Sant’Anselmo ha quasi
diritto di cittadinanza nel Messale romano poiché risiedé qualche tempo a Roma
ed, al Concilio di Bari, destinato a combattere lo scisma dei Greci, fu il
miglior supporto di Urbano II nella lotta contro l’errore. Alla fine dell’800
(1892-1896), Leone XIII fece elevare sul colle Aventino, nel rione Ripa, in
onore del santo dottore di Canterbury, su progetto dell’abate benedettino belga
Ildebrando de Hemptinne, un’insigne basilica, di stile neoromanico, annessa al
grande collegio universitario teologico dell’Ordine benedettino, che contava il
Santo tra i suoi più gloriosi rappresentanti (sulla chiesa di Sant’Anselmo
all’Aventino, cfr. Massimo Alemanno, Le
chiese di Roma moderna, vol. III. I Rioni Ripa e Testaccio e i
quartieri del quadrante sud-est, Roma 2007, pp. 19-23). Oggi è sede
dell’Abate Primate dell’Ordine in quanto Badia Primaziale.
Accanto alla chiesa
hanno sede il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo ed il Pontificio
Istituto Liturgico.
Un’altra chiesa è
stata dedicata nel 1989 a Roma al Santo dottore della Chiesa.
In onore di questo
grande dottore, che ebbe il merito di preparare la strada, in qualche modo,
all’edificio teologico dell’Aquinate, l’innario benedettino contiene questa
bell’ode saffica:
Sul suo letto di morte, Leone XIII compose pur’egli
dei versi in onore di sant’Anselmo e li fece portare subito all’abate della sua
nuova basilica aventina, come un ultimo pegno della devozione che nutriva verso
il grande dottore e l’ordine benedettino che l’aveva formato.
La messa è quella del Comune dei Dottori come il
29 gennaio.
Quest’illustre confessore
della fede e della libertà della Chiesa, fuggitivo ed esule, trovò a Roma, come
d’altronde sant’Atanasio, e presso il beato Urbano II, accogliente benevolenza
e protezione. La storia ha registrato come un titolo speciale di gloria per la
sua memoria una delle sue parole, energica e piena di fede allo stesso tempo,
scrivendo al re di Gerusalemme, Baldovino: «Nihill magis diligit Deus
in hoc mundo quam libertatem Ecclesiæ suæ. ... Liberam vult esse Deus sponsam
suam, non ancillam»; «Dio
non ama null’altro in questo mondo che la libertà della sua Chiesa. … Dio vuole che la sua sposa sia libera non già
schiava» (Sant’Anselmo, Ep. Ad Balduinum regem
Hierusalem, in Epistolæ, lib. IV, ep. 9, in PL
159, col. 206B).
Medaglia commemorativa di Leone XIII della Fondazione del Collegio Anselmiano, 1895 |
S. Anselmo, vetrata, XIX sec. |
S. Anselmo, vetrata, XIX sec., chiesa di Our Lady and the English Martyrs (OLEM), Cambridge |
sco Romanelli, Incontro della contessa Matilde con S. Anselmo alla presenza di papa Pasquale II, 1637-1642, Pinacoteca vaticana, Vaticano |
Josef Ferdinand Fromiller, La Vergine Maria col Bambino appaiono a S. Anselmo, XVIII sec., Monastero, Ossiach |
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