Sante Messe in rito antico in Puglia

sabato 14 maggio 2016

“Bonifátius, civis Románus, quod cum Aglaë nóbili matróna impudíce versátus esset, tanto illíus intemperántiæ dolóre captus est, ut pœniténtiæ causa se ad conquirénda et sepeliénda Mártyrum córpora contúlerit. Itaque, relíctis peregrinatiónis sóciis, cum Tarsi multos propter christiánæ fídei professiónem váriis torméntis cruciátos vidísset; illórum víncula osculátus, eos veheménter hortabátur, ut constánter supplícia perférrent, quod brevem labórem sempitérna réquies consecutúra sit. Comprehénsus ígitur, férreis úngulis excarnificátus est; cui étiam inter mánuum ungues et carnem acúti cálami sunt infíxi, plumbúmque liquefáctum in os ejus infúsum. Quibus in cruciátibus ea vox tantum Bonifátii audiebátur: Grátias tibi ago, Dómine Jesu Christe, Fili Dei” (Lect. III – Noct.) – SANCTI BONIFATII MARTYRIS TARSI

Oggi celebriamo uno di quei quattro santi noti, dal folklore contadino dell’Europa centro-settentrionale, come «santi di ghiaccio», cioè San Bonifacio di Tarso (di Cilicia), martire.
La tradizione popolare, infatti, vuole che, durante la stagione primaverile, si verifica un improvviso e brusco calo delle temperature, ultimo guizzo del gelo prima dei calori estivi. Questo fenomeno si verificherebbe sempre nei giorni 12, 13 e 14 maggio, dedicati ai santi Pancrazio, Servazio ed, appunto, Bonifacio di Tarso. Di qui il ricordato appellativo (sul punto, v. Massimo Pautrier, I Santi delle Chiese medievali di Roma (IV-XIV secolo), Lulu.com, Roma, 2013, p. 75).
Questo Santo, menzionato nel Geronimiano – Romæ Isidori, Bonefacii – e che i tardivi e leggendari Atti del suo martirio – scritti in greco e tradotti in latino verso il VII sec. - vorrebbero far passare per un cittadino romano martirizzato a Tarso, all’epoca della persecuzione di Diocleziano (+ 307), ma seppellito sulla via Latina, non appare mai negli antichi documenti liturgici di Roma.
Il suo culto è attestato a quell’epoca, cioè nel VII sec., sull’Aventino dall’itinerario De locis sanctis martyrum dall’Itinerario di Malmesbury.
Ora, affermare se il titolare del monasterium Sancti Bonifacii sull’Aventino sia differente dal martire Bonifatius o Bonifacianus menzionato dagli antichi Itinerari sulla via Salaria vetus, è difficile dirlo. Sta di fatto che la chiesa dell’Aventino, già citata come diaconia sotto Leone III, dovette essere costruita probabilmente grazie all’influenza degli orientali residenti nella Città eterna. Difatti, la leggenda di san Bonifacio rivela una mano orientale; di più, questo martire è celebrato nei Menologi dei Greci il 19 dicembre (Άγιος Βονιφάτιος. Ο μέθυσος και πόρνος μάρτυρας του Χριστού). Per la verità, in questo giorno, gli Orientali lo festeggiano assieme alla matrona, figlia del proconsole romano in Acaia, Santa Aglaida o Aglais o Aglaide (Αγία Αγλαΐα), della quale Bonifacio era stato amante dissoluto, convivente ed amministratore. Il calendario di Napoli, invece, fissa la festa del Santo al 14 maggio.
Malgrado l’incertezza dell’identificazione di questo Bonifacio orientale con uno dei numerosi martiri con questo nome, la sua basilica acquistò tuttavia molto rapidamente una grande fama ed, al tempo di Benedetto VII, nel 977, si annesse un monastero che, a causa dei numerosi santi che l’abitarono, fu salutato dal Baronio col titolo di Seminario dei Santi (su questa chiesa, cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 585-587; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze 1927, pp. 171-172). È certo che lassù, su questo Aventino, che aveva avuto una sì grande importanza nella preistoria di Roma, e sul quale, al tempo di Atanasio e di Girolamo, santa Marcella aveva inaugurato, nella Città regina del mondo, la vita monastica, sotto il patronato di Bonifacio, Ad limina sancti Martyris invicti Bonifatii, si svolsero le più belle pagine della storia del monachesimo romano: l’arcivescovo e futuro martire sant’Adalberto di Praga, infatti, vi si rifugiò a due riprese tra il 989 ed il 996. Qui visse anche il suo discepolo Bonifacio o Bruno di Querfurt (+ 1009). Nell’XI sec., il monastero che raggruppava dei monaci greci e latini, era uno dei principali, se non il principale, della Città  (G. Ferrari, Early roman monasteries, Coll. Studi di Antichità Christiana, 23, Città del Vaticano 1957, pp. 78-87), ed una sorta di «seminario delle missioni nei paesi slavi».
Era dunque normale che il culto del suo principale titolare, san Bonifacio, si sviluppasse in Roma. Lo si trova iscritto nel calendario murale dell’abbazia benedettina vicina di Santa Maria de Aventino (oggi Santa Maria del Priorato) e nel martirologio di San Pietro, in cui si legge: Sancti Bonifatii in Aventino, mentre il passionario dei Santi Giovanni e Paolo fornisce la sua passione. Nel XII sec., è celebrato al Laterano ed al Vaticano (cfr. per ragguagli Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, pp. 238-239). Messa semplice, ridotta a mera commemorazione dal 1960. La dissacrazione e desacralizzazione del 1969 portò alla soppressione della festa.
La messa Protexisti è interamente del Comune, come il 24 aprile.
Una delle pagine del Vangelo sulla quale si riflette troppo poco oggigiorno, e che i predicatori propongono troppo raramente al popolo, è quella che riguarda i consigli evangelici di perfezione e che, una volta, popolò i deserti di monasteri. È vero che si tratta di semplici consigli; ma è bene meditare queste parole che scrisse un Romano, Gregorio Magno, all’imperatore Maurizio, mentre questi tentava di opporsi all’ingresso dei soldati nei monasteri: «Un gran numero di anime possono salvarsi anche nel secolo; ma molti non giungono ad ottenere la salvezza eterna che all’ombra del chiostro».
La colletta di azione di grazie è la stessa del 10 dicembre.

Icona di S. Bonifacio

Icona di S. Bonifacio

Icona di S. Aglaide

Francesco Bissolo, S. Bonifacio e Santi (SS. Pietro, Apollonia, Barbara e Giacomo), 1530 circa, museo diocesano, Treviso

Alexandre Cabanel, Aglaide e Bonifacio, 1857, Cleveland Museum of Art (Ohio), Cleveland

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