La festa
di quest’antico monaco anglosassone fu introdotta nel calendario della Chiesa
universale da Leone XIII, dopo che la Sacra Congregazione dei Riti gli aveva
riconosciuto questo titolo di dottore che, da lunghi secoli, gli avevano
conferito i suffragi universali dei fedeli. Questa venerazione per Beda era
cominciata di già a manifestarsi quand’era vivente, così che, all’epoca della
lettura pubblica delle sue opere, i suoi contemporanei, non potendo
attribuirgli ancora il titolo di santo, lo chiamavano venerabilis
presbyter, ed è sotto questo titolo che Beda è passato alla posterità.
Ad una
scienza davvero enciclopedica, Beda unì le più splendenti virtù del monaco
benedettino, facendo alternare nella sua vita la preghiera e lo studio. Ora
et labora. Ebbe numerosi discepoli e lasciò tanti scritti che, durante
l’alto Medioevo, costituirono per così dire tutta la biblioteca ecclesiastica
degli Anglosassoni. La vasta erudizione di questo monaco ricorda di un certo
modo quella del san Girolamo a cui somiglia un po’. San Bonifacio, l’apostolo
della Germania, salutò san Beda come la luce della Chiesa, ed il II Concilio di
Aquisgrana, nell’836, gli diede il titolo di doctor
admirabilis, dottore ammirabile («In fine praecedentis libelli nos promisisse meminimus, quod in hujus
exordio, prout Deus posse dedisset, ex sanctorum Patrum oraculis breviter
ostenderemus, quod templum Domini quod a Salomone aedificatum et dedicatum
Domino est, figura fuerit catholicae Ecclesiae per universum orbem diffusae; et
conditor illius Salomon rex personam gesserit Christi, quod quidem nos Domino
favente adimplere conamur. Salva quippe super hac re caeterorum sanctorum
eximiorum Patrum expositione, quorum dicta in subsequentibus ponenda sunt; quid
venerabilis et modernis temporibus doctor admirabilis Beda presbyter de saepe
memorato templo in Expositione Evangelii Joannis sentiat, videamus»; «… il venerabile e meraviglioso dottore dei
nostri tempi Beda presbitero»: Conc. Aquisgran., II, praefatione
libri III, in Mansi, vol. XIV, p. 726).
Beda morì
in età molto avanzata, il 26 maggio 735, e la sua ultima preghiera fu
l’antifona dell’ufficio, dell’Ascensione: O Rex gloriae, qui triumphator hodie super omnes caelos ascendisti, ne
derelinquas nos orphanos, sed mitte promissum Patris in nos Spiritum veritatis. Al
momento di spirare, intonò il Gloria Patri.
Il
collegio ecclesiastico inglese di Roma è dedicato, dai tempi di Leone XIII,
alla memoria di san Beda il Venerabile (Pontifical Beda College) istituito dal
beato Pio IX nel 1852.
La messa è
del Comune dei Dottori, come il 29 gennaio, salvo la prima colletta che è
propria.
Di san
Beda il Venerabile attestano gli storici: Numquam torpebat otio, numquam a studio cessabat; semper legit, semper
scripsit, semper docuit, semper oravit, sciens quod amator scientiae salutaris
vitia carnis facile superaret. Quale lezione per la nostra
sensualità che si nutre proprio nell’ozio e nella frivolezza!
Bartolomé Román, S. Beda il Venerabile, Museo del Prado, Madrid |
Ambito veneto, Madonna con Bambino tra S. Beda ed altri Santi, XVIII sec., Diocesi di Adria-Rovigo |
James Doyle Penrose, Il Venerabile Beda traduce il Vangelo di S. Giovanni (L'ultimo capitolo), 1902, Royal Accademy, Londra |
Morte di S. Beda |
Sepolto in Jarrow nel 735 nel Monastero di S. Paolo, fu trasferito, intorno al 1022, a Durham, allorchè le ossa furono segretamente rimosse dal monaco Elfrido. Di qui, nel 1370, le sue ossa furono collocate nella splendida Cappella del Galileo, nella Cattedrale di Durham. La tomba fu distrutta, durante l’orda vandalica della Riforma, nel 1540. In quell’occasione, le ossa furono interrate. Nel 1831, furono esumate ed esaminate e collocate in una cassa, che fu collocata in una tomba nuova. Per maggiori informazioni, v. QUI |
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