Questa
santa orientale è menzionata oggi nel Geronimiano: In Cæsarea Cappadociæ, passio sanctæ Dorotheæ. La sua
leggenda, con i fiori di paradiso inviati dalla martire all’avvocato Teofilo,
che l’aveva pregata al momento del supplizio, è così graziosa e pia che la
santa è entrata nel calendario romano in pieno Medioevo. Si dice che le sue
reliquie siano conservate a Trastevere nella chiesa che le è dedicata (Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo,
Firenze 1927, p. 469), originariamente nota come Sancti Silvestri iuxta portam Septimianam o San
Silvestro della malva (Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al
XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 652; Huelsen, op. cit., pp. 468-469). Dal 1445
ha assunto la denominazione San
Silvestro e Santa Dorotea o
semplicemente Santa Dorotea.
Fu presso questo tempio che, nel XVI sec., i santi Gaetano da Thiene e Giuseppe
Calasanzio inaugureranno le loro rispettive congregazioni religiose (Mariano Armellini, op. cit., p. 692). La chiesa è
titolo cardinalizio dal 2014.
La messa è
quella del Comune delle vergini martiri, come il giorno di sant’Emerenziana. La
festa di santa Dorotea, grazie all’influenza dei Bizantini a Roma, era un tempo
in così grande venerazione che, sino al 1870, era sulla porta del suo tempio
che si aveva costume di affiggere le tavolette che portavano i nomi di coloro
che non avevano soddisfatto il precetto annuale della Comunione pasquale (Massimo Pautrier, I Santi delle Chiese medievali di
Roma (IV-XIV secolo), ed. Lulu com., Roma, 2013, p. 276. Cfr., per
riferimenti, Raimondo Turtas, L’osservanza del precetto pasquale
a Roma negli anni 1861-1867, in P. Droulers – G. Martina – P. Tufari (a cura di), La vita religiosa a Roma intorno al 1870. Ricerche di Storia e Sociologia, Università Gregoriana Editrice,
Roma, 1971, pp. 95 ss.). Questa festa è passata oggi in secondo piano dopo
l’istituzione di quella di san Tito, fissata al 6 febbraio da san Pio X.
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Tiziano Vecellio, Vergine col Bambino con i SS. Dorotea e Giorgio, 1515-18, Museo del Prado, Madrid |
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Juan de Juanes, Nozze mistiche del Venerabile Agnesio, ovvero Vergine col Bambino tra i SS. Agnese, Innocenti, Giovannino, Teofilo, Dorotea e Giovanni Evangelista, e con il Venerabile Agnesio, 1555-60 circa, Museo de Bellas Artes de Valencia, Valencia |
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Paolo Veronese, Sacra Famiglia con S. Dorotea, 1560-70, Musée des Beaux-Arts-Mairie de Bordeaux, Bordeaux. |
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Jacopo
Ligozzi, Martirio di S. Dorotea, 1590 circa, chiesa di San Francesco,
Pescia |
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Antonio Maria Fabrizi o Fabrizzi, Martirio di S. Dorotea, 1630, Cappella del Rosario, Chiesa di S. Domenico, Perugia |
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Ambito del Zurbarán, S. Dorotea, 1640, Museo
de Bellas Artes, Siviglia |
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Francisco
Zurbarán, S. Dorotea, 1648 circa, collezione privata |
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Giacomo
Cestaro (attrib.), S. Dorotea con un piatto di rose, XVII sec., Museo
Thyssen-Bornemisza, Madrid |
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Frans Francken il giovane, Martirio di S. Dorotea in ghirlanda di fiori, XVII sec. |
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Cesare Dandini, SS. Dorotea e Caterina d'Alessandria, XVII sec., collezione privata |
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Angelo Caroselli, Sacra Famiglia con S. Dorotea, XVII sec., collezione privata |
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Girolamo Donnini, S. Dorotea, XVIII sec., Museu
Nacional de Belas Artes, Rio de Janeiro |
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Henry
Ryland, S. Dorotea e le rose, 1856 |
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Rupert Charles Wulsten Bunny, Le rose di S. Dorotea, 1892, collezione privata |
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George James Frampton, S. Dorotea, 1895, Victoria Art Gallery, Londra |
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Altare con le reliquie di Santa Dorotea, Chiesa dei Santi Silvestro e Dorotea, Roma |
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