Oggi celebriamo uno di quei quattro santi noti, dal folklore contadino
dell’Europa centro-settentrionale, come «santi di ghiaccio», cioè San Bonifacio
di Tarso (di Cilicia), martire.
La tradizione popolare, infatti, vuole che, durante la stagione primaverile,
si verifica un improvviso e brusco calo delle temperature, ultimo guizzo del
gelo prima dei calori estivi. Questo fenomeno si verificherebbe sempre nei giorni
12, 13 e 14 maggio, dedicati ai santi Pancrazio, Servazio ed, appunto,
Bonifacio di Tarso. Di qui il ricordato appellativo (sul punto, v. Massimo Pautrier, I Santi delle
Chiese medievali di Roma (IV-XIV secolo), Lulu.com, Roma, 2013, p. 75).
Questo Santo, menzionato
nel Geronimiano – Romæ
Isidori, Bonefacii
– e che i tardivi e leggendari Atti
del suo martirio – scritti in greco e tradotti in latino verso il VII sec. - vorrebbero
far passare per un cittadino romano martirizzato a Tarso, all’epoca della
persecuzione di Diocleziano (+ 307), ma seppellito sulla via Latina, non appare
mai negli antichi documenti liturgici di Roma.
Il suo culto è attestato a quell’epoca,
cioè nel VII sec., sull’Aventino dall’itinerario De locis sanctis martyrum dall’Itinerario di Malmesbury.
Ora, affermare se il
titolare del monasterium
Sancti Bonifacii sull’Aventino sia differente dal martire Bonifatius o Bonifacianus menzionato dagli
antichi Itinerari sulla via Salaria vetus, è difficile dirlo. Sta di fatto che la chiesa dell’Aventino,
già citata come diaconia sotto Leone III, dovette essere costruita
probabilmente grazie all’influenza degli orientali residenti nella Città
eterna. Difatti, la leggenda di san Bonifacio rivela una mano orientale; di
più, questo martire è celebrato nei Menologi dei Greci il 19 dicembre (Άγιος
Βονιφάτιος. Ο μέθυσος και πόρνος μάρτυρας του Χριστού). Per la verità, in questo
giorno, gli Orientali lo festeggiano assieme alla matrona, figlia del
proconsole romano in Acaia, Santa Aglaida o Aglais o Aglaide (Αγία Αγλαΐα), della
quale Bonifacio era stato amante dissoluto, convivente ed amministratore. Il
calendario di Napoli, invece, fissa la festa del Santo al 14 maggio.
Malgrado
l’incertezza dell’identificazione di questo Bonifacio orientale con uno dei
numerosi martiri con questo nome, la sua basilica acquistò tuttavia molto
rapidamente una grande fama ed, al tempo di Benedetto VII, nel 977, si annesse
un monastero che, a causa dei numerosi santi che l’abitarono, fu salutato dal
Baronio col titolo di Seminario dei Santi
(su questa chiesa, cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX,
Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 585-587; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze
1927, pp.
171-172). È certo che lassù, su questo Aventino, che aveva avuto una sì grande
importanza nella preistoria di Roma, e sul quale, al tempo di Atanasio e di
Girolamo, santa Marcella aveva inaugurato, nella Città regina del mondo, la
vita monastica, sotto il patronato di Bonifacio, Ad limina sancti Martyris invicti Bonifatii, si svolsero le più
belle pagine della storia del monachesimo romano: l’arcivescovo e futuro
martire sant’Adalberto di Praga, infatti, vi si rifugiò a
due riprese tra il 989 ed il 996. Qui visse anche il suo discepolo Bonifacio o Bruno di Querfurt (+
1009). Nell’XI sec., il monastero che raggruppava dei monaci greci e latini,
era uno dei principali, se non il principale, della Città (G. Ferrari, Early roman monasteries, Coll. Studi
di Antichità Christiana, 23,
Città del Vaticano 1957, pp. 78-87), ed una sorta di «seminario delle missioni nei paesi slavi».
Era dunque normale che il culto del suo
principale titolare, san Bonifacio, si sviluppasse in Roma. Lo si trova iscritto
nel calendario murale dell’abbazia benedettina vicina di Santa Maria de Aventino (oggi Santa Maria del Priorato) e nel
martirologio di San Pietro, in cui si legge: Sancti Bonifatii in Aventino, mentre il passionario dei Santi Giovanni e Paolo fornisce la sua
passione. Nel XII sec., è celebrato al Laterano ed al Vaticano (cfr. per ragguagli Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du
Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais
Farnèse, 1977, pp. 238-239). Messa semplice,
ridotta a mera commemorazione dal 1960. La dissacrazione e desacralizzazione del 1969 portò alla soppressione della festa.
La messa Protexisti è interamente del
Comune, come il 24 aprile.
Una delle pagine del
Vangelo sulla quale si riflette troppo poco oggigiorno, e che i predicatori
propongono troppo raramente al popolo, è quella che riguarda i consigli
evangelici di perfezione e che, una volta, popolò i deserti di monasteri. È
vero che si tratta di semplici consigli; ma è bene meditare queste parole che
scrisse un Romano, Gregorio Magno, all’imperatore Maurizio, mentre questi
tentava di opporsi all’ingresso dei soldati nei monasteri: «Un gran numero di
anime possono salvarsi anche nel secolo; ma molti non giungono ad
ottenere la salvezza eterna che all’ombra del chiostro».
La colletta di azione di
grazie è la stessa del 10 dicembre.Icona di S. Bonifacio |
Icona di S. Bonifacio |
Icona di S. Aglaide |
Francesco Bissolo, S. Bonifacio e Santi (SS. Pietro, Apollonia, Barbara e Giacomo), 1530 circa, museo diocesano, Treviso |
Alexandre Cabanel, Aglaide e Bonifacio, 1857, Cleveland Museum of Art (Ohio), Cleveland |
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