Già qualche anno fa, sul noto blog MiL - Messa in
latino, il dotto sacerdote don Alfredo Morselli ricostruiva, da un punto di
vista storiografico, le origini della devozione mariana nel mese di maggio, il
quale rammentava che i primi scritti devozionali su tale mese dell’anno risalissero
al XV sec. e che «il primo fondatore del mese di
maggio propriamente mariano» fosse S. Filippo Neri (cfr. don
Alfredo Morselli, Il mese di maggio, il mese
di Maria, in blog MiL, Messa in latino, 3.5.2013).
Oggi abbiamo questo contributo di Cristina Siccardi,
che rilanciamo nella festa dell’Apparizione di san Michele Arcangelo sul Monte
Gargano e della Madonna del Rosario di Pompei (di cui quest’oggi si celebra la
Supplica).
Alla più dolce delle mamme, salga dunque una preghiera per tutte le mamme cristiane della terra e per le anime delle mamme entrate nell'eternità.
Alla più dolce delle mamme, salga dunque una preghiera per tutte le mamme cristiane della terra e per le anime delle mamme entrate nell'eternità.
Alonso de Zamora, Apparizione di S. Michele sul Monte Gargano, XV sec., Galleria Bernat, Barcellona |
Epigrafe al di sopra dell'ingresso, Santuario di S. Michele, Monte Sant'Angelo |
Andrea Sansovino, S. Michele, 1507, Santuario di S. Michele, Monte Sant'Angelo |
Prodigiosa icona della Madonna del Rosario, Santuario della Madonna del Rosario, Pompei |
Le ragioni della devozione a Maria nel mese di maggio
di Cristina Siccardi
Perché è stato scelto proprio il mese di maggio per esercitare una
devozione particolare verso Maria Santissima? «La prima ragione»,
risponde il Beato Cardinale John Henry Newman (1801- 1890) «è che in questo mese la terra esplode con tutte le sue foglie
novelle e il verde delle sue erbe, dopo il crudo gelo e la neve dell’inverno,
dopo la rigida atmosfera e il vento selvaggio e le piogge dell’incipiente primavera.
Maggio, perché gli alberi sono in boccio e i giardini si vestono di fiori.
Maggio, perché le sue giornate si fanno più lunghe, il sole sorge prima e
tramonta più tardi. Tutta questa felicità e gaiezza della natura al di fuori di
noi accompagna convenientemente la nostra devozione verso colei che è la Rosa
mystica e la Domus aurea» (Meditazioni e preghiere, Jaca Book, Milano 2002, p.
129).
Maggio è, fra tutti i mesi dell’anno liturgico della Chiesa, il più festoso
e radioso: appartiene al tempo della promessa adempiuta, ossia ai 50 giorni
della Santa Pasqua. Il Salvatore ha trionfato sul peccato e la morte e ha
aperto il Paradiso a tutti coloro che si convertono nella sua Verità. In maggio
cadono non di rado le feste della Santissima Trinità e del Corpus Domini. In maggio si festeggia Sant’Atanasio,
l’indomito assertore della Fede nella divinità di Cristo, negata dagli Ariani,
che spadroneggiarono nella Chiesa per più di due secoli.
La Madonna stessa, per volere divino, ha scelto maggio per dare inizio alle
sue apparizioni a Fatima, i cui messaggi hanno una rilevanza decisiva per le
sorti della Chiesa e del mondo. Il 24 maggio è la festa di Maria Ausiliatrice,
che trionfa su tutte le eresie.
Il Papa mariano e domenicano San Pio V (1566-1572) affidò a Lei le armate e
i destini dell’Occidente e della Cristianità tutta, minacciati dall’Islam. Il
Papa istituì, per la gloriosa vittoria di Lepanto (1571) contro le flotte
turche dei musulmani, la festa del Santo Rosario. Il grido di gioia del popolo
cristiano si perpetuò in questa invocazione: Maria Auxilium Christianorum!
Il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della
battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: «Né potenza, né armi, né
condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario» e
così a fianco agli antichi titoli di Consolatrix afflictorum (Consolatrice
degli afflitti) e Refugium peccatorum (Rifugio
dei peccatori), si aggiunse anche questo. Nel XIX secolo due santi ravvivarono
la devozione per la Madonna del Rosario e Maria Ausiliatrice: il Beato Bartolo
Longo a Pompei e San Giovanni Bosco a Torino, alla quale si rivolgeva per ogni
necessità e quando le cose si complicavano e andavano per le lunghe, le
chiedeva familiarmente: «E allora incominciamo a fare
qualcosa?». Maria Ausiliatrice mai lo deluse.
Maria Santissima è la figlia prediletta di Dio, la creatura a lui più cara
e più vicina. «Era giusto perciò», dice Newman, «che fosse suo questo mese, nel quale glorifichiamo e ci rallegriamo
della grande Provvidenza divina verso di noi, della nostra redenzione e
santificazione in Dio Padre, in Dio Figlio e in Dio Spirito Santo» (Ivi, p. 131). Ma La Vergine non è soltanto l’Ancella
più benvoluta dal Signore, Ella è Madre di Suo Figlio, è Regina di tutti i
Santi, è Madre della Chiesa. Ella è, come enunciano le litanie lauretane, Stella matutina e Rosa
mystica. Ella appartiene al Cielo, ma è accanto agli uomini, come la
rosa sulla terra. Grazia e profumo nella rosa sbocciata; luminosità e in
infinitudine nella stella, e quando suo Figlio verrà a giudicare il mondo, Ella
sarà ancora pura e perfetta come quando venne concepita.
«Dopo la caduta di Adamo tutti gli uomini, suoi discendenti, sono
concepiti e generati nel peccato. “Ecco”, esclama l’autore ispirato del salmo
Miserere “ecco malvagio sono nato, peccatore mi ha concepito mia madre” (Sal
51, 7). Quel peccato che appartiene a ognuno di noi, ed è nostro fin dal primo
momento dell’esistenza, è il peccato di incredulità e di disobbedienza, con il
quale Adamo perse il Paradiso. Noi, come figli di Adamo, siamo suoi eredi nelle
conseguenze della sua colpa, e abbiamo perduto quell’ornamento di grazia e di
santità, che egli aveva ricevuto dal Creatore. Tutti siamo concepiti in questo
stato di perdita e di privazione (…) Colui che fu generato dall’eternità, volle
salvare e redimere, nel tempo, il genere umano; e la redenzione di Maria fu
determinata in quella speciale maniera che noi chiamiamo “immacolata
Concezione”. Fu decretato non che fosse purificata dal peccato, ma che ne fosse
preservata fin dal primo istante della sua esistenza, cosicché Satana non
avesse parte alcuna in lei» (Ivi, pp. 134-135).
La Misericordia di Dio è proporzionata al Miserere dell’uomo: il pentimento è condizione
imprescindibile per ottenere misericordia dall’Onnipotente. Il Salmo 51, dove si
evincono i desiderata del Signore e il modo
reale e autentico per ottenere da Lui misericordia, dovrebbe essere affisso a
tutte le porte delle chiese in questo anno giubilare: «Miserère mei, Deus, secùndum magnam misericòrdiam
tuam. Et secùndum multitùdinem miseratiònum tuàrum, dele iniquitàtem
meam. Àmplius lava me ab iniquitàte mea, et a peccàto meo munda me». L’amabilità della Madonna è pari al suo candore. La
sua tenerezza è pari alla sua sublime misura di maternità. Maria è stella del
mattino perché annuncia il Sole: non brilla di luce propria, per se stessa, ma
in lei splende il riflesso del suo e nostro Redentore, che Lei annuncia e
glorifica.
«Quando ella appare nelle tenebre, noi sappiamo che anch’egli è
vicino» (Ivi, p. 173). Nelle tenebre del
1917 apparve e rivelò gli accadimenti prossimi e futuri. Papi e uomini non
hanno ancora compiuto ciò che Ella domandò, ecco che Cristo, che darà il premio
a ciascuno secondo le opere compiute, rimane ancora nascosto nelle beate anime
oranti, disposte al sacrificio e che, con l’innocenza che rapisce la sopranatura,
chiedono a Sua Madre, con perseveranza, umiltà e filialità: «E allora incominciamo a fare qualcosa?». In questo
nostro tempo di lotta feroce fra bene e male, Cristo sta preparando la vittoria
della Chiesa sul mondo, accostumatosi al suo principe.
Nessun commento:
Posta un commento