In occasione dell’ultima coincidenza della festa dell’Annunciazione
col Venerdì Santo diverse Sacre Spine, sparse per l’Italia ed anche all’estero,
sono “fiorite” o si sono insaguinate o si sono semplicemente arrossate.
Tra queste, oltre a quella di Andria, che abbiamo già
segnalato, vi è stata in particolare quella di San Giovanni Bianco, in Val
Brembana, nel bergamasco: qui l’ultima volta che si verificò il prodigio della
Spina, che approdò in questo luogo nel 1495, fu nel 1932 (giacché nel 2005
nulla sarebbe avvenuto). La particolarità è che qui il prodigio non si è verificato
il Venerdì Santo, ma la sera di Pasqua, come è stato anche annunciato ufficialmente
dal vescovo di Bergamo: v. Andrea
Lavelli, La Sacra Spina della Passione è tornata a fiorire, in La nuova bussola quotidiana, 31.3.2016; Mad.
Ber., Mesi sotto osservazione (dal notaio) Poi sulla Sacra Spina sono
comparse le prime gemme, in Corriere della sera – Bergamo, 29.3.2016 (per le foto v. Le gemme della Sacra Spina, ivi);
Davide Agazzi, La Sacra Spina
fiorisce, campane a festa a San Giovanni Bianco: “È miracolo” come nel 1932,
in Bergamonews, 28.3.2016; Fabio Paravisi, Sacra Spina, la biologa: «Fatto inspiegabile che non lascia indifferenti», in Corriere della sera – Bergamo, 30.3.2016. V. anche il comunicato ufficiale del
Vescovo di Bergamo, in Diocesi di Bergamo, 28.3.2016.
Rilanciamo, in questa Domenica in Albis, un contributo
di Cristina Siccardi.
La miracolosa reliquia delle Sacre Spine di Cristo
di Cristina Siccardi
Nella Basilica di San Nicola, nel cuore della città antica di Bari, e nella
Cattedrale di Andria, sempre in Puglia, sono conservate due Sacre Spine della
Corona di Cristo ed entrambe sono legate ad un evento miracoloso, che anche
quest’anno, il 25 marzo u.s. si è puntualmente verificato, ma con fenomeni
singolari, rispetto alle volte precedenti, per entrambi i casi.
Si tratta di un prodigio divino straordinario: ogni volta che il 25 marzo,
giorno in cui ricorre la memoria liturgica dell’Annunciazione, cade nel giorno
del Venerdì Santo, le Spine rosseggiano nella tonalità del rubino. Ad Andria il
miracolo fu osservato per la prima volta nel 1633: le macchie violacee,
presenti nella Spina, si ravvivarono, fino a farsi «fresco
sangue». La scorsa volta il fatto celeste era avvenuto il Venerdì
Santo del 2005, mentre le due date coincideranno nuovamente nel 2157.
Nella Legenda aurea (raccolta
medievale di biografie agiografiche) di Jacopo da Varagine, frate domenicano e
Vescovo di Genova, si narra che la Croce sulla quale morì Gesù Cristo, come
pure la Corona di spine e altri strumenti della Passione, furono raccolti e
nascosti da alcuni discepoli. Intorno al 320 la madre dell’Imperatore
Costantino, Elena, fece sgomberare, a Gerusalemme, le macerie che si erano accumulate
intorno al Golgota e fu proprio allora che tornarono alla luce le reliquie
della Passione di Nostro Signore.
Sempre secondo Jacopo da Varagine, Elena avrebbe portato a Roma una parte
della Croce, un chiodo, una spina della Corona e un frammento dell’iscrizione
che Pilato aveva fatto affiggere alla Croce. A Gerusalemme restarono altre
reliquie, fra le quali l’intera Corona di spine. Intorno al 1063 essa fu
portata a Costantinopoli, dove rimase fino al 1237, quando l’Imperatore latino
Baldovino II la consegnò ad alcuni mercanti veneziani, ottenendo un
considerevole prestito (13.134 monete d’oro). Alla scadenza del prestito, San
Luigi IX, Re di Francia, sollecitato da Baldovino II, acquistò la Corona e la
custodì a Parigi, ospitandola nel proprio Palazzo fino a quando fu terminata la
Sainte-Chapelle, inaugurata nel 1248.
Il tesoro della Sainte-Chapelle fu in gran parte distrutto durante la
Rivoluzione Francese e con esso anche la Corona, privata di quasi tutte le sue
Spine. Tuttavia, durante il viaggio verso Parigi, ne erano state tolte molte
per essere donate a chiese e santuari per ragioni meritorie particolari; altre
spine furono donate dai successivi sovrani francesi a principi ed ecclesiastici
come segno d’amicizia. Per tali ragioni, in Francia e soprattutto in Italia, si
trovano sparse in diverse chiese.
Leggiamo, nel verbale redatto dal notaio Francesco Saverio Perchinunno che,
insieme ad una Commissione scientifica ha osservato i fatti di Bari del 25
marzo: «Si è rilevata fra le ore venti e minuti quaranta (h 20,40) e le
ore ventuno e minuti quaranta (h 21,40) una lieve modificazione cromatica
tendente al rosso in corrispondenza della base della scheggiatura apicale della
Spina. Tale cromatismo soggettivamente rilevato da
ciascun membro della Commissione trova supporto in documentazione oggettiva
fotografica digitale. Inoltre, rivisitando i
fotogrammi a forte ingrandimento, si è rilevata nella porzione centrale del
fusto della Spina la presenza di macchie cromatiche che complessivamente
lasciano intravedere un’immagine assimilabile ad un volto umano maschile. In precedenza non si è rilevata alcuna significativa variazione
cromatica. Il presente verbale viene
chiuso essendo le ore ventitré e minuti trenta (h 23,30)».
Ad Andria, invece, il notaio Paolo Porziotta ha redatto un verbale nel
quale si dichiara: «Verso le ore 16.10, si è rilevata la presenza
di un lieve rigonfiamento di colore bianco a forma sferica, a mo’ di gemma,
posto a 3mm. circa dall’apice, lato destro della Spina, più precisamente sul bordo
della scheggiatura apicale. Successivamente, verso le ore 17.10, si sono
rilevate a occhio nudo, una seconda gemma, posta all’apice della Spina, e una
terza gemma, posta 4/5 mm. sotto la prima; ancora più verso la base della
Spina, il residuo del precedente prodigio dell’anno 2005 è sembrato rifiorire.
Tanto è stato constatato direttamente, oltre che dalla Speciale Commissione,
anche da mons. Raffaele Calabro, il quale alle 17.40, durante l’omelia
dell’azione liturgica del Venerdì Santo ha annunciato ai fedeli: In questa
circostanza ho il piacere di annunciare a voi tutti in maniera solenne che il
miracolo ha avuto inizio».
Il mondo soprannaturale comunica con il mondo naturale, spesso e
volentieri, attraverso i segni, miliardi di segni, personali e pubblici. Un
universo di tracce e indicazioni che raggiungono la collettività oppure le
singole persone; alcune le accolgono come bene prezioso e le fanno proprie:
questi “doni” celesti confortano, offrono sostegno, coraggio, fiducia e
speranza nei combattimenti quotidiani; altri individui, che resistono ai cenni
e ai segnali paterni di Dio, dimostrandosi indifferenti, scettici e a volte
amaramente ostili, o non se ne avvedono o li disprezzano, e così facendo non
solo non possono usufruire della consolazione celeste, ma rigettano anche il
buon “seme” che può derivare da essi. Come raccontano le migliaia di pagine
scritte nel corso dei secoli, ai Santi e, in particolare, ai mistici, è dato il
privilegio di colloquiare direttamente, senza intercapedini, con Gesù, la
Madonna, gli Angeli o altri Santi.
Gli esempi agiografici sono innumerevoli: sperimentano visioni,
apparizioni, sogni, rivelazioni, voci esterne o interne a sé. I segni, invece,
sono comunicazioni indirette: il Cielo si fa presente ai peccatori, più distanti
da Dio rispetto ai Santi, con segnali più o meno palesi, più o meno velati. A
Bari e Andria il Signore ha nuovamente comunicato, ha manifestato la sua
presenza attraverso segni sensibili, che contengono più significati, ma la cui
decodificazione resta arcana: nella Basilica di San Nicola le macchie
cromatiche rossastre hanno creato addirittura un’immagine dal volto umano;
mentre nella Cattedrale della seconda città la Sacra Spina ha gemmato di
bianco… Che cosa vorrà dire tutto ciò? Autorità religiose, notai, illustri
professori, medici, esperti, tecnici alla guida di una tecnologia d’ultima
generazione sono convenuti per monitorare prodigi che restano misteriosi, ma
che avvengono e che la scienza può soltanto diligentemente osservare.
A Bari, per esempio, il colore della Sacra Spina è stata documentata,
minuto per minuto, mediante una telecamera iperspettrale colorimetrica, mentre
l’illuminazione è stata fornita da una sorgente a led a luce fredda. Tutto è
ora perfettamente registrato e per chi ha Fede, ancora una volta, viene
confermata la presenza d’amore costante del Redentore in mezzo a noi, attraverso fatti eccezionali, e in noi, quando quotidianamente si fa Carne e Sangue.
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