Abbiamo appreso quest’oggi, non senza dolore frammisto
a stupore, che il 30 ottobre prossimo inizierà anche per Roma la commemorazione
del cinquecentesimo anniversario della c.d. riforma protestante (il 31 ottobre
1517 l’eresiarca apostata sacrilego e spergiuro Martin Lutero pubblicò le sue
famose 95 Tesi alle porte della chiesa di Wittenberg, dando avvio a quel processo
irreversibile che fu all’origine della scristianizzazione del Vecchio
Continente e la causa della perdita dell’eterna salvezza per molte anime) (cfr.
il Comunicato ufficiale della Sala Stampa Vaticana; v. anche qui).
I cattolici, che non hanno nulla da celebrare, se non
la luttuosità dell’evento, non possono far altro, in questa temperie, la quale
non ha risparmiato l’Urbe, la cui fede fu consacrata dal sangue di innumerevoli
martiri, non possono far altro che pregare l’Altissimo, con questa nota
preghiera del Dottore della Chiesa S. Pietro Canisio – il quale tanto lottò
contro le dottrine riformiste – affinché almeno in loro rimanga e si conservi
la vera fede.
San Pietro Canisio: preghiera per conservare la vera
fede
In
questo momento di confusione, riportiamo il testo della Preghiera per conservare la vera Fede scritta da san Pietro Canisio S. J. (1521-1597), olandese e
primo gesuita della provincia germanica, nonché proclamato Dottore della Chiesa
da Pio XI nel 1925.
Professo davanti a Voi la mia fede. Padre e Signore del Cielo e della
terra, mio Creatore e Redentore, mia forza e mia salvezza, che fin dai miei più
teneri anni non avete cessato di nutrirmi col sacro pane della vostra Parola e
di confortare il mio cuore. Affinché non vagassi errando con le pecore traviate
che sono senza Pastore. Voi mi raccoglieste nel seno della vostra Chiesa;
raccolto, mi educaste; educato, mi conservaste insegnandomi con la voce di quei
Pastori nei quali volete essere ascoltato e ubbidito, come di persona, dai vostri
fedeli.
Confesso ad alta voce per la mia salvezza tutto quello che i cattolici
hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore. Ho in abominio Lutero,
detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio avere nulla in comune
con loro, perché non parlano né sentono rettamente, e non posseggono la sola
regola della vera Fede propostaci dall’unica, santa, cattolica, apostolica e
romana Chiesa. Mi unisco invece nella comunione, abbraccio la fede, seguo la
religione e approvo la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non
soltanto quando insegna nelle Scritture ma anche quando giudica per bocca dei
Concilii ecumenici e definisce per bocca della Cattedra di Pietro,
testificandola con l’autorità dei Padri. Mi professo inoltre figlio di quella
Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano, perseguitano e abominano
come se fosse anticristiana; non mi allontano in nessun punto dalla sua
autorità, né rifiuto di dare la vita e versare il sangue in sua difesa, e credo
che i meriti di Cristo possano procurare la mia o l’altrui salvezza solo
nell’unità di questa stessa Chiesa.
Professo con franchezza, con san Girolamo, di essere unito con chi è unito
alla Cattedra di Pietro e protesto, con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa
quella Chiesa romana che riconosco rispettosamente, con san Cipriano, come radice
e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da
fanciullo ho imparato, da giovane ho confermato, da adulto ho insegnato e che
finora, col mio debole potere, ho difeso. A far questa professione non mi
spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità,
l’autorità delle Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei
Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbo dare ai miei fratelli
e infine l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai
veri fedeli.
Se accadrà che a causa di questa mia professione io venga disprezzato,
maltrattato e perseguitato, lo considererò come una straordinaria grazia e
favore, perché ciò significherà che Voi, mio Dio, mi date occasione di soffrire
per la giustizia e perché non volete che mi siano benevoli quelle persone che,
come aperti nemici della Chiesa e della verità cattolica, non possono essere
vostri amici. Tuttavia perdonate loro, Signore, poiché, o perché istigati dal
demonio e accecati dal luccichio di una falsa dottrina, non sanno quello che
fanno, o non vogliono saperlo.
Concedetemi comunque questa grazia, che in vita e in morte io renda sempre
un’autorevole testimonianza della sincerità e fedeltà che debbo a Voi, alla
Chiesa e alla verità, che non mi allontani mai dal vostro santo amore e che io
sia in comunione con quelli che vi temono e che custodiscono i vostri precetti
nella santa romana Chiesa, al cui giudizio con animo pronto e rispettoso
sottometto me stesso e tutte le mie opere. Tutti i santi che, o trionfanti nel
Cielo o militanti in terra, sono indissolubilmente uniti col vincolo della pace
nella Chiesa cattolica, esaltino la vostra immensa bontà e preghino per me. Voi
siete il principio e il fine di tutti i miei beni; a Voi sia in tutto e per
tutto lode, onore e gloria sempiterna.
Fonte: Corrispondenza romana, 13.1.2016
Fonte: Corrispondenza romana, 13.1.2016
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