Sante Messe in rito antico in Puglia

domenica 1 maggio 2016

Immagini per meditare nella festa di S. Giuseppe lavoratore



Ludwig Seitz, La Grazia divina ed il lavoro umano, XIX sec., Galleria dei Candelabri, Musei Vaticani, Città del Vaticano.
L’affresco allegorico, voluto dal papa della Rerum Novarum, Leone XIII, dimostra che, come il sole è necessario al vecchio lavoratore per far germogliare i suoi campi, così la Grazia divina dà vita e sviluppa la spiritualità.
Nel cartiglio al di sopra dei personaggi si legge il motto: Gratia Dei et contentione voluntatis excellentiam virtutis adipiscimur, cioè con la Grazia di Dio e lo sforzo di volontà si raggiunge l’eccellenza della virtù.

Attingiamo questo salutare pensiero sul lavoro da un nostro amico ed affezionato giovane lettore:

Il lavoro umano è necessità ed è una conseguenza del peccato originale. Dio infatti pronunziando la sentenza contro Adamo disse: « [...] maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. [...] Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra [...]» (Gen. III, 17). Lo stesso Gesù Cristo volle lavorare nella bottega di San Giuseppe, suo padre putativo, e fu non disdegnò affatto di essere chiamato «figlio del carpentiere» (Matth. XIII, 55): il Verbo infatti «annichilò se stesso, assumendo la condizione di schiavo divenendo simile agli uomini» (Phil. II, 7), «in ogni cosa, escluso il peccato» (Heb. IV, 15). Pure Nostra Signora lavorava (in casa, s’intende!) e così gli Apostoli e i discepoli vivevano del loro lavoro. Questo perché pur essendo una punizione il lavoro può essere, fonte di nobilitazione e soprattutto di santificazione se esso vien fatto in Cristo e per Cristo, come raccomanda l’Apostolo nell’Epistola della odierna festa: «Qualunque lavoro facciate, lavorate di buon animo, come chi opera per il Signore e non per gli uomini» (Col. III, 23).

La voce del Vicario di Cristo per l'odierna festa:

Poniamo la grande azione della Chiesa Cattolica contro il comunismo ateo mondiale sotto l’egida del potente Protettore della Chiesa, San Giuseppe. Egli appartiene alla classe operaia ed ha sperimentato il peso della povertà, per sé e per la Sacra Famiglia, di cui era il capo vigile ed affettuoso; a lui fu affidato il Fanciullo divino, quando Erode sguinzagliò contro di Lui i suoi sicari. Con una vita di fedelissimo adempimento del dovere quotidiano, ha lasciato un esempio a tutti quelli che devono guadagnarsi il pane col lavoro delle loro mani e meritò di essere chiamato il Giusto, esempio vivente di quella giustizia cristiana, che deve dominare nella vita sociale.

(Pio XI, enc. “Divini Redemptoris”, 19 marzo 1937)