Questa festa in onore
dell’umile taumaturgo della «Carità» addormentatosi nel Signore a Plessis-lès-Tours,
in Francia, il 2 aprile 1507, beatificato nel 1513 e canonizzato nel 1519 dal
papa Leone X, ebbe vicende travagliate. In effetti, fu dapprima introdotta nel
1557 come semidoppia. Soppressa da san Pio V nel 1568, Sisto V la ristabilì nel
1585 come doppia; Clemente VII la riportò al rito semidoppio nel 1602. Paolo V
la elevò nuovamente al rito doppio nel 1613 come festa di fondatore di ordine
religioso.
Due templi insigni,
nella Città santa, ricordano il soggiorno che vi fece san Francesco di Paola,
quando, per ordine di Sisto IV, si recò in Francia alla corte di Luigi XI, all’epoca
morente, colpito da grave malattia, ed il quale aveva richiesto al Pontefice
che gli inviasse qualche uomo santo in grado di guarirlo. La chiesa dedicata
alla Santissima Trinità sull’antico Collis ortorum o Pincio, fu costruita
nel 1495, da Carlo VIII, re di Francia, per i religiosi Minimi (cfr. Giuseppe Caridi, Francesco di Paola.
Un Santo europeo degli umili e dei potenti, Salerno editrice, Roma, 2016, p.
199), laddove il loro Fondatore avrebbe predetto che sarebbe divenuta un giorno
la sede della sua famiglia a Roma. È la famosa chiesa di Trinità dei Monti
(Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana,
Roma 18912, pp. 339-341; Ch. Huelsen, Le
Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, p. 543. Sulla predizione di san
Francesco di Paola, cfr. Bollandisti, Supplementum historicum ad Acta S.
Francisci de Paula, collectum ex variis auctoribus, cap. IV, S. Francisci de Paula discessus ex Italia miraculis
illustratus, § 32, in Acta Sanctorum, Aprilis, vol. X, Dies II, Paris-Roma 1865, p. 204).
Un secondo tempio, sotto
il titolo di San Francesco da Paola, si eleva sull’Esquilino, vicino al
titolo di Eudossia e, come la Santa Trinità sul Pincio, è rimarchevole per le
sue opere d’arte e la ricchezza dei suoi marmi (Armellini,
op. cit., pp. 207-208). Nel suo convento vicino abitò, per molti anni,
il venerabile Bernardo Maria Clausi.
Il nostro Santo è
famoso, oltre che per gli strepitosi miracoli ottenuti per sua intercessione,
anche per la pratica penitenziale. Per l’ordine che fondò, egli impose, oltre
ai classici voti di povertà, obbedienza e castità, anche un quarto voto, il
c.d. voto quaresimale perpetuo, cioè la promessa solenne di nutrirsi dei soli cibi
previsti nelle regole antiche dalla Chiesa per il tempo di Quaresima (e che
sono tuttora in uso nella Chiesa orientale), ossia niente carne e suoi
derivati, latticini, uova e grasso animale sia dentro che fuori il convento. Il
Santo non specifica altri cibi di cui nutrirsi. Dai processi di canonizzazione,
tuttavia, si comprendono gli alimenti di cui l’eremita si nutriva: vegetali
vari come fave, ceci, piselli, lattuga, minestre di legumi, pane, frutta come
fichi, castagne, melograni, noci, prugne, acqua fresca, qualche sorso di vino,
quando stava male interrompeva questa dieta e si nutriva di pesce. Nelle Regole
per i suoi frati prescrive appunto il pesce, a condizione che sia molto
semplice, e di poter nutrirsi di carne in caso di malattia grave e con
prescrizione del medico (cfr. Debora
Ruffolo – Angela Altomare, A tavola con San Francesco di Paola,
in PdV – Parola di Vita, 23.11.2015).
Tali regole sono state
modificate – ahimé – alterando lo spirito del Santo Fondatore con le
innovazioni del Vaticano II negli anni ’80 del secolo scorso, prevedendosi la
possibilità di cibarsi dei latticini e di tutti i derivati della carne ed una
maggiore libertà per i frati di cibarsi di carne quando sono fuori convento.
La messa di san
Francesco di Paola è quella del Comune dei semplici Confessori, come il 31
gennaio, ma le collette e la prima lettura sono proprie.
La prima preghiera mette in rilievo l’umiltà
profonda del taumaturgo di Paola, umiltà che attribuì alla famiglia religiosa
istituita da lui il titolo di Ordine dei Minimi.
La prima lettura è simile a quella assegnata alla
festa di san Paolo, primo eremita, il 15 gennaio. Bisogna donare tutto per
possedere tutto, cioè dare tutto il creato e la creatura per guadagnare così il
Creatore.
La colletta seguente s’ispira ad un testo antico e
fa allusione all’uso primitivo dei fedeli che, all’offertorio, presentavano
essi stessi al sacerdote celebrante il pane ed il vino necessari al sacrificio.
L’umile semplicità ed il candore dell’anima sono le
condizioni più propizie perché la grazia di Dio possa agire senza incontrare
ostacoli. Così si spiega il numero straordinario di prodigi operati da san
Francesco di Paola, anche di quelli senza uno scopo di grande importanza
apparente, come, per es., il giorno in cui, a tavola del re di Napoli, risuscitò
dei pesci già cotti e serviti (cfr. Bollandisti, op. cit., § 30, p. 203. Cfr. anche Libellus De vita et miraculis S. Francisci, scriptus ab uno ex disciplis,
quadriennio ante Sancti obitum, ex Ms. Gallico Conventus Bruxellensis, cap. II, Conventus Pauliani exordia:
Virtutes S. Francisci: miracula in dicto conventu facta, § 12, ivi, p. 110. L’A. anonimo
ambienta l’episodio della resurrezione dei pesci non a Napoli, ma nel convento
calabrese del Santo, dinanzi ai suoi confratelli. Comunque, del miracolo vi
sono le deposizioni rese da vari testimoni, tra i quali quella di tale Maestro
Pietro Gennensio, resa nel processo informativo canonico cosentino, il 18
luglio 1512: Processus
informativi ad Canonizationem, cap. VI, Alii Pauliani testes eodem die auditi, § 48, ivi, p. 131) e dall’abate basiliano del monastero di
S. Gregorio, tale Ambrogio Copula, nel 1517 (Leone
X, Bulla beatificationis,
Processus Calabricus, cap. IX, Processus factus in casati S. Blasii, § 128, ivi, p. 183). Nel suo amore umile e fiducioso, il nostro Santo possedeva
il cuore di Dio ed, ispirandosi alla carità, la piegava dove voleva.
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Autore ignoto, S. Francesco di Paola, XVI sec., Chiesa del SS. Salvatore, Bologna |
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Lavinia Fontana, S. Francesco di Paola benedice il figlio di
Luisa di Savoia, 1590, Pinacoteca nazionale, Bologna |
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Pietr Paul Rubens, Miracoli di S. Francesco di Paola,
1627-28, Paul Getty Museum, Malibu |
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Bartolomé
Esteban Murillo, Visione di S. Francesco di Paola, 1670 circa, Paul
Getty Museum, Malibu |
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Bartolomé Esteban Murillo, S. Francesco di Paola, XVII sec., museo del Prado, Madrid |
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José Jiménez Donoso, Visione di S. Francesco di Paola, 1690, museo del Prado, Madrid |
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Juan de Parla, S. Francesco di Paola in preghiera, 1691, museo del Prado, Madrid |
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Ambito di Jusepe de Ribera, S. Francesco di Paola, 1640 circa, Hermitage, San Pietroburgo |
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Ambito di Jusepe de Ribera, S. Francesco di Paola, XVII sec. |
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Benedetto
Luti, S. Francesco di Paola attraversa lo stretto di Messina sul mantello, 1694, Museo Regionale, Messina |
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Juan de Espinal, Gli ugonotti bruciano il corpo di S. Francesco di Paola il 13 aprile 1562, XVII sec. |
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Lucas Valdés, Gli ugonotti bruciano il corpo di S. Francesco di Paola il 13 aprile 1562, XVIII sec., Museo de Bellas Artes de Sevilla, Siviglia |
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Lucas Valdés, Ritratto miracoloso di S. Francesco di Paola completato da un angelo, 1700-10, Museo de Bellas Artes de Sevilla, Siviglia |
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Pietro Bianchi (detto Il Creatura),
Estasi di S. Francesco di Paola, 1728
circa, musée du Louvre, Parigi |
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Sebastiano
Ricci, S. Francesco risuscita il bambino morto di sua sorella, 1733, San Rocco, Venezia |
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Giandomenico Tiepolo, Vergine in gloria tra i SS. Francesco di Paola e Lorenzo, 1775-80, Musée des Beaux-Arts, Strasburgo |
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Fundone (attrib.), Lactatio di S. Francesco di Paola alla presenza di S. Leonardo, 1706 circa, Castello, Melfi |
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Paolo de Matteis (attrib.), S. Francesco di Paola, XVIII sec., collezione privata |
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Anonimo, S. Francesco di Paola riceve la Charitas, XVIII sec., collezione privata |
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Francesco Fontebasso, S. Francesco di Paola in meditazione ed un suo confratello, XVIII sec., Musée des Beaux-Arts, Bordeaux |
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Nicolas Gosse, Luigi XI ai piedi di S. Francesco di Paola, 1843, Musée Anne-de-Beaujeu, Moulins |
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Antonio Cifrondi, S. Francesco di Paola, XVIII sec., collezione privata |
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S. Francesco di Paola ed un suo compagno attraversano lo stretto di Messina a bordo del mantello del Santo |
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Giovanni Gasparro, I miracoli di S. Francesco di Paola, 2015, collezione privata, Roma |
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