martedì 28 giugno 2016

“Uscite da essa [Babilonia], o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi” (Apoc. XVIII, 4). Sulla Brexit, il punto di vista cattolico

Il 23 giugno scorso è stata davvero una data memorabile. Consultato il popolo inglese sulla permanenza nell’Unione Europea, questo ha detto chiaramente, a larga maggioranza, di non volerne più far parte. Deo gratias.
Il popolo si è voluto esprimere in maniera chiara, contro ogni previsione della vigilia, che dava il fronte a favore dell’Unione in netto vantaggio soprattutto dopo l’uccisione, da parte di un esaltato (sebbene ci siano alcuni profili oscuri su questa morte) della deputata laburista Jo Cox.
Il popolo ha rifiutato un’Unione delle lobbies a scapito dei popoli.
Quale dev’essere la posizione cattolica al riguardo?
Non può dirsi questa rappresentata da alcuni “alfieri” dell’Unione, le cui dichiarazioni sono state riportate, con enfasi, da alcuni organi di stampa. Se si guarda a fondo, questi personaggi son tutto fuorché cattolici e, dunque, incapaci di esprimere un punto di vista cattolico.
Tanto per citare alcuni di questi “alfieri”:
- Timothy Radcliffe, definito da taluno “una delle figure cattoliche più eminenti del Regno Unito” è un “domenicano” dalle notorie posizioni eterodosse o, comunque, volendo essere benevoli, "eccentriche" rispetto al depositum fidei, soprattutto in campo etico. In una recente occasione aveva affermato persino che «the homosexual activity can be expressive of Christ’s self gift» (vPete Baklinski, Eucharistic Congress speaker claims Catholics too focused on what homosexuals are ‘doing in bed’, in Lifesitenews, Jan 28, 2016. Per un riferimento alle opere del suddetto personaggio si rinvia qui) … ;
- l’arcivescovo “cattolico”, cardinal (si fa per dire …) Nichols, anche lui contrario alla Brexit, ha manifestato posizioni in materia di etica talora non molto dissimili da quelle del “domenicano” ora ricordato (vNick Donnelly, Cardinal Nichols, the Synod and the Gay Agenda, in Catholic Voice, Sept. 18, 2015);
- e che dire del quotidiano “Avvenire”? Il giornalista Andrea Lavazza si è espresso decisamente a favore delle ben note lobbies … (Per questo ed i precedenti riferimenti, v. Aleteia, 24.6.2016).
Ma simili “alfieri”, che hanno il giudizio morale compromesso dall'ideologia del mondo, possono esprimere una serena valutazione cattolica sul punto??? Se hanno un giudizio compromesso, chi ci assicura che possano offrire un punto di vista cattolico anche su questo tema????
Il dubbio è più che legittimo ed il cattolico, allora, quale metro di giudizio dovrà adoperare?
Semplice: la regola aurea dell’albero e dei frutti. Orbene, basti vedere quali sono i frutti di questa Unione Europea, retta da sentimenti chiaramente anticristiani, e che agisce etsi Deus non daretur. Ed infatti, questi frutti mefitici quali sono? La promozione delle unioni omosessuali e di tutto ciò che è riprovevole moralmente (aborto ed eutanasia in primis), l’avvilimento ed annientamento della cultura religiosa e dell’identità dei popoli, la realizzazione del completo dominio ed asservimento economico dei popoli europei, l’attenzione a tutto ciò che è anti-umano o non-umano (ha fatto discutere, infatti, la recente proposta al Parlamento europeo di riconoscere la “personalità elettronica” ai robot: cfr. Anne Dolhein, Al Parlamento europeo si discute per riconoscere la “personalità elettronica” dei robot, in Il Timone, 28.6.2016) ecc.
Se l’Unione ha dimenticato Dio, ha dimenticato anche l’uomo, guardando ad esso come ingranaggio di un meccano e non come essere umano, dotato di un’anima da salvare. E per non far percepire la riduzione degli individui in una sostanziale schiavitù, l’ha occultata sotto una coltre di “diritti”, asseritamente umani, ma che in verità sono espressione delle sue passioni più disordinate. Per un cattolico vale sempre il principio: «In qualsiasi tipo di Stato i principi devono soprattutto tener fisso lo sguardo a Dio, sommo reggitore del mondo, e proporsi Lui quale modello e norma nel governo della comunità». Questo lo diceva quel “medievale”,  nostalgico ed utopista di Leone XIII nell’enciclica Immortale Dei. E se ciò vale per gli Stati, varrà anche, a maggior ragione, per le aggregazioni di Stati di cui l’U.E. ne è un tipo.
Per cui, per il cattolico, non riscontrando in quest’Unione alcun elemento cristiano o di fondamento in Dio, vale l’invito dell’Apocalisse: «Uscite da Babilonia, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi, perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità» (Apoc. XVIII, 4-5).
In assenza di qualsiasi fondamento in Dio, alcun edificio, in fondo, può reggersi a lungo, memori dell’insegnamento della Scrittura: «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode» (Sal. 127 (126), 1).

Vittoria di un giorno di libertà


Non si tratta di fare gli euforici, né di immaginare che da oggi cambia tutto immediatamente, né di fare del sensazionalismo. Anzi, chi scrive sa bene che molti, pur ostili alla UE, troveranno le più svariate motivazioni per non esultare, anzi, per mettere in guardia. Alcune saranno anche giuste, altre solo in parte, altre del tutto insensate o fuorvianti.
Chi scrive sa bene che non sta tornando Carlo Magno…. Né può approvare esultanti quanto ridicoli commenti di futura restaurazione della civiltà cristiana… (figuriamoci…). E condivide pure in parte il fatto che le forze della dissoluzione sapranno comunque trarre vantaggio anche da una sconfitta.
Eppure… è fuori discussione che i signori camerieri di Bruxelles, quelli mai votati da nessuno e agli ordini di qualcuno che nessuno conosce, come le comparse note al grande pubblico (da Schult, Napolitano e Monti in giù),  abbiano ricevuto una sventola fenomenale in faccia.
È fuor di dubbio che oggi è accaduto un evento democratico – e lo dice uno che non è certo un assertore della democrazia moderna –, nel senso che è stata punita con libero voto del popolo una oligarchia antidemocratica mai votata da nessuno.
Quel che è certo, è che finalmente un popolo che ha potuto esprimersi liberamente e non solo ha condannato la UE, ma, come ammesso da tutti, ha condannato anzitutto l’immigrazionanismo (sebbene proprio in Gran Bretagna questo non sia prodotto dalla UE, come per esempio da noi… Ma di cui comunque la UE è simbolo anche quando non ne è causa diretta).
Quel che è certo, è che ora il vento della libertà e della ribellione dei popoli europei soffia un po’ più forte di prima, e tutto il mondo sinarchico e mondialista non potrà non tenerne conto.
Quel che è certo è che ora si presenta una grande occasione per risvegliare le coscienze assopite, e poniamo la nostra speranza in questo risveglio non nel popolo più assopito e stupido, ovvero il nostro, ma nei francesi, negli austriaci, nei danesi, nei popoli slavi, perfino nei tedeschi. Poi, i belli addormentati nel bosco della schiavitù economica e politica (ovvero noi), potrebbero anche svegliarsi. Ora, si comincia.
Anche dal punto di vista della fondamentale lotta antigender e profamily, si tratta di un’importante vittoria indiretta. Chi ha perso oggi sono gli stessi che comandano e conducono la distruzione della famiglia, dei bambini, dell’ordine naturale.
Stamane presto, ai primi commenti televisivi, un docente universitario di economia commentava: “Basta parlare di finanza, bisogna tornare agli ideali fondanti del 1957: pace, democrazia e valori”. Appunto: quali valori? Quelli proclamati a Nizza nel 2001, che distruggono ogni ordine naturale per la costruzione dell’”uomo nuovo” e la distruzione della famiglia e dell’essere umano? O i valori cristiani di sempre, radice, fusto, foglie e frutti dell’albero della civiltà europea? Ecco un’altra sfida per tutti noi e anche in questo la giornata di oggi può essere di importanza capitale.
Non per niente, a parlare è la stizza incontenibile di Napolitano, Monti e gentaglia come Saviano, la paura dei democristiani usuali, il timore silenzioso della Merkel e di Hollande, così come l’entusiasmo dei popoli.
Si parla ora di Frexit. Quasi sicuramente non permetteranno altri referendum (come appunto auspicato da Napolitano e Monti, portavoci del Sauron bruxellese), ma se dovessero farlo, e lo facessero in Francia, il pericolo del collasso definitivo della UE diverrebbe concretissimo. Affidiamoci a Dio, che può sconvolgere i piani umani in un istante e rovesciare il corso della storia quando vuole.

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