All’inizio
di questo mese di marzo, particolarmente consacrato al Santo Patriarca San
Giuseppe, Padre putativo di Gesù, rilanciamo, come di consueto, l’editoriale di
Radicati nella fede.
José de Alcíbar, La tavola benedetta ovvero la benedizione della mensa, XVIII sec., Museo Nacional de Arte, Città del Messico |
José de Alcíbar, Il ministero di S. Giuseppe, 1771 circa, Museo Nacional de Arte, Città del Messico |
Anonimo, I dolori di S. Giuseppe, XVIII sec., Museo del Carmen, Città del Messico |
Giandomenico Vinaccia, Busto reliquiario in argento di S. Giuseppe, compatrono di Napoli, 1690, Real Cappella del Tesoro di S. Gennaro, Cattedrale, Napoli |
IL
PARTICOLARE NON CATTOLICO
Editoriale
di “Radicati nella fede”
Anno
IX n. 3 - Marzo 2016
C’è
un’attitudine del cattolicesimo modernizzato che non è cattolica e che porta,
se praticata, ad uno snaturamento del cattolicesimo stesso. Si tratta della
valorizzazione del particolare. Si prende un aspetto del Vangelo, un aspetto
del cristianesimo, quello che piace, e lo si fa diventare la chiave di
interpretazione di tutto.
Così
ha fatto anche il demonio nel deserto, quando ha tentato Nostro Signore
utilizzando le Scritture in un particolare (Mt 4,1-11):
«Se
sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane».
«Se
sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini
a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a
urtare contro un sasso il tuo piede».
Il
demonio fa così anche con gli uomini, fa così anche con te, ti dice una parte e
con quella parte ti spinge a non servire Dio.
È
questa la forma più subdola della tentazione, ed è la modalità più ricorrente
oggi.
Molti
ci sono cascati e ci cascano nella Chiesa.
E
ciò che è ancora più grave è che fanno diventare il particolare, valorizzato e
sottolineato, chiave interpretativa di tutta la vita cristiana.
Tentiamo
alcuni semplici esempi: difronte ai credenti di altre religioni si dice “anche
loro credono in Dio”, ma si dimentica di ricordare che devono accogliere il Dio
rivelatosi in Gesù Cristo e che non possono fermarsi ad una falsa rivelazione.
Così, difronte ai cosiddetti “fratelli separati”, ai protestanti di tutte le
diverse confessioni, si dice “anche loro credono in Cristo e hanno il battesimo”,
ma si tace sul fatto che, avendo menomato brutalmente il Vangelo e la dottrina
sulla grazia e i sacramenti, questi hanno perso l’unione di santità al Signore
che salva, e che l’affermare a parole Gesù Cristo non basta per la salvezza, se
poi rifiutano il modo con cui Cristo ha scelto di salvarli. Con gli agnostici
poi, con i mezzi-atei, si arriva fino al patetico: “abbiamo in comune il
rispetto per l’uomo e il desiderio per una società più giusta”, arrivando fino
a rinnegare tutto il Vangelo, dimenticando quelle lapidarie parole di Nostro
Signore “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5).
È
una falsa pedagogia quella che si produce con la valorizzazione del
particolare; possiamo dirlo, è demoniaca, e il demonio è padre della menzogna.
Una
falsa pedagogia, per di più illusoria, quella di chi pensa che, valorizzando il
briciolo di verità presente in chi non dimora nella piena verità della
rivelazione, si favorisca il ritorno o il giungere alla piena verità di tutti.
Avviene
invece esattamente il contrario: a furia di valorizzare elegantemente il
particolare di chi è ancora nell’errore, si finisce per trasformarsi in chi si
voleva riavvicinare: è il dramma della chiesa degli anni conciliari.
Abbiamo
così oggi i cattolici protestantizzati o tendenti al protestantesimo; abbiamo
poi i cattolici tendenti alla religione naturale; e abbiamo, e quanti sono!, i
cattolici orizzontali, impegnati nella promozione sociale vista come l’unico
messianismo possibile. Abbiamo queste tre categorie, a seconda del dialogo
intrapreso: con i fratelli separati, con i credenti di altre religioni, o con
gli agnostici alla moda.
È
l’effetto boomerang del dialogo eretto a sistema! Non sei tu che riavvicini al
cattolicesimo, sei tu invece, cattolico dialogante, che ti trasformi nel tuo
interlocutore.
Ma
Gesù nel deserto non ci ha insegnato il dialogo, afferma la verità tutta intera
rifiutando il particolare:
«Sta
scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca
di Dio»;
e
ancora: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
«Sta
scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto».
L’attitudine
cattolica, la sola, non è la valorizzazione del particolare, ma il dire sempre
tutta la verità rivelata, senza lasciarne fuori nemmeno un pezzetto, perché è
il tutto che dice la verità del particolare e la dice nelle sue proporzioni.
Cattolico
vuol dire universale, e l’universale domanda il tutto! tutta la verità!
La
messa cattolica e la sua sciagurata riforma è stata il terreno di scontro di
queste due attitudini presenti nel cattolicesimo. Si è pensato, da parte dei
riformatori, di insistere su particolari della messa, per riavvicinare
soprattutto il mondo protestante. Risultato: una dilagante perdita del senso
cattolico della messa e conseguentemente della vita.
La
Messa e la sua riforma è diventato il terreno di coltura di questi accenti
particolari che allontanano dall’unità cattolica.
Cosa
ne è conseguito? Un vero disastro! La diminuzione se non la perdita del senso
del sacerdozio cattolico – lo svuotamento di senso della vita consacrata – la
più grande crisi della famiglia mai conosciuta.
Occorre
tornare al tutto, unica chiave ermeneutica adeguata: nel tutto il particolare è
vero, il particolare non dice il vero da solo.
Tra
l’altro il magistero del Papa e dei Vescovi c’è per questo, per ricordare il
tutto, perché per il particolare, per cadere nel particolare, siamo ahimè buoni
tutti!
Ogni
affermazione nella Chiesa ha valore se riafferma il tutto, se non lascia nulla
fuori della Rivelazione; altrimenti è moda del momento. Se affermazioni dei
Pastori della Chiesa lasciano fuori qualcosa, non sono Magistero e non vanno
ascoltate, perché prive di autorità.
È
così semplice, ma occorre essere semplici per capirlo. Per questo Gesù dice:
«Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto
nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai
piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te» (Mt 11,25-26).
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