sinagoga, ma
l’acquisizione della Chiesa. L’una ha trovato il libro, l’altra ha colto la
perla. La sinagoga ha tinto il filo; la Chiesa ha indossato la veste reale. La
Giudea l’ha generato; l’ecumene l’ha accolto. La sinagoga l’ha allattato e
nutrito; la Chiesa l’ha ricevuto e ne ha tratto beneficio. Nella sinagoga fiorì
la vite ma noi godiamo l’uva della verità. La sinagoga ha vendemmiato l’uva; i
pagani, invece, bevono la bevanda segreta. Lei ha seminato il seme in Giudea; i
pagani, invece, hanno mietuto la spiga con la falce della fede; hanno tagliato
con rispetto la rosa e ai giudei rimase la spina dell’incredulità. L’uccello
volò, e questi sciocchi stanno ancora a custodire il nido. I Giudei stanno
lottando per interpretare il libro della lettera, mentre i pagani vendemmiano
il frutto dello Spirito.
Ecco: la vergine concepirà.
Dimmi allora, Giudeo, dimmi, chi
ha partorito?
Ti prego, mostra coraggio, anche
quello che mostrasti di fronte a Erode. Ma non hai coraggio. Io so perché.
Perché sei insidioso. Hai parlato ad Erode perché egli lo sterminasse; ma non
ne parli a me perché io non lo veneri.
Chi ha partorito, allora? Chi?
Il Sovrano della natura! E se tu
taci, la natura lo grida con voce tonante. L’ha partorito nel modo in cui Egli
voleva essere nato. In natura non vi era la possibilità di una tale nascita. Ma
Egli, in quanto signore della natura, ha introdotto un modo di nascita
paradossale. E così ha mostrato che, pur divenendo uomo, non è nato come un
uomo, ma come conviene a Dio solo.
Oggi, quindi, viene da una
Vergine trionfando sulla natura, oltrepassando il matrimonio; perché al
Dispensatore conveniva la santità, nascendo da un parto puro e santo.
Colui che ha creato Adamo da
terra vergine, Colui che da Adamo ha poi creato la donna, nasce oggi da una
vergine figlia che ha sconfitto la natura.
Allora Adamo, senza avere una
donna, ha ottenuto una donna.
La Vergine ora, senza avere un
uomo, ha partorito un uomo.
Perché è successo questo? Ecco
perché: Le donne avevano un vecchio debito verso gli uomini, poiché da Adamo
era spuntata una donna senza l’intervento di un’altra donna. Così la Vergine
oggi, ripagando agli uomini il debito di Eva, partorisce senza un uomo. Poiché
Adamo non avesse l’orgoglio di avere prodotto la donna senza l’aiuto di una
donna, allora la vergine genera un uomo senza l’aiuto dell’uomo, per mostrare
che l’uguaglianza deriva dalla parità delle meraviglie operate.
Dio rimosse da Adamo una costola,
senza che egli venisse meno in qualsiasi cosa. Così, anche nella Vergine, creò
un tempio animato senza sciogliere la verginità.
Adamo rimase sano in seguito alla
rimozione della sua costola; anche la Vergine rimase incorruttibile dopo la
nascita di un bambino. Per questo non ha creato il tempio per sé altrove né ha
creato un altro corpo per poi rivestirlo, perché non si creda che si disprezzi
la umanità di Adamo. Poiché l’uomo, dopo essere stato ingannato dal diavolo,
divenne il suo strumento, perciò Egli prese quest’uomo sottomesso al diavolo e
lo rese tempio animato, per ritornarlo a Colui che l’aveva creato e staccarlo
dal suo legame con il diavolo.
Dio si fa uomo ma nasce come Dio.
Se fosse provenuto, come me, da un matrimonio comune, molti avrebbero considerato
la Sua nascita fraudolenta. Per questo nasce da una vergine, per questo
mantiene il suo utero intatto, per questo conserva integra la sua verginità:
perché questo strano modo di nascita fosse motivo di fede incrollabile.
Se un Pagano o un Giudeo mi
chiedesse di spiegargli come il Cristo, essendo Dio secondo natura, divenne
uomo oltre natura, gli dirò: Ecco, invoco come testimonianza il sigillo immacolato
della verginità; perché Dio è colui che ha sconfitto l’ordine della natura;
perché Dio è il vasaio del ventre e l’inventore della verginità; ha avuto un
parto immacolato poiché si è costruito indicibilmente un tempio, secondo la Sua
volontà.
Dimmi allora, Giudeo, la Vergine
ha partorito o no? E se ha partorito, perché non confessi la nascita
soprannaturale? Se, invece, non ha partorito perché hai ingannato Erode? Quando
lui voleva sapere dove sarebbe nato Cristo, non gli hai detto A Betlemme di Giudea [10]? Conoscevo io, forse, la città o il luogo?
Conoscevo io, forse, il valore del Bambino che è venuto al mondo? Isaia e i
profeti non ve ne hanno parlato? Partorirà un figlio, che
chiamerà Emmanuele [11]. E voi, ingrati nemici, non avete spiegato
la verità? Voi, scribi e farisei, custodi precisi della legge, non ci avete
insegnato su Cristo? Non siete stati voi a interpretare le Scritture? Conoscevamo,
forse, la vostra lingua? E quando la Vergine ha partorito, non siete stati voi
a presentare a Erode la testimonianza del profeta Michea? Ma da te, o Bethlehem Efrata, piccola per esser tra le città di
Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele [12].
Il profeta ha parlato molto bene
dicendo “Da te”. Provenne da voi e si presentò al mondo intero.
Colui che è, precede; colui che
non è si crea o si fa. Mentre Egli era, era anche prima, ed è sempre stato. Era
sempre in quanto Dio che governa il mondo.
Oggi, si è presentato come un
uomo per condurre gli uomini.
Si è presentato come Dio, per
salvare l’ecumene.
Ma quanto preziosi siete voi
nemici! Quanto filantropi siete voi accusatori!
Voi avete accidentalmente
dimostrato che il neonato di Betlemme è Dio. Avete riconosciuto il Sovrano
nascosto nella mangiatoia. L’avete involontariamente predicato voi, mentre era
seduto nella grotta. L’avete rivelato voi, cercando di nasconderlo. L’avete
beneficiato voi, cercando di fargli del male.
Quanto maestri ignoranti siete
davvero? Insegnate ma non conoscete. Avete fame ma cibate gli altri. Avete sete
ma date da bere agli altri. Siete poverissimi ma arricchite gli altri.
Venite, quindi, festeggiamo!
Venite a solennizzare! È strano il modo di questa festa – quanto strano è anche
il motivo della nascita di Cristo.
Oggi si scoglie il legame di
lunga durata.
Il diavolo è svergognato. I
demoni sono fuggiti. La morte è stata abolita. Il paradiso è aperto. La
maledizione è svanita. Il peccato è stato cacciato. L’errore è stato
allontanato. La verità è stata rivelata. La predicazione della pia fede si è riversata
e diffusa in tutto il mondo. Il regno dei cieli è stato trapiantato sulla
terra. Gli angeli parlano agli uomini. Gli uomini conversano con gli angeli senza
timore. Tutto è diventato uno. Perché? Perché Dio è sceso sulla terra e l’uomo
è salito nei cieli. La prima cosa si è unita all’altra. Dio è sceso sulla terra
continuando ad essere in cielo. È tutto intero nel cielo ed è tutto intero
sulla terra. È diventato uomo essendo Dio, senza smettere di essere Dio. È
senza passioni e ha assunto la carne, perché ha dimorato in noi. Non è
diventato Dio, lo era. Per questo ha assunto la carne, perché Colui che il
cielo non poteva trattenere, lo accogliesse la mangiatoia. Per questo si è
messo nella mangiatoia, perché colui che nutre i mondi venga nutrito con cibo
per bambini da una vergine madre. Per questo il Padre dei secoli futuri viene
tenuto tra le braccia di una vergine madre come bambino lattante: perché fosse
accessibile anche ai magi. Si tiene tra le braccia di una vergine e tra le mani
tiene l’ecumene.
I magi corrono presso di Lui,
rinunciando, per principio, al tiranno; il cielo, orgoglioso, mostra con la
stella il Sovrano stesso e il Signore, seduto sulla leggera nuvola del corpo,
il quale corre in Egitto per evitare l’insidia di Erode, adempiendo la verità
della profezia di Isaia che ha detto: In quel giorno Israele sarà il
terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li
benedirà il Signore degli eserciti: «Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro
opera delle mie mani e Israele mia eredità» [13].
Che dici Giudeo? Tu che eri primo
sei diventato terzo? Gli Egiziani e gli Assiri si sono messi davanti e il
primogenito Israele è tornato in dietro? Sì. Così è. Gli Assiri saranno primi,
perché loro, assieme ai loro magi, hanno venerato per primi il Signore. Poi gli
Egiziani che lo ricevettero quando si rifugiò dalle loro parti per evitare l’insidia
di Erode. Terzo e ultimo è il popolo d’Israele, che ha conosciuto il Signore dagli
apostoli dopo il battesimo nel Giordano. È entrato in Egitto rovesciando tutti
gli idoli non per niente ma per escludere dalla perdizione i primogeniti di
Egitto. Per questo oggi è entrato come primogenito, per sciogliere la tristezza
del vecchio lutto.
Cristo è primogenito, come
testimonia anche Luca l’evangelista, dicendo: Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era
posto per loro nell’albergo [14]. È entrato quindi in Egitto per sciogliere
la tristezza del vecchio lutto, ponendo la gioia invece della frusta. Invece
della notte e dell’oscurità dona lo splendore della salvezza. L’acqua del
Giordano era profanata dal massacro degli immaturi neonati. È entrato in Egitto
che aveva le acque rosse, facendo delle correnti del fiume dei generatori di
salvezza, purificando l’empietà e la profanità con la potenza dello Spirito.
Gli Egiziani, colpiti da diverse ferite e lasciandosi andare alla loro furia,
avevano trascurato Dio. È entrato allora in Egitto e ha colmato di conoscenza
divina le anime care a Dio in modo che la terra irrigata dal Nilo avesse presto
più martiri che spighe.
Ma poiché il tempo è stretto
decido a questo punto di cessare il discorso. Chiudo qui, avendo completato il
discorso, in cui spiegavo che il Logos essendo privo di passioni, è diventato
carne, senza mutare la Sua natura.
Cos’altro c’è da dire, come
parlare?
Vedo il Creatore e la mangiatoia.
Un infante e delle fasce. Una Vergine puerpera, disprezzata. Molta povertà.
Molta indigenza.
Eppure hai visto quanta ricchezza
nella grande povertà? Come, essendo ricco, si è fatto povero per noi? Come non
ha né letto né materasso e si è gettato per terra in una mangiatoia? O povertà, fonte di ricchezza! O ricchezza immisurabile,
nascosta in mezzo alla povertà! Dimora all’interno della
mangiatoia e ondeggia l’ecumene. È avvolto in fasce e rompe i
legami del peccato. Ancora non ha pronunciato neanche
una parola e ha insegnato la conoscenza di Dio ai magi.
Cosa dire o come parlare?
Ecco il Bambino avvolto nelle
fasce, sulla mangiatoia. Ecco Maria, Madre e
contemporaneamente Vergine. Ecco Giuseppe, il padre presunto
del Bambino. Lei è la donna e lui è l’uomo.
Legittimi i nomi, ma privi di unione.
Si riesce a capire finché si
considerano le parole, ma non arriva alla natura delle cose.
Giuseppe si è soltanto fidanzato
mentre il Santo Spirito ha ombreggiato Maria. Così, pieno di meraviglia, non
sapeva cosa supporre per il Bambino: non osava dire che è stato il frutto di un
adulterio. Non poteva pronunciare parola blasfema nei confronti della Vergine.
Non accettava neppure il Bambino come suo, perché era sconosciuto come e da chi
fosse nato.
Ma ecco che, nella sua
confusione, riceve una risposta dal cielo, dalla voce dell’angelo: Giuseppe, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché
quel che è generato in lei viene dal Santo Spirito [15]. Il Santo Spirito ha quindi adombrato la
Vergine.
Perché Cristo nasce da una
vergine e conserva intatta la verginità? Perché un tempo il diavolo ha
ingannato la vergine Eva. Ora Gabriele ha portato il messaggio liberatorio alla
Vergine Maria. Un tempo Eva fu ingannata e pronunciò una parola che germinò la
causa della morte. A Maria, invece, è stata annunciata la buona novella e ha
generato il Verbo causa della vita eterna. La parola di Eva ha mostrato il
legno attraverso il quale Adamo è stato scacciato. La parola di Maria, invece,
ha mostrato la Croce, attraverso la quale il ladrone è stato portato in
paradiso nella persona di Adamo. Poiché né i Pagani, né i Giudei, né i figli
degli eretici hanno creduto che Dio è stato generato senza seme della sua
natura ed è privo di passioni, per questo, oggi, Egli provenendo da un corpo
che ha passioni, l’ha conservato senza passioni mostrando che, pur nascendo da
una vergine, non ha sciolto la verginità. Così il Dio ingenerato senza perdere
e mutare la sua santa essenza, ha generato Dio come Dio, in modo divino. Gli uomini,
avendoLo abbandonato, scolpivano statue antropomorfe da adorare offendendo il
Creatore. Perciò oggi, la Parola di Dio, essendo Dio, è emersa in forma umana
per dissolvere la menzogna e riportare a Lui l’adorazione.
A Lui, dunque, che ristabilisce
ogni cosa nel modo migliore, Cristo nostro Signore, innalziamo la gloria
assieme al Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amin.
Note:
[1]
Sal 77, 4.
[2]
Sal 8, 3.
[3]
Ebr 5, 10.
[4]
Mt 4, 19.
[5]
Lc 2, 14.
[6]
Lc 1, 34.
[7]
Lc 1, 35.
[8]
Sulla base da quanto espresso da Giovanni Crisostomo che riporta a sua volta
una tradizione comunemente condivisa, nel XIII secolo un altro autore bizantino
scriverà: “… O, quale meraviglia presentare! Perché è giusto rivestire con la
decenza di cui Dio si è rivestito, che regna prima dei secoli. Mentre negli
ultimi tempi Cristo regnò nella carne, assumendo l’umiltà umana e l’indecenza e
la bruttezza sotterranee della natura, se l’ha indossata, cingendosi della
nostra ottusità e nascondendola, colui che indossa la luce prima dei secoli,
nella sua ascesa ai cieli…”. Κωνσταντινοσ Ακροπολιτης ”Λόγος εις τον μεγαλομάρτυρα και μυροβλύτην Δημήτριον” vers. 10. 29-31,in Παπαδoπουλος Αθανασιος Κεραμεύς, «Ανάλεκτα Ιεροσολυμιτικής
Σταχυολογίας», vol. Α΄, εν Πετρουπόλει 1891,p. 170.
[9] Is 7, 14.
[10] Mt 2, 5.
[11] Is 7, 14.
[12] Mic 5, 1.
[13] Is 19, 24.
[14]
Lc 2, 7.
[15]
Mt 1, 20.
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