Ieri si è svolta a Roma la presentazione dell’ultimo volume scritto da don
Nicola Bux (v. qui), che sarà disponibile nelle librerie a partire dal 14 aprile
prossimo.
La sala dell’Hotel Columbus, che poteva accogliere circa duecento
spettatori, si è rivelata assolutamente insufficiente ad accogliere il gran
numero di partecipanti all’evento, superiore a qualsiasi aspettativa, anche la
più rosea.
Intanto è confermata la presentazione a Milano il prossimo 2 maggio e,
probabilmente, il 1° giugno (ma la data è ancora da definire, sebbene appaia
quella probabile) a Bari.
Una buona sintesi dell’incontro di ieri è stato offerto da La Stampa. Anche il blog Rossoporpora ne ha tracciato una sintesi (v. qui), ripresa da Chiesa e postconcilio. Per una recensione del libro, v. Marco Guerra, Il sacramento sconfigge il male dell'uomo, in La nuova bussola quotidiana, 7.4.2016.
In
attesa che ci siano dati i testi delle relazioni degli intervenuti.
Fotografia della sala strapiena scattata da un partecipante e riprodotta su Facebook |
Sarah: oggi i sacramenti sono vittime di deformazioni
Il Prefetto della
Congregazione per il Culto Divino, insieme con il cardinale Burke e Ettore
Gotti Tedeschi, ha presentato il libro di Nicola Bux «Non si scherza con i
sacramenti» (Cantagalli), introduzione di Vittorio Messori. «Ho proposto al
Papa lo stop alle foto durante le celebrazioni».
Il card. Robert Sarah |
DI IACOPO SCARAMUZZI
ROMA. I sacramenti sono,
oggi, vittime di abusi e «deformazioni» a causa di «cattive decisioni
deliberatamente prese da non pochi sacerdoti» che, declassando ad esempio
l’eucaristia «a nome di un fantomatico conflitto dei segni», «confondono i
fedeli». E’ la denuncia del cardinale Robert Sarah, prefetto della
congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che, insieme
al cardinale statunitense Raymond Leo Burke, patrono del Sovrano militare
ordine di Malta, e all’economista Ettore Gotti Tedeschi, ha presentato il libro
«Con i sacramenti non si scherza» (Cantagalli, 222 pagine), prefazione di
Vittorio Messori.
La presentazione,
organizzata dalla casa editrice in collaborazione con la Pia Fondazione Paventi
di San Bonaventura e avvenuta ieri sera in un’affollata sala dell’hotel
Columbus, su via della Conciliazione, è stata moderata da Jacopo Coghe
(Generazione famiglia). Al dibattito sono intervenuti Paolo Rodari (Repubblica)
e Guillame Ferluc (Paix Ltiurgique). Avevano inviato messaggi di adesione i
cardinali Gehrard Ludwig Mueller, Peter Erdo, Mauro Piacenza, oltre al defunto
cardinale Georges Cottier, i monsignori Enrico Dal Covolo, Jean Lafitte, Guido
Marini, e lo stesso Vittorio Messori, che firma la introduzione, e che
parteciperà ad una successiva presentazione del volume che si terrà a Milano il
prossimo due maggio.
Presenti in sala, tra
gli altri, i cardinali Walter Brandumuller, Velasio De Paolis, José Saraiva
Martins, mons. Agostino Marchetto, mons. Carlo Maria Viganò, mons. Guido Pozzo,
e i parlamentari italiani Gaetano Quagliariello e Alfredo Mantovano.
«Come è possibile
anche solo immaginare di prendersi gioco della presenza di Dio?», ha detto
Sarah nell’intervento di apertura. «I sacramenti sono segni efficaci, farmaci
che rimettono dal peccato: si può scherzare con i farmaci che ti salvano e ti
rimettono in salute?». Eppure, ha proseguito il porporato guineano, «come ci ha
più volte ricordato Papa Benedetto XVI, in questi decenni del post Concilio
assistiamo a deformazioni della liturgia al limite del sopportabile, in un
crescendo che non trova fine». E «per questo Papa Giovanni Paolo II scrisse
l’enciclica Ecclesia de Eucharistia, a cui seguì l’istruzione Redemprionis
sacramentum, che ribadiva come nei sacramenti è in gioco la lex credendi. La
stessa preoccupazione ha mosso Papa Benedetto XVI a promulgare l’esortazione
apostolica Sacramentum caritatis e il motu proprio Summorum pontificum».
Per Sarah, «non
scherzare con i sacramenti significa mettere al centro il sacramento dei
sacramenti, il santissimo, oggi inspiegabilmente declassato a nome di un
fantomatico conflitto dei segni, altrettanto è accaduto con la croce. Ma il tabernacolo
fornisce l’orientamento ad Dominum, così necessario in questo tempo in cui
tanti vorrebbero vivere come se Dio non esistesse, e fare ciò che vogliono».
Oggi, per il prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina
dei sacramenti, «sta avvenendo un passaggio culturale e generazionale nella
percezione della liturgia, ma pochi se ne avvertono, malgrado il tanto parlare
dei segni dei tempi». E «anche Papa Francesco scrive nella enciclica Lumen
fidei che Gesù ci ha toccato», così come «il Concilio vaticano II parla di
sacramenti della fede, perché i sacramenti non solo suppongono la fede, ma la
nutrono e la irrobustiscono».
Eppure, ha proseguito
Sarah, oggi «si crede così poco nel loro potere di trasformazione. Oggi si va
affermando il bisogno di capirli, di spiegarli di nuovo, a causa di
deformazioni e cattive decisioni deliberatamente prese da non pochi sacerdoti
che confondono i fedeli, i quali finiscono per non capirli». Per il porporato,
«alcuni preti hanno modi da conduttore televisivo, capita di assistere a
sacramenti trasformati in lunghe didascalie». Ma «per capire i sacramenti non
bisogna aprire gli occhi, ma chiuderli. I sacramenti non si capiscono con gli
occhi della carne, ma con quelli dello spirito».
Quindi il cardinale
ha aggiunto: «Ho incontrato il Papa sabato e gli ho detto: `se vogliamo
ritrovare la vera liturgia Lei ha il potere di cacciare i fotografi
dell’altare. Abbiamo trasformato le liturgie in uno spettacolo”».
Nei loro interventi,
il card. Burke ha tra l’altro sottolineato che dopo il Concilio vaticano II «si
è diffusa una mentalità mondana, secolare, che ha disprezzato la ricca
tradizione della Chiesa». Per Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, da tempo
«si sta scherzando con i sacramenti in un modo che sta diventando
insopportabile».
La Chiesa, si legge
in una presentazione del volume di Nicola Bux, «pare voler dissolvere i
contorni netti della fede in una sorta di brodo indeterminato e rimescolato dal
“secondo me” di certi sacerdoti. Ebbene, della fede, i sacramenti sono
l’espressione, il frutto, il dono più alto e prezioso. Ecco, dunque, il nostro
liturgista dedicarsi al tema, con la passione consueta. Per ognuno dei sette
“segni efficaci” l’autore chiarisce l’oggetto, il significato, la storia. Poi –
necessaria, e più che mai attuale – l’avvertenza circa le deformazioni, gli
equivoci, le aggiunte o le sottrazioni che oggi minacciano quel sacramento.
Dunque, una catechesi in uno stile che sa essere al contempo dotto e
divulgativo, seguìta da una sorta di “manuale per l’uso”. Alla base di tutto
quanto succede nella Catholica ormai da decenni, c’è quanto l’autore denunciava
anche nei libri precedenti: quella “svolta antropocentrica che ha portato nella
Chiesa molta presenza dell’uomo, ma poca presenza di Dio!”. La sociologia
invece della teologia, il Mondo che oscura il Cielo, l’orizzontale senza il
verticale, la profanità che scaccia la sacralità. La sintesi cattolica – quella
sorta di legge dell’et-et, di unione degli opposti che regge l’intero edificio
della fede – è stata troppo spesso abbandonata per una unilateralità
inammissibile».
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