Giorni
fa, notiziando della pubblicazione dell’ultima fatica di don Nicola Bux, Con i sacramenti non si scherza (Cantagalli, 2016) (v. qui),
con introduzione di Vittorio Messori, avevamo preannunciato che il libro
sarebbe stato presentato anche a Roma. Per cui, dopo Lecce, in cui la presentazione
sarà il prossimo 2 aprile (v. qui), è oggi noto il programma per la Capitale, che
riprendiamo dal sito del Coordinamento nazionale Summorum Pontificum.
CON I SACRAMENTI NON SI
SCHERZA
Sarà presentato fra
breve a Roma il nuovo libro di Don Nicola Bux, Con
i sacramenti non si scherza (Cantagalli,
2016), che fa seguito, dopo quasi sei anni, al notissimo Come
andare a Messa e non perdere la fede (Piemme, 2010). Come tutti ricordano,
il libro del 2010 ebbe un successo editoriale particolarmente significativo, e
lanciò tra il grande pubblico un convincente grido di allarme circa la grave
perdita di consapevolezza liturgica dilagante nella Chiesa, facendone prendere
intelligenza a molti, laici ma anche sacerdoti, e dimostrando in termini
accessibili ad ogni lettore la verità della notissima convinzione del cardinal
Ratzinger: «la crisi ecclesiale
in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia».
Non stupisce affatto,
dunque, che il libro di Don Bux, pur non essendo specificamente dedicato alla
liturgia tradizionale, avesse trovato allora un’accoglienza particolarmente favorevole
tra i fedeli legati alla Messa antica; Messa che Don Bux ama sinceramente,
celebra spesso e diffonde con passione. D’altra parte, i fedeli del Populus
Summorum Pontificum sanno bene, per diretta esperienza, che la liturgia tradizionale
è il solo rimedio dimostratosi davvero efficace per contrastare le innumerevoli
derive liturgico-teologiche che non lasciano indenni quasi nessuna parrocchia e
nessuna celebrazione.
Con questo suo nuovo
lavoro, Don Bux giunge ad arricchire ulteriormente la sua denuncia del grave
male liturgico che colpisce oggi la chiesa, e che possiamo comprendere, come ci
ricorda l’autore, attraverso le parole di Isaia, citate espressamente da Gesù:
«questo popolo mi onora con le
labbra, ma il loro cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un
imparaticcio di usi umani» (Is 29,13 in Mc 7,6-7).
Non si tratta,
naturalmente, di una denuncia fine a se stessa: lo zelo amaro è quanto di più
lontano non solo dagli intenti di Don Bux come autore, ma, soprattutto, dalla
sua personalità e dalla carità sacerdotale che lo contraddistingue. Egli è un
eccellente diagnosta, e sappiamo tutti come la buona diagnosi sia la premessa
ineludibile della cura di ogni malattia, e, quindi, anche delle malattie,
spirituali prima ancora che liturgiche, che affliggono la Chiesa. Gli scritti
di Don Bux, infatti, indicano anche un indirizzo terapeutico: se per tanti
versi ed a tanti pastori sembra oggi indispensabile una Chiesa in uscita,
bisogna prestare anche grande attenzione a chi spera, prega e, con l’aiuto del
Signore, si adopera perché la Chiesa prima di tutto rientri in se stessa.
Con i sacramenti non si
scherza,
che si avvale dell’introduzione di Vittorio Messori, sarà presentato mercoledì
6 aprile, alle h. 17,30, presso l’Hotel Columbus, in via della Conciliazione
33, a Roma. Interverranno S. E. Rev.ma il Signor Cardinale Robert Sarah,
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti, S. E. Rev.ma il Signor Cardinale Raymond Leo Burke, Cardinale
Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, e il Dott. Ettore Gotti Tedeschi,
che discuteranno del libro con i giornalisti Paolo Rodari, de La
Repubblica, e Guillaume Ferluc, di Paix
Liturgique (nonché,
ci piace ricordarlo, stretto collaboratore del CNSP e Segretario Generale del
CISP, che organizza ogni anno il grande pellegrinaggio internazionale a Roma
del Populus Summorum Pontificum). L’incontro sarà moderato da Jacopo Coghe, di
“Generazione Famiglia”.
Nessun commento:
Posta un commento