Questo culto venne trasportato a Roma dall’Oriente,
dove l’«Uomo di Dio», o Mar-Risà (o Mar Riscia), - così
infatti lo chiamano i Siriaci - ha riscosso larga venerazione. I suoi atti
sono assai dubbi; quanto poi si riferisce alla dimora di sant’Alessio in Roma,
sembra effetto d’un adattamento locale della leggenda, importata dalla Siria in
riva al Tevere e localizzata poi sul colle Aventino da quel tal metropolita Sergio
di Damasco, che, fuggito dalle persecuzioni degli arabi, vi si installò col
permesso di Benedetto VII nel 977 e vi fondò un monastero greco-latino (Cfr. Mariano Armellini,
Le chiese di Roma dal
secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp.
585-587; Ch. Huelsen,
Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze
1927, pp.
171-172. Quest’ultimo A. ricorda che «i monaci basiliani ch' erano con lui
[cioè il metropolita greco Sergio, ndr.] diedero alla contrada il nome di
Blachernae, dall' omonima di Costantinopoli»: ibidem, p. 172), i cui monaci erano parte benedettini latini, e
parte basiliani greci (così Mariano Armellini,
op. cit., p.
586).
Il fenomeno d’una vita nascosta, penitente e
pellegrina, abbracciata spontaneamente per amore di Cristo, non è nuovo né raro
nei fasti della Chiesa. Tra sette-ottocento, san Benedetto Giuseppe Labre
riprodusse in Roma la stessa vita eroica descritta negli atti di san Giovanni
Calibita e di sant’Alessio – sebbene questi siano due personaggi fra loro
distinti.
L’uomo di Dio, secondo la primitiva narrazione
Siriaca che sembra posteriore di appena mezzo secolo agli avvenimenti, visse in
Edessa (l’attuale Şanlıurfa), sotto il vescovo Rabbula (412-435). La sua
santità venne riconosciuta solo dopo morte, ma il suo culto si sparse subito
per l’Oriente Greco, che all’anonimo pellegrino diede, non sappiamo perché, il
nome di Alexis.
La sua storia venne cantata nel IX sec. da Giuseppe
l’innografo e, trasportata che fu a Roma sull’Aventino, trovò un panegirista
entusiasta in sant’Adalberto vescovo di Praga, apostolo dei Boemi, che fu
appunto monaco nel monastero aventinese di san Bonifacio, assieme ad altri
santi quali san Gaudenzio suo fratello, sant’Anastasio e san Bonifacio apostolo
dei Russi meridionali. Il monastero, per questo, fu chiamato dal Baronio domicilium
sanctorum (ibidem, p. 587).
Roma cristiana, oltre alla Basilica sull’Aventino annessa
al monastero che abbiamo ricordato (Basilica dei Santi Bonifacio ed Alessio
all’Aventino), ha dedicato al nostro santo una chiesa in zona Case Rosse,
sulla via Tiburtina. La chiesa, istituita come parrocchia nel 1982, è stata costruita
solo nel 2000.
I greci celebrano la festa di Alessio il 17 marzo: Ἀλεξίου τοῦ ἀνθρώπου τοῦ Θεού (Ο άγιος Αλέξιος, ο άνθρωπος του Θεού).
La messa è come quella dell’8 febbraio, eccetto le
due lezioni. Quella evangelica è tratta dalla festa degli Abati - il titolo: uomo
di Dio, presso i Siriaci, designa probabilmente la professione monastica
del santo mendicante – come il giorno 5 dicembre. L’epistola poi è derivata da
1 Tim. 6, 6-12: l’Apostolo vi discorre dei pericoli che trae dietro il possesso
delle ricchezze. Al pari d’un idropico sitibondo, più se ne hanno e più se ne
sente il bisogno d’averne in maggior copia. Non bastano mai, e ad accumularne
di più, si sacrifica talora l’onestà, l’amicizia, la salute corporale, e
finanche la religione e la salvezza dell’anima. Conclude quindi l’Apostolo, osservando
che l’intima radice d’ogni peccato è la cupidigia.
Ecco i motivi soprannaturali sui quali si fonda la
povertà evangelica che professano con voto i religiosi. Giusta l’osservazione
dell’Angelico, essi, mediante tale rinunzia, rimuovono efficacemente da sé
tutto quello che avrebbe potuto creare l’ostacolo per lo sviluppo della carità
e della grazia di Dio nell’anima loro.
I menei greci hanno i seguenti versi in onore dell’Uomo
di Dio:
Ἄνθρωπος ἐν γῇ τοῦ Θεοῦ κληθεὶς μόνος,
Ἕξεις τὶ καινὸν κἄν πόλῳ, Πάτερ μόνος.
Ἑβδομάτῃ δεκάτῃ, Ἀλέξιε, πότμον ἀνέτλης.
Tu solo portavi in terra il nomo di Uomo di Dio.
Anche in cielo tu solo, o Padre, hai conseguito un
nome nuovo.
Il
giorno decimo settimo ti arreca la morte, o Alessio.
Ritorno di S. Alessio a Roma, chiesa di Saint-Sulpice du Bugue, Dordogne |
S. Alessio, chiesa di Saint-Henri, Bourges |
S. Alessio, 1865, chiesa di Saint-Saturnin, Cusset |
Bonifacio Bembo, S. Alessio, 1463-70, Pinacoteca di Brera, Milano |
Pedro Núñez del Valle, Morte di S. Alessio, XVII sec. |
Ambito bergamasco, SS. Michele, Antonio da Padova ed Alessio, XVIII sec., museo diocesano, Bergamo |
José Juárez, S. Alessio, 1653, Museo Nacional de Arte, Città del Messico |
Francesco Guarino, Morte di S. Alessio, 1630-54, Museo di Capodimonte, Napoli |
Luca Giordano, Morte di S. Alessio, 1655-60, Museo di Capodimonte, Napoli |
Luca Giordano, Estasi di S. Alessio, 1661, Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, Napoli |
Luca Giordano, S. Alessio in estasi, XVIII sec., Aversa |
Andrea Bergondi, S. Alessio, XVIII sec., Basilica dei SS. Bonifacio ed Alessio all’Aventino, Roma |
Urna con le reliquie di S. Bonifacio di Tarso e S. Alessio, Altare maggiore, Basilica dei SS. Bonifacio ed Alessio all’Aventino, Roma |
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