Che l’esortazione Amoris laetitia fosse un
documento, che, sia nel suo insieme sia nelle singole parti, era gravemente
problematico, lo abbiamo detto e sottolineato sin dal principio. Peraltro da
ultimo segnalavamo, in tal senso, un interessante studio di don Alfredo
Morselli che si soffermava sul cap. VIII del documento. Indicavamo tuttavia
come profili problematici vi erano anche al di fuori di questo capitolo,
laddove si suggerivano agli sposi cristiani pratiche proprie della gnosi
orientale come il tantra, il kama-sutra, ecc. (v. qui). Lo
stesso don Morselli – questo ci confortava – validava questa nostra analisi,
condividendola al 100% (cfr. don Alfredo
Morselli, Amoris laetitia: “famolo strano”?, in blog MiL. Messa in latino, 2.7.2016).
Ora si ha notizia dell’individuazione di una serie di proposizioni
eretiche, che sono state censurate da teologi, filosofi e pastori d’anime.
Queste proposizioni sono state sottoposte al cardinale decano del sacro
collegio, card. Sodano, affinché intervenga per il ritiro del documento o per
la sua correzione.
Il portavoce del gruppo che ha censurato le
proposizioni ha affermato – per smorzare i toni – che non si accusa nessuno di
eresia, sebbene, tuttavia, vengano stigmatizzati gli errori contro la fede
contenuti nel documento. Per cui, parlare di errori contro la fede e non di
eresia, sa proprio di una questione solo di etichetta, che nulla toglie alla
sostanza delle cose.
Del resto, la vicenda ricorda molto quanto avveniva in
passato laddove università cattoliche e facoltà teologiche censuravano le proposizioni
di un’opera di un autore, bollandole come eretiche, senza che si rendesse
necessario l’intervento di un’autorità ecclesiastica specifica, che, se
interveniva, validava queste censure prendendone atto. Capitò ad es. ad Erasmo
da Rotterdam censurato dall’Università di Parigi, che era un’autorità teologica
indiscussa.
Che qualcosa del genere possa capitare pure oggi?
Critica alla Amoris laetitia di 45 teologi e
filosofi cattolici di tutto il mondo
di
Emmanuele Barbieri
Un gruppo di 45 teologi, filosofi e pastori di anime di diverse nazionalità
ha consegnato nei giorni scorsi al Cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro
Collegio, una forte critica dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia. Nelle prossime settimane il
documento, in diverse lingue, sarà fatto pervenire ai 218 Cardinali e ai
Patriarchi delle Chiese Orientali, chiedendo loro di intervenire presso Papa
Francesco per ritirare o correggere le proposizioni erronee del documento. La notizia è stata diffusa da Edward Pentin.
Nel descrivere l’esortazione come contenente “una serie di affermazioni che
possono essere comprese in un senso contrario alla fede e alla morale
cattoliche”, i firmatari hanno presentato insieme all’appello una
lista di censure teologiche applicabili al documento, specificando “la natura e
il grado degli errori che potrebbero essere imputati ad Amoris laetitia”.
Tra i 45 firmatari vi sono prelati cattolici, studiosi, professori, autori
e sacerdoti di varie università pontificie, seminari, collegi, istituti
teologici, ordini religiosi e diocesi di tutto il mondo. Essi hanno
chiesto al Collegio dei Cardinali che, nella loro veste di consiglieri
ufficiali del Papa, rivolgano al Santo Padre la richiesta di respingere “gli errori elencati nel documento, in maniera definitiva e finale
e di affermare con autorità che Amoris Lætitia non esige che alcuna di esse sia
creduta o considerata come possibilmente vera”.
“Non accusiamo il papa di eresia”, ha detto il portavoce
degli autori, “ma riteniamo che numerose proposizioni in Amoris lætitia possano essere interpretate come
eretiche sulla base di una semplice lettura del testo. Ulteriori affermazioni
ricadrebbero sotto altre censure teologiche precise, quali, fra l’altro, “scandalosa”,
“erronea nella fede” e “ambigua”".
Il Codice di Diritto Canonico del 1983 afferma che “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio
di cui godono, essi [i fedeli] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il
dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il
bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli” (CIC, can.
212 §3).
Il
documento di 13 pagine cita 19 passaggi dell’esortazione che sarebbero in
contrasto con le dottrine cattoliche. Queste dottrine includono la reale possibilità con la grazia di Dio di
ubbidire a tutti i comandamenti; il fatto che alcune specie di atti sono errati
in ogni circostanza; l’autorità maritale; la superiorità della verginità
consacrata sulla vita coniugale; la legittimità della pena capitale in
determinate circostanze. Il documento sostiene anche che l’esortazione
pontificia mina l’insegnamento della Chiesa secondo il quale i cattolici
divorziati e risposati che non s’impegnano a vivere in continenza non possono
essere ammessi ai sacramenti finché permangono in quello stato.
Secondo gli autori, la vaghezza o l’ambiguità di molte affermazioni della Amoris laetitia permettono
interpretazioni il cui significato naturale sembra essere contrario alla fede o
alla morale. Per questo, il portavoce ha dichiarato:
“È
nostra speranza che chiedendo al nostro Santo Padre una condanna definitiva di
quegli errori possiamo aiutare a dissipare la confusione che Amoris
laetitia ha già provocato tra i pastori e i fedeli laici. Tale confusione
infatti può essere efficacemente dissipata solo da un’affermazione esplicita di
autentico insegnamento cattolico da parte del Successore di Pietro”.
Le censure dei 45 teologi e filosofi non pretendono di elencare una lista
esaustiva degli errori contenuti nella Amoris laetitia ma di identificare
nel documento quelle che appaiono essere le peggiori minacce alla fede e morale
cattoliche.
L’iniziativa si presenta come la più importante vice critica fin qui
espressa nei confronti dell’Amoris laetitia, dopo la sua
promulgazione il 19 marzo 2016.
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