domenica 10 gennaio 2016

Riposa in una mangiatoia Colui che siede sul trono celeste

Nella tradizione liturgica della Chiesa cattolica, la Domenica nell’Ottava dell’Epifania, a differenza di quanto poi avvenuto con la riforma liturgica, è dedicata alla Sacra Famiglia (con la riforma del 1969-’70, la festa fu anticipata alla Domenica nell’Ottava di Natale). Il Vangelo odierno narra dello smarrimento e ritrovamento di Gesù nel Tempio di Gerusalemme. Egli, la Sapienza, non commise – come pure è stato sostenuto – una “scappatella”. Già parlare di “scappatella” o “marachella” è un azzardo blasfemo. Poteva, infatti, il Verbo Eterno, il Consustanziale al Padre commettere scappatelle o marachelle al pari di ogni altro bambino? Ricordiamo che Egli, il Verbo, era «simile in tutto a noi, fuorché nel peccato», come afferma la Lettera agli Ebrei (Eb. 4, 15) ed il Simbolo del IV Concilio Ecumenico (quello di Calcedonia), κατὰ πάντα ὅμοιον ἡμῖν χωρὶς ἁμαρτίας. Per questo è avventato anche solo supporre che il Teantropo potesse aver avvertito l’esigenza di dover chiedere perdono ai genitori: Egli non aveva nulla di cui scusarsi verso chicchessia essendosi occupato delle cose del Padre Suo. Poteva Yēshūa bar Yôsēf, che, per diventare figlio della Legge (o del comandamento), בר מצווה, bar Miwah (termine tardo adottato solo nel XIV sec., sebbene all'epoca di Gesù il ragazzo a quell'età fosse chiamato - secondo la tradizione rabbinica - bar 'onshin - figlio della pena - o gadol - adulto - in quanto ritenuto soggetto responsabile delle proprie azioni) doveva recarsi a Gerusalemme - come fece il fanciullo Gesù con la sua Famiglia in occasione della Pasqua - per essere lì esaminato dai maestri della Legge sulle sue conoscenze teologiche e linguistiche (di ebraico) di base, darsi a “scappatelle” infantili? Stava per diventare, secondo la legge ebraica, adulto e si dava a marachelle bambinesche???
Che ben poca considerazione deve aversi del Redentore!!!!
Nel passo evangelico odierno, in verità, è affermato e messo in piena luce il dogma dell’umanità santissima di Gesù. Questi, davanti ai suoi stessi Genitori, estasiati perché furono i testimoni del mistero di quest’Epifania della sua natura umana e vi ebbero parte, volle far brillare ora pure i raggi di un’altra Teofania, quella della sua divinità e della sua divina origine. Egli calmò divinamente l’apprensione di Maria e Giuseppe con una semplice dichiarazione nella quale i suoi santissimi Genitori trovarono una tale elevazione di sapienza e di luce, che, come più tardi i tre apostoli sul Tabor, dovettero, per così dire, proteggersi gli occhi con la mano di fronte ai raggi incandescenti di questo Sole di giustizia vivente.
Il santo Vangelo dice che i sinedriti stupiti pendevano dalle labbra di Gesù; afferma, al contrario, che Maria e Giuseppe non arrivarono a penetrare il mistero di quelle sue parole, perché, durante la vita presente, quando la luce della visione intellettuale è troppo forte, gli occhi, al contatto di Dio, si chiudono, e lo spirito non può esprimere in pensieri umani ciò che vede. Maria, tuttavia, da fedele discepola, faceva tesoro di questi insegnamenti che le provenivano dal Verbo, meditandoli nel suo cuore, cercandoli di leggere con gli occhi della fede!
Siamo immersi dunque ancora nel clima natalizio-epifanico. Per questo, sembra opportuno rilanciare quest’omelia di San Giovanni Crisostomo.

Gerard Seghers, Sacra Famiglia, XVII sec., Museo del Prado, Madrid

Francisco de Goya y Lucientes, Sacra Famiglia, 1788-90, Museo del Prado, Madrid

Francisco de Goya y Lucientes, Sacra Famiglia, 1787, Museo del Prado, Madrid

Franz von Rohden, Cristo disputa tra i dottori nel Tempio, 1890 circa, collezione privata

Carl Bloch, Insegnando nel Tempio, XIX sec.

Riposa in una mangiatoia
Colui che siede sul trono celeste

Dalle Omelie di San Giovanni Crisostomo

Vedo uno strano paradossale mistero! Le mie orecchie risuonano dei canti dei pastori, ma i loro flauti non suonano una melliflua melodia, ma cantano con le labbra un inno celeste in totale pienezza.
Gli angeli inneggiano! Gli Arcangeli uniscono le loro voci in armonia! I Cherubini cantano la loro gioiosa lode! I Serafini esaltano la sua gloria!
Tutti si riuniscono per lodare questa festa santa, vedendo la Divinità qui sulla terra, e l’uomo in cielo. Colui che è al di sopra dei cieli, ora per la nostra redenzione abita quaggiù, e colui che è stato umile è stato elevato dalla misericordia divina. Betlemme in questo giorno somiglia al cielo; invece di stelle ha ricevuto angeli, e al posto del sole, avvolge dentro di sé in ogni lato il Sole di giustizia. E non chiedetemi come: perché dove Dio vuole, l’ordine della natura si sottomette.
Poiché Egli lo ha voluto, ne ha avuto il potere, è disceso, ha redento l’uomo; tutte le cose hanno cooperato con Lui a questo scopo.
Oggi nasce Colui che eternamente è, e diviene ciò che non era. È Dio e diventa uomo! Diventa uomo senza smettere di essere Dio.
Ancora, Egli è divenuto uomo senza alcuna perdita della divinità, e non è diventato Dio da uomo attraverso un accrescimento, ma essendo Logos si è fatto carne, la sua natura, a causa dell’impassibilità, è rimasta immutata.
Quando è nato, i Giudei non hanno accettato questa Sua insolita nascita. Da un lato i Farisei interpretavano male le Sacre Scritture e, dall’altro, gli scribi insegnavano cose completamente diverse. Ancora una volta Erode volle trovare il Bambino neonato non per onorarlo, ma per ucciderlo.
Oggi essi si stropicciano gli occhi vedendo il Re del cielo sulla terra con una natura umana, nato da un utero verginale. Come dice Davide, Non le nasconderemo ai lori figli, alla generazione a venire [1].
Così i re sono venuti e hanno visto il Re celeste venuto sulla terra, senza portare con sé Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni, Potestà, Principati, ma seguendo una nuova e solitaria via: Egli è provenuto da un utero senza macchia.
Eppure non ha abbandonato i suoi angeli, né li ha lasciati della sua custodia né, a causa della sua incarnazione, si è discostato dalla Divinità.
Ed ecco, sono venuti i re, per poter adorare il Re della gloria celeste; i soldati, per poter servire il Capo degli Eserciti del Cielo; le donne, per poter adorare Colui che è nato da una donna in modo che egli cambiasse i dolori del parto in gioia; le vergini, son giunte al Figlio della Vergine, per contemplare con gioia, come Egli, Datore del latte, che ha ordinato alle mammelle di riversarlo in rapidi ruscelli, riceve da una Vergine Madre il nutrimento dell’infanzia; i neonati, son giunti per poter adorare Colui che è divenuto un piccolo bimbo, in modo chedalla bocca dei bimbi e dei lattanti[2], potesse ricevere la lode; i bambini, son giunti al Bambino, che li ha elevati a martiri a causa della rabbia di Erode; gli uomini, son giunti a Colui che si è fatto uomo, in grado di guarire le miserie dei suoi servi; i pastori, son giunti al Buon Pastore che ha dato la sua vita per le pecore; i sacerdoti, son giunti a Colui che è divenuto il Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedech [3]; i servi, son giunti a Colui che ha preso su di sé la forma di un servo e può benedire la nostra schiavitù, con il premio della libertà; i pescatori, son giunti a Colui che, tra i pescatori, ha fatto diventare alcuni pescatori di uomini [4]; i pubblicani, son giunti a Colui che di mezzo a loro ha chiamato e scelto un evangelista; le prostitute, son giunte a Colui che ha esposto i suoi piedi alle lacrime di una prostituta.
In poche parole, in modo che io possa abbracciarli tutti assieme, sono venuti tutti i peccatori che potevano per vedere l’Agnello di Dio che porta sulle sue spalle i peccati del mondo: I Magi per adorare; i pastori per glorificare; i pubblicani per proclamare; le prostitute per offrire mirra; la Samaritana per saziare la Sua sete; la donna Cananea per ricevere misericordia.
Poiché dunque tutti si rallegrano, anch’io voglio gioire. Anch’io desidero condividere la danza corale, per celebrare la festa. Ma vi prendo parte, non pizzicando l’arpa, non agitando il tirso, non con la musica di trombe, né reggendo una torcia, ma tenendo tra le mie braccia le fasce di Cristo. Poiché tutto ciò è la mia speranza, questa è la mia vita, la mia salvezza, questa è la mia tromba e la mia arpa. Con essa giungo e, avendo dal suo potere ricevuto il dono della parola, canto anch’io, con gli angeli: Gloria a Dio nei cieli eccelsi; e con i pastori: e pace sia in terra agli uomini del suo beneplacito [5]!
Oggi, Colui che è sorto prima dei secoli dal Padre in un modo ineffabile nasce da una vergine, per me in un modo inspiegabile. Allora nacque dal Padre secondo natura, prima dei secoli, nel modo conosciuto solo da chi l’ha generato; oggi, ancora, nasce fuori dalla sua natura, nel modo operato dalla grazia del Santo Spirito.
La sua celeste generazione è vera, la generazione terrestre non lo è di meno; è realmente Dio generato da Dio com’è pure vero che è nato uomo da una vergine. In cielo è l’unico ad essere nato dal solo Padre, Suo figlio Unigenito; sulla terra, è l’unico ad essere nato da una sola Vergine, suo figlio Unigenito. Come per la Sua generazione celeste sarebbe empio pensare ad una madre, egualmente per la Sua generazione terrestre sarebbe una bestemmia cercargli un padre. Il Padre l’ha generato senza seme e la Vergine l’ha partorito incorruttibilmente. Dio non ha affatto affrontato lo scorrimento della sua sostanza, poiché ha generato come conveniva ad un Dio; generandolo, quindi, in modo divino. Né la Vergine è stata sottomessa alla corruzione facendo un parto perché ha partorito attraverso lo Spirito. Quindi, né la Sua nascita celeste può essere spiegata da parole umane, né la Sua incarnazione può essere indagata. Oggi, conosco il fatto che la Vergine l’ha partorito e credo che Dio l’ha generato fuori dal tempo. Ma ho appreso che la Sua generazione dev’essere onorata in silenzio senza curiosità indiscreta e discussioni vane. Poiché, per quanto riguarda Dio, non occorre fermarsi all’evoluzione naturale delle cose, ma credere alla potenza di Colui che guida tutto.
È una legge naturale che una donna sposata partorisca. Ma quanto più paradossale è quando una vergine, senza aver conosciuto uomo, partorisce un bambino e in seguito resta vergine! Per questo si esplora ciò che è conforme alla natura; ma si deve onorare in silenzio quanto accade oltre la natura, non perché sia pericoloso ma perché è ineffabile.
Ma accordatemi, vi prego, il permesso di porre fine a questo discorso già dal suo esordio. Infatti temo di elevarmi fino a questo livello di cose di cui non mi è permesso parlare e non so in quale direzione volgermi né come dirigere il timone.
Sento timore di fronte al mistero divino.
Cosa dire e come parlare?
Vedo colei che ha partorito. Vedo anche Colui che è nato. Ma non riesco a capire il modo in cui accade la nascita. Vedete, quando Dio vuole, le leggi della natura sono sconfitte. Questo non accadde nella natura; è stato un miracolo oltre la natura. Ciò accade anche qui: l’ordine naturale non ha operato mentre ha agito la volontà del Sovrano. Quanto inesprimibile è la misericordia di Dio!
Il Figlio di Dio, prima dei secoli, l’incorruttibile, invisibile e intangibile, ha dimorato nel mio corpo visibile e corruttibile. Perché? Perché, come sapete, noi uomini crediamo più in ciò che vediamo che in ciò che sentiamo. Crediamo nelle cose visibili mentre dubitiamo quelle invisibili. Così non crediamo nel vero Dio invisibile, ma adoriamo gli idoli visibili sotto forma umana.
Dio ha quindi accettato di presentarsi davanti a noi sotto forma umana visibile, per sciogliere così ogni dubbio sulla sua esistenza.
Nasce dalla Vergine che ignorava quant’è relativo alla generazione, poiché non aveva cooperato per quanto accadde, non aveva contribuito a questo fatto ma fu un puro strumento della Sua ineffabile potenza, sapendo solo quanto udì da Gabriele, alla sua domanda: Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo? [6]. Egli le disse: ‘vuoi saperlo?’ Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà [7]. In che modo il Signore fu con lei, per ricevere poi da lei la generazione? Proprio come l’artigiano, che quando trova un utilissimo materiale riesce in seguito a lavorarlo nel modo migliore, così fece anche Cristo. Egli, trovando santo il corpo e l’anima della Vergine, la ornò di un tempio animato, volendo in questo modo creare l’uomo nella Vergine. Rivestendosi di questo, oggi è venuto tra noi senza vergognarsi della bruttezza della natura [8]. Per Lui non è stato un obbrobrio indossarsi di questa natura umana; infatti la creatura ha fruttificato una grande gloria, diventando la veste dell’artigiano. Perché come nella prima creazione, era impossibile per l’uomo esistere prima che la terra con la quale fu fatto venisse tra le mani del suo creatore; così era impossibile che il corpo corruttibile dell’uomo ricevesse una nuova natura prima che Colui che l’aveva creato non se ne rivestisse.
Che cosa posso dire o come posso parlare? Sono colmo di stupore dal grande miracolo! Vedo un bambino nel Dio pre-eterno! Si riposa in una mangiatoia Colui che ha il suo trono nel cielo! Delle mani umane toccano l’intangibile e inaccessibile! Colui che spezza le catene del peccato è fortemente legato nelle fasce!
Perché questa è la Sua volontà: cambiare l’infamia in onore; rivestire di gloria la meschinità; trasformare l’offesa in virtù.
Ha assunto il mio corpo perché il Suo Logos trovasse spazio in me; prendendo la mia carne mi dà il Suo Spirito. Mi dà il tesoro della vita eterna; prende e dà: prende la mia carne per santificarmi, mi dà il Suo Spirito per salvarmi. Cosa dire e come parlare?
Ecco: la vergine concepirà [9].
Oramai questo non è più una realtà futura della quale si è parlato; è una realtà compiuta proposta alla nostra ammirazione.
È accaduto tra i Giudei e tra di loro se ne parlava ma è stato creduto da noi, anche se non ne abbiamo mai sentito parola.
Ecco: la vergine concepirà.
Le parole sono della sinagoga, ma l’acquisizione della Chiesa. L’una ha trovato il libro, l’altra ha colto la perla. La sinagoga ha tinto il filo; la Chiesa ha indossato la veste reale. La Giudea l’ha generato; l’ecumene l’ha accolto. La sinagoga l’ha allattato e nutrito; la Chiesa l’ha ricevuto e ne ha tratto beneficio. Nella sinagoga fiorì la vite ma noi godiamo l’uva della verità. La sinagoga ha vendemmiato l’uva; i pagani, invece, bevono la bevanda segreta. Lei ha seminato il seme in Giudea; i pagani, invece, hanno mietuto la spiga con la falce della fede; hanno tagliato con rispetto la rosa e ai giudei rimase la spina dell’incredulità. L’uccello volò, e questi sciocchi stanno ancora a custodire il nido. I Giudei stanno lottando per interpretare il libro della lettera, mentre i pagani vendemmiano il frutto dello Spirito.
Ecco: la vergine concepirà.
Dimmi allora, Giudeo, dimmi, chi ha partorito?
Ti prego, mostra coraggio, anche quello che mostrasti di fronte a Erode. Ma non hai coraggio. Io so perché. Perché sei insidioso. Hai parlato ad Erode perché egli lo sterminasse; ma non ne parli a me perché io non lo veneri.
Chi ha partorito, allora? Chi?
Il Sovrano della natura! E se tu taci, la natura lo grida con voce tonante. L’ha partorito nel modo in cui Egli voleva essere nato. In natura non vi era la possibilità di una tale nascita. Ma Egli, in quanto signore della natura, ha introdotto un modo di nascita paradossale. E così ha mostrato che, pur divenendo uomo, non è nato come un uomo, ma come conviene a Dio solo.
Oggi, quindi, viene da una Vergine trionfando sulla natura, oltrepassando il matrimonio; perché al Dispensatore conveniva la santità, nascendo da un parto puro e santo.
Colui che ha creato Adamo da terra vergine, Colui che da Adamo ha poi creato la donna, nasce oggi da una vergine figlia che ha sconfitto la natura.
Allora Adamo, senza avere una donna, ha ottenuto una donna.
La Vergine ora, senza avere un uomo, ha partorito un uomo.
Perché è successo questo? Ecco perché: Le donne avevano un vecchio debito verso gli uomini, poiché da Adamo era spuntata una donna senza l’intervento di un’altra donna. Così la Vergine oggi, ripagando agli uomini il debito di Eva, partorisce senza un uomo. Poiché Adamo non avesse l’orgoglio di avere prodotto la donna senza l’aiuto di una donna, allora la vergine genera un uomo senza l’aiuto dell’uomo, per mostrare che l’uguaglianza deriva dalla parità delle meraviglie operate.
Dio rimosse da Adamo una costola, senza che egli venisse meno in qualsiasi cosa. Così, anche nella Vergine, creò un tempio animato senza sciogliere la verginità.
Adamo rimase sano in seguito alla rimozione della sua costola; anche la Vergine rimase incorruttibile dopo la nascita di un bambino. Per questo non ha creato il tempio per sé altrove né ha creato un altro corpo per poi rivestirlo, perché non si creda che si disprezzi la umanità di Adamo. Poiché l’uomo, dopo essere stato ingannato dal diavolo, divenne il suo strumento, perciò Egli prese quest’uomo sottomesso al diavolo e lo rese tempio animato, per ritornarlo a Colui che l’aveva creato e staccarlo dal suo legame con il diavolo.
Dio si fa uomo ma nasce come Dio. Se fosse provenuto, come me, da un matrimonio comune, molti avrebbero considerato la Sua nascita fraudolenta. Per questo nasce da una vergine, per questo mantiene il suo utero intatto, per questo conserva integra la sua verginità: perché questo strano modo di nascita fosse motivo di fede incrollabile.
Se un Pagano o un Giudeo mi chiedesse di spiegargli come il Cristo, essendo Dio secondo natura, divenne uomo oltre natura, gli dirò: Ecco, invoco come testimonianza il sigillo immacolato della verginità; perché Dio è colui che ha sconfitto l’ordine della natura; perché Dio è il vasaio del ventre e l’inventore della verginità; ha avuto un parto immacolato poiché si è costruito indicibilmente un tempio, secondo la Sua volontà.
Dimmi allora, Giudeo, la Vergine ha partorito o no? E se ha partorito, perché non confessi la nascita soprannaturale? Se, invece, non ha partorito perché hai ingannato Erode? Quando lui voleva sapere dove sarebbe nato Cristo, non gli hai detto A Betlemme di Giudea [10]? Conoscevo io, forse, la città o il luogo? Conoscevo io, forse, il valore del Bambino che è venuto al mondo? Isaia e i profeti non ve ne hanno parlato? Partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele [11]. E voi, ingrati nemici, non avete spiegato la verità? Voi, scribi e farisei, custodi precisi della legge, non ci avete insegnato su Cristo? Non siete stati voi a interpretare le Scritture? Conoscevamo, forse, la vostra lingua? E quando la Vergine ha partorito, non siete stati voi a presentare a Erode la testimonianza del profeta Michea? Ma da te, o Bethlehem Efrata, piccola per esser tra le città di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele [12].
Il profeta ha parlato molto bene dicendo “Da te”. Provenne da voi e si presentò al mondo intero.
Colui che è, precede; colui che non è si crea o si fa. Mentre Egli era, era anche prima, ed è sempre stato. Era sempre in quanto Dio che governa il mondo.
Oggi, si è presentato come un uomo per condurre gli uomini.
Si è presentato come Dio, per salvare l’ecumene.
Ma quanto preziosi siete voi nemici! Quanto filantropi siete voi accusatori!
Voi avete accidentalmente dimostrato che il neonato di Betlemme è Dio. Avete riconosciuto il Sovrano nascosto nella mangiatoia. L’avete involontariamente predicato voi, mentre era seduto nella grotta. L’avete rivelato voi, cercando di nasconderlo. L’avete beneficiato voi, cercando di fargli del male.
Quanto maestri ignoranti siete davvero? Insegnate ma non conoscete. Avete fame ma cibate gli altri. Avete sete ma date da bere agli altri. Siete poverissimi ma arricchite gli altri.
Venite, quindi, festeggiamo! Venite a solennizzare! È strano il modo di questa festa – quanto strano è anche il motivo della nascita di Cristo.
Oggi si scoglie il legame di lunga durata.
Il diavolo è svergognato. I demoni sono fuggiti. La morte è stata abolita. Il paradiso è aperto. La maledizione è svanita. Il peccato è stato cacciato. L’errore è stato allontanato. La verità è stata rivelata. La predicazione della pia fede si è riversata e diffusa in tutto il mondo. Il regno dei cieli è stato trapiantato sulla terra. Gli angeli parlano agli uomini. Gli uomini conversano con gli angeli senza timore. Tutto è diventato uno. Perché? Perché Dio è sceso sulla terra e l’uomo è salito nei cieli. La prima cosa si è unita all’altra. Dio è sceso sulla terra continuando ad essere in cielo. È tutto intero nel cielo ed è tutto intero sulla terra. È diventato uomo essendo Dio, senza smettere di essere Dio. È senza passioni e ha assunto la carne, perché ha dimorato in noi. Non è diventato Dio, lo era. Per questo ha assunto la carne, perché Colui che il cielo non poteva trattenere, lo accogliesse la mangiatoia. Per questo si è messo nella mangiatoia, perché colui che nutre i mondi venga nutrito con cibo per bambini da una vergine madre. Per questo il Padre dei secoli futuri viene tenuto tra le braccia di una vergine madre come bambino lattante: perché fosse accessibile anche ai magi. Si tiene tra le braccia di una vergine e tra le mani tiene l’ecumene.
I magi corrono presso di Lui, rinunciando, per principio, al tiranno; il cielo, orgoglioso, mostra con la stella il Sovrano stesso e il Signore, seduto sulla leggera nuvola del corpo, il quale corre in Egitto per evitare l’insidia di Erode, adempiendo la verità della profezia di Isaia che ha detto: In quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li benedirà il Signore degli eserciti: «Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità» [13].
Che dici Giudeo? Tu che eri primo sei diventato terzo? Gli Egiziani e gli Assiri si sono messi davanti e il primogenito Israele è tornato in dietro? Sì. Così è. Gli Assiri saranno primi, perché loro, assieme ai loro magi, hanno venerato per primi il Signore. Poi gli Egiziani che lo ricevettero quando si rifugiò dalle loro parti per evitare l’insidia di Erode. Terzo e ultimo è il popolo d’Israele, che ha conosciuto il Signore dagli apostoli dopo il battesimo nel Giordano. È entrato in Egitto rovesciando tutti gli idoli non per niente ma per escludere dalla perdizione i primogeniti di Egitto. Per questo oggi è entrato come primogenito, per sciogliere la tristezza del vecchio lutto.
Cristo è primogenito, come testimonia anche Luca l’evangelista, dicendo: Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo [14]. È entrato quindi in Egitto per sciogliere la tristezza del vecchio lutto, ponendo la gioia invece della frusta. Invece della notte e dell’oscurità dona lo splendore della salvezza. L’acqua del Giordano era profanata dal massacro degli immaturi neonati. È entrato in Egitto che aveva le acque rosse, facendo delle correnti del fiume dei generatori di salvezza, purificando l’empietà e la profanità con la potenza dello Spirito. Gli Egiziani, colpiti da diverse ferite e lasciandosi andare alla loro furia, avevano trascurato Dio. È entrato allora in Egitto e ha colmato di conoscenza divina le anime care a Dio in modo che la terra irrigata dal Nilo avesse presto più martiri che spighe.
Ma poiché il tempo è stretto decido a questo punto di cessare il discorso. Chiudo qui, avendo completato il discorso, in cui spiegavo che il Logos essendo privo di passioni, è diventato carne, senza mutare la Sua natura.
Cos’altro c’è da dire, come parlare?
Vedo il Creatore e la mangiatoia. Un infante e delle fasce. Una Vergine puerpera, disprezzata. Molta povertà. Molta indigenza.
Eppure hai visto quanta ricchezza nella grande povertà? Come, essendo ricco, si è fatto povero per noi? Come non ha né letto né materasso e si è gettato per terra in una mangiatoia? O povertà, fonte di ricchezza! O ricchezza immisurabile, nascosta in mezzo alla povertà! Dimora all’interno della mangiatoia e ondeggia l’ecumene. È avvolto in fasce e rompe i legami del peccato. Ancora non ha pronunciato neanche una parola e ha insegnato la conoscenza di Dio ai magi. 
Cosa dire o come parlare?
Ecco il Bambino avvolto nelle fasce, sulla mangiatoia. Ecco Maria, Madre e contemporaneamente Vergine. Ecco Giuseppe, il padre presunto del Bambino. Lei è la donna e lui è l’uomo. Legittimi i nomi, ma privi di unione.
Si riesce a capire finché si considerano le parole, ma non arriva alla natura delle cose.
Giuseppe si è soltanto fidanzato mentre il Santo Spirito ha ombreggiato Maria. Così, pieno di meraviglia, non sapeva cosa supporre per il Bambino: non osava dire che è stato il frutto di un adulterio. Non poteva pronunciare parola blasfema nei confronti della Vergine. Non accettava neppure il Bambino come suo, perché era sconosciuto come e da chi fosse nato.
Ma ecco che, nella sua confusione, riceve una risposta dal cielo, dalla voce dell’angelo: Giuseppe, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dal Santo Spirito [15]. Il Santo Spirito ha quindi adombrato la Vergine.
Perché Cristo nasce da una vergine e conserva intatta la verginità? Perché un tempo il diavolo ha ingannato la vergine Eva. Ora Gabriele ha portato il messaggio liberatorio alla Vergine Maria. Un tempo Eva fu ingannata e pronunciò una parola che germinò la causa della morte. A Maria, invece, è stata annunciata la buona novella e ha generato il Verbo causa della vita eterna. La parola di Eva ha mostrato il legno attraverso il quale Adamo è stato scacciato. La parola di Maria, invece, ha mostrato la Croce, attraverso la quale il ladrone è stato portato in paradiso nella persona di Adamo. Poiché né i Pagani, né i Giudei, né i figli degli eretici hanno creduto che Dio è stato generato senza seme della sua natura ed è privo di passioni, per questo, oggi, Egli provenendo da un corpo che ha passioni, l’ha conservato senza passioni mostrando che, pur nascendo da una vergine, non ha sciolto la verginità. Così il Dio ingenerato senza perdere e mutare la sua santa essenza, ha generato Dio come Dio, in modo divino. Gli uomini, avendoLo abbandonato, scolpivano statue antropomorfe da adorare offendendo il Creatore. Perciò oggi, la Parola di Dio, essendo Dio, è emersa in forma umana per dissolvere la menzogna e riportare a Lui l’adorazione.
A Lui, dunque, che ristabilisce ogni cosa nel modo migliore, Cristo nostro Signore, innalziamo la gloria assieme al Padre e al Santo Spirito, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amin.

Note:

[1] Sal 77, 4.
[2] Sal 8, 3.
[3] Ebr 5, 10.
[4] Mt 4, 19.
[5] Lc 2, 14.
[6] Lc 1, 34.
[7] Lc 1, 35.
[8] Sulla base da quanto espresso da Giovanni Crisostomo che riporta a sua volta una tradizione comunemente condivisa, nel XIII secolo un altro autore bizantino scriverà: “… O, quale meraviglia presentare! Perché è giusto rivestire con la decenza di cui Dio si è rivestito, che regna prima dei secoli. Mentre negli ultimi tempi Cristo regnò nella carne, assumendo l’umiltà umana e l’indecenza e la bruttezza sotterranee della natura, se l’ha indossata, cingendosi della nostra ottusità e nascondendola, colui che indossa la luce prima dei secoli, nella sua ascesa ai cieli…”. Κωνσταντινοσ Ακροπολιτης ”Λόγος εις τον μεγαλομάρτυρα και μυροβλύτην Δημήτριον” vers. 10. 29-31,in Παπαδoπουλος Αθανασιος Κεραμεύς, «Ανάλεκτα Ιεροσολυμιτικής Σταχυολογίας», vol. Α΄, εν Πετρουπόλει 1891,p. 170.
[9] Is 7, 14.
[10] Mt 2, 5.
[11] Is 7, 14.
[12] Mic 5, 1.
[13] Is 19, 24.
[14] Lc 2, 7.
[15] Mt 1, 20.

Fonte: Nati dallo spirito, 15.12.2013

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