Sebbene la Sala Stampa della Santa Sede, con un
comunicato del 21 maggio 2016 (v. qui) abbia smentito, c’è da supporre che tale
dichiarazione non sia credibile. Se l’intervista della giornalista M. Haicke al
prof. Ingo Döllinger (v. anche qui), in effetti, fosse falsa, il teologo tirato in
ballo avrebbe immediatamente smentito di averla rilasciata, per non essere
tacciato di falsità. Ovviamente, alcuna smentita da parte di quest’ultimo è
seguita alle poco convincenti dichiarazioni della Sala Stampa Vaticana ... . Ed infatti, il prof. Döllinger ha confermato le parole di papa Ratzinger come riferite alla stampa ed ha smentito la Sala Stampa (v. Marco Tosatti, Fatima forever. Dollinger risponde a BXVI, in La Stampa, 23.5.2016).
Nella festa della SS. Trinità, rilanciamo questo
contributo di Cristina Siccardi.
FATIMA: la clamorosa conversazione di Benedetto XVI
con padre Ingo Döllinger
di Cristina Siccardi
«Non ascoltare la Vergine Santissima, inviata da Dio», affermò
Suor Lucia dos Santos in un’intervista del 26 dicembre 1957 rilasciata a Padre
Augustin Fuentes su autorizzazione di Pio XII nel convento delle Carmelitane
scalze di Coimbra di fronte al Vescovo ausiliare di Leiria, a due Vescovi di
Coimbra, al nunzio apostolico in Portogallo, «è un peccato contro lo Spirito
Santo».
E proprio nel giorno della festa di Pentecoste di quest’anno il teologo
tedesco padre Ingo Döllinger, ordinato sacerdote il 25 luglio 1954, già
segretario del Vescovo di Augusta, Josef Stimpfle, nonché amico personale di
Benedetto XVI, ha dato il permesso di pubblicare a Maike Hickson, sul sito OnePeterFive questo
clamoroso annuncio: «Non molto dopo la pubblicazione nel giugno
2000 del Terzo Segreto di Fatima da parte della Congregazione per la Dottrina
delle Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger disse a padre Döllinger durante una
conversazione di persona che c’è una parte del Terzo segreto che non hanno
ancora pubblicato! ”C’è di più di quello che abbiamo pubblicato” disse Ratzinger. Inoltre disse a Döllinger che la parte pubblicata
del segreto è autentica e che la parte inedita del Segreto parla di ”un
cattivo Concilio e di una cattiva Messa” che sarebbero arrivati in
un futuro prossimo». «Padre Döllinger –
conclude Hickson – mi ha dato il permesso di
pubblicare questi fatti nella festa dello Spirito Santo e mi ha dato la sua
benedizione».
Il Dossier Fatima, apertosi 99 anni fa, prosegue
nel cammino di arricchimento di documentazione per una storia soprannaturale e
naturale che proseguirà sia fino a quando il Terzo segreto non sarà svelato al
mondo nella sua interezza; sia fino a quando non si compirà l’ultima profezia
della Madonna, ovvero il trionfo del suo Cuore immacolato.
Suor Lucia dos Santos scrisse il terzo Segreto a Tuy il 3 gennaio 1944 e lo
consegnò a Monsignor José Alves Correia da Silva, Vescovo di Leiria-Fatima nel
giugno dello stesso anno. Fu inviato a Roma fra marzo-aprile del 1957. Il testo
avrebbe dovuto essere reso pubblico sotto il Pontificato di Giovanni XXIII nel
1960, secondo le precise indicazioni della Madonna. Ma ciò non avvenne per
volontà di Papa Roncalli e dei suoi successori.
I veggenti di Fatima hanno sempre parlato di Segreto, diviso in tre parti.
«Il segreto consta di tre cose distinte», scrisse Suor
Lucia nella sua Terza Memoria (A.M. Martins
SJ, Documentos, Fátima, L.E. Rua Nossa Senhora de Fátima,
Porto 1976, p. 219). Nelle quattro Memorie ella
dichiarò di scrivere sotto l’assistenza dello Spirito Santo (cfr. Quarta Memoria di Lucia dos Santos in ivi, p. 315). Soltanto la terza parte del Segreto venne
stilata a parte, per essere destinata esclusivamente al Vicario di Cristo: a
lui solo la responsabilità di sapere, a lui solo la responsabilità di agire di
conseguenza.
Nella Quarta Memoria Suor Lucia
scrisse che la Madonna dichiarò: «In Portogallo, si conserverà
sempre il dogma della Fede, ecc… Questo non ditelo a nessuno». È
proprio in quell’«ecc.» che è racchiusa la terza
parte del Segreto e questa frase tronca non è stata riportata nel Messaggio di Fatima reso pubblico il 26 giugno del
2000. Infatti, la Congregazione della Dottrina della Fede, allora guidata dal
Prefetto Cardinale Ratzinger, estrapolò le due parti del Segreto non dalla Quarta, ma dallaTerza Memoria, dove
non è presente la rivelazione che nel Portogallo si conserverà il dogma della
Fede, dando per scontato che in altri luoghi non sarà così… l’apostasia è, di
fatto, dilagata ovunque e la si ritrova sia fuori che dentro la Chiesa.
Ogni Papa, da Pio XII in poi, è stato messo a conoscenza del terzo Segreto,
ma due soltanto, fino ad ora, hanno preso l’iniziativa di diffondere qualcosa e
di fare qualcosa. Ma Fatima resta, ancora, l’incompiuta: scetticismo? prudenza?
paura? I confini che dividono questi atteggiamenti avuti dai Papi sono labili.
Il fatto reale è che le apparizioni di Fatima sono legate strettamente alla
realtà ecclesiastica, oggi così martoriata, così refrattaria al soprannaturale,
così confusa, così corrotta moralmente e spiritualmente, così carica di errori
teologici e dottrinali, così priva di insegnamenti catechetici.
Fatima è annodata alla Passione attuale della Chiesa, causata,
principalmente da due rivoluzioni, una pastorale e l’altra liturgica: il
Concilio Vaticano II e la Santa Messa. Non dimentichiamo che l’Angelo del
Portogallo apparve ai veggenti (1915-1916) quale preludio all’arrivo della
Madonna e diede la Santa Ostia a Lucia, mentre il Sangue di Cristo, contenuto
in un Calice, lo divise fra Giacinta e Francesco, affermando: «Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente
oltraggiato dagli uomini ingrati! Fate riparazione per i loro crimini e
consolate il vostro Dio (…) Rinnovando il sacrificio della
Passione e Morte di Gesù, la Santa Messa è cosa tanto grande da bastare a
trattenere la Divina Giustizia» (Fatima e la Passione della
Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 80). La Santa Messa è stata
cambiata, è stata oltraggiata al fine di porre al centro dell’attenzione non
più Nostro Signore e il Suo Sacrificio, ma l’assemblea, così facendo la Fede,
sia nel clero che nei fedeli, ha perso consistenza e significato e le grazie si
sono diradate, mentre le chiese si sono svuotate, così come i seminari.
In virtù della rivelazione di Padre Döllinger (che ebbe come confessore san
Pio da Pietrelcina al quale fu molto legato, che insegnò teologia morale al
Seminario diOrder of Canons Regular of the Holy Cross del
Brasile, frequentato dal futuro Vescovo Athanasius Schneider, che nel 1970
prese parte alle discussioni della Conferenza episcopale tedesca sulla massoneria,
al termine delle quali si affermò l’incompatibilità fra essa e la Chiesa
cattolica) possiamo riflettere su alcuni aspetti.
Il Papa mariano, Giovanni Paolo II, che venne salvato il 13 maggio del 1981
dall’attentato del killer professionista Mehmet Ali Ağca, disse di aver avuto
salva la vita grazie alla Madonna di Fatima e volle rendere nota al mondo la
visione che ebbero i tre pastorelli portoghesi. È il 13 luglio 1917, siamo alla
Cova d’Iria: la Madonna appare per la terza volta e rivela il Segreto: la
visione dell’Inferno (prima parte); la consacrazione della Russia al Cuore
Immacolato (seconda parte), e la terza parte, ancora oggi monca.
Lascia registrato su carta Suor Lucia: «un Angelo con una spada di
fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero
incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora
emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la
mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo
(…) un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il
Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una
montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come
se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarci,
attraversò una grande città mezza in rovina e tremulo con passo vacillante,
afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava
nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi
della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari
colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli
altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari,
uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano
due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali
raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si
avvicinavano a Dio».
Ma qual è la spiegazione a questa visione e qual è il segreto che sottende?
La Madonna illustrò ogni cosa delle prime due parti, nulla esiste della terza,
se non il commento teologico del Cardinale Joseph Ratzinger e testo e commento
furono presentati in una conferenza stampa in mondovisione. Tuttavia, una volta
divenuto Papa, il 13 maggio 2010, dichiarò a Fatima: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima
sia conclusa». È un caso che Benedetto XVI, proprio all’inizio del
suo Pontificato, aprì il celebre dibattito sull’ermeneutica del Concilio
Vaticano II, avviando così una felice stagione di ripensamenti su quell’assise?
È un caso che diede vita al Summorum Pontificum del
2007 liberalizzando la Santa Messa in rito antico, sepolta e perseguitata dal
1969? È un caso che abolì il decreto di scomunica ai quattro vescovi della
FSSPX, da sempre poggiati con perseveranza su due pilastri: la Santa Messa
tridentina e la critica costruttiva al Concilio Vaticano II? È un caso che sia
Benedetto XVI prima, sia Papa Francesco adesso desiderino riappacificarsi con
la Fraternità sacerdotale fondata dal Vescovo Monsignor Marcel Lefebvre? Un
caso o tutto rientra nelle loro conoscenze su ciò che la Madonna disse a
Fatima?
Le risposte a tali quesiti e, nel contempo, al panorama disastroso di
questa dolorosa vigilia del centenario delle apparizioni, sono nel terzo
segreto di Fatima: la chiave per aprire la porta della reviviscenza della
Chiesa.
Nessun commento:
Posta un commento