Questo
santo vescovo di Ostia, austero riformatore dei costumi cristiani e precursore
di san Gregorio VII, nato nel 1007, figlio intrepido e gloria dell’Ordine di
san Benedetto, che, nell’XI sec. – periodo molto agitato da antipapi,
eresiarchi e da un doloroso indebolimento dello spirito ecclesiastico – fu come
una colonna di fuoco indicante ai fedeli la via stretta della Croce di Cristo,
che conduce sicuramente al Cielo, passò al Signore il 22 febbraio 1072.
A causa
della festa della Cattedra di san Pietro, è oggi soltanto che si celebra la sua
commemorazione annuale. Leone XII, nel 1823, lo proclamò Dottore della Chiesa
e, nello stesso anno, estese il suo ufficio – prima in uso soltanto presso i
monaci benedettini – alla Chiesa universale fissandone odiernamente la festa
annuale.
Roma
cristiana gli ha dedicato una chiesa, nella piazza omonima, nella zona Acilia
sud, nel 1970, poi riconsacrata nel 2002. Essa è titolo cardinalizio (diaconia)
dal 1973, San Pier Damiani ai Monti di San Paolo.
La messa è
quella del Comune dei dottori In médio, come il 29 gennaio, ma la
prima colletta è propria e ricorda la rinuncia di san Pier Damiani alle insegne
cardinalizie ed all’episcopato di Ostia.
Di
quest’insigne Dottore della Chiesa ricordavamo il celebre Liber
Gomorrhianus, vero manifesto cattolico sul tema dell’omosessualità, nel
quale si confutava ante litteram il noto motto, per nulla
cattolico e contrario alla salvezza delle anime, “chi sono io per giudicare”,
oggi, ahimé, molto in auge, assieme alle altre omoeresie, presso le corti
ecclesiastiche. In quel testo, si suggeriva, tra l'altro, che tutti gli
ecclesiastici, colpevoli di qualsiasi atto omosessuale, dovessero essere
immediatamente degradati, a qualunque grado essi fossero
appartenuti. Una misura che se oggi fosse stata applicata, avrebbe
evitato alla Chiesa innumerevoli scandali … . Tale opera era la manifestazione
profonda, infatti, di un uomo genuinamente interessato a muovere le anime al
pentimento e alla speranza, giacché l’Autore si diceva consapevole di suscitare
sgomento e rammarico nel lettore. Ma sempre per il suo bene. Il Santo non
temeva «gli odi dei cattivi o le lingue dei detrattori»; egli aveva solamente
cercato di esprimere, con tutta la cura possibile, l’entusiasmo dettatogli dal
Giudice Supremo, che sentiva dentro di sé. E chi ama - si sa - sa pure
correggere, somministrando una medicina sì amara, ma che salva la vita, cioè la
vita vera, quella eterna, oggi tenuta in alcun conto.
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Ercole de' Roberti, Pala di Santa Maria in Porto, ovvero Vergine col Bambino tra le SS. Anna ed Elisabetta, nonché tra i SS. Agostino e Pier Damiani, 1479-81 circa, Pinacoteca di Brera, Milano |
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Maestro di S. Pier Damiani, S. Pier Damiani, 1430 circa, Pinacoteca comunale, Ravenna |
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Giuseppe Santini, S. Pier Damiani, 1666, museo diocesano, Arezzo |
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Ambito romagnolo, S. Pier Damiani, XVII sec., museo diocesano, Ravenna |
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Ambito veneto, S. Pier Damiani, XVIII sec., museo diocesano, Verona |
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Autore ravennat, S. Pier Damiani, 1725-49, Biblioteca Classense, Ravenna |
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Pietro da Cortona, S. Pier Damiani offre alla Vergine che gli appare il libro della regola, 1629 circa, collezione privata |
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Urna col corpo di S. Pier Damiani, Cattedrale, Faenza |
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