Questo santo martire– la
cui Passio ce lo presenta come uno dei medici Anargiri –, san Pantaleimone
o Pantaleone, che è stato oggetto in Oriente, fin dal IV sec., di un culto
popolarissimo, appartiene molto probabilmente alla Nicomedia.
Egli è festeggiato il 27
luglio presso i bizantini ed i siriaci ed il 13 luglio nel rito copto, che lo
onora sotto il nome di Batlan. Il martirologio geronimiano, in effetti, lo
menziona il 28, in accordo con certi antichi sinassari orientali. Presso i
Greci, Pantaleone ha anche il titolo di Pantaleemon, nome che, secondo gli Atti, gli fu imposto dal
Cristo, che gli promise che molti, mediante la sua intercessione, avrebbero
ottenuto misericordia.
A
Roma, dall’VIII sec., la Chiesa di Sant’Angelo in Peschiera conservava qualche reliquia di san Pantaleone (H. Mantechi, Basiliques et églises de Rome, Paris
1902, p. 424),
ma si dové attendere l’inizio del XII sec. per vedere il suo nome apparire nel
Martirologio di San Pietro e nel Passionario del Laterano. Questi due documenti
l’iscrivono al 27 luglio, come l’aveva fatto il calendario di Napoli. Nel corso dello stesso secolo, quattro chiese gli furono dedicate (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints
dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École
Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 263): San Pantalone fuori porta
Portense (cfr. Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo, Firenze
1927, p. 410),
San Pantaleone ad
fines o
iuxta flumen (cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal
secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 354; Ch. Huelsen, op. cit., pp. 410-411), San Pantaleo di Parione
o de preta Karoli (detta
anche San Pantaleo a Pasquino)
eretta nel rione Parione (cfr. Mariano Armellini, op.
cit., pp. 378-379; Ch. Huelsen, op. cit., p. 411), San Pantaleone ai Monti (o in tribus fornis) eretta nel rione
Monti, ai piedi dell’Esquilino (cfr. Mariano
Armellini, op. cit., pp. 143-146; Ch. Huelsen, op. cit., p. 412). Ciò spiega come la
commemorazione di questo medico taumaturgo sia entrata nel Messale.
A Ravello, presso
Amalfi, si conserva un’ampolla riempita del suo sangue, il quale in questo
giorno si liquefa e rimane così sino ai secondi vespri dell’indomani. Talvolta,
il miracolo si verificò anche in delle circostanze straordinarie, come quella
dell’arrivo del cardinale Domenico Bartolini, prefetto della Sacra
Congregazione dei Riti sotto Leone XIII. Il sapiente cardinale si era recato a
Ravello con un spirito un poco scettico, attribuendo il prodigio all’autosuggestione
degli abitanti. Ma il martire volle rivelare la sua fede debole e rinnovò il
miracolo sotto i suoi occhi.
Si fa spesso questione
del sangue di san Pantaleone negli antichi documenti greci. I versi seguenti
dei Menelogi ne fanno anch’essi menzione:
Γαλακτόμικτον, Μάρτυς, αἷμα σῆς κάρας,
Δι’ ἣν ὑδατόμικτον ὁ Χριστὸς χέει.
Φάσγανον ἑβδομάτῃ λάχεν εἰκάδι Παντελεήμων
L’acqua ed il latte sgorgano del collo del martire
per il quale un tempo il Cristo sparse il sangue e l’acqua.
Il XXVII giorno segnò la morte di Panteleemon.
La messa Lætábitur è dal Comune, come il
29 novembre, per san Saturnino.
Bene a proposito la
Chiesa implora dall’Anargiro medico anche la salute corporale come fa
nella preghiera colletta, perché questa ben spesso è la condizione più
favorevole per poter operare molto per la gloria di Dio. È con questa retta
intenzione che possiamo desiderare anche la sanità e la lunga vita, usandoci
quegli opportuni riguardi che si ritengono necessari per conservare le forze: «Nos
qui vivimus, benedicimus Domino» (Ps. 113, 26 - Sal. 115, 18).
Rimarchevole è la secreta, di stile assai coinciso, in cui la parola devotio indica semplicemente il Sacrificio eucaristico. La parola devotio in latino dice molto più che devozione in italiano o dévotion in francese, poiché indica una consacrazione irrevocabile e totale alla Divinità. Equivale dunque a sacrificium.
Rimarchevole è la secreta, di stile assai coinciso, in cui la parola devotio indica semplicemente il Sacrificio eucaristico. La parola devotio in latino dice molto più che devozione in italiano o dévotion in francese, poiché indica una consacrazione irrevocabile e totale alla Divinità. Equivale dunque a sacrificium.
Paolo Veronese, Miracolo di S. Pantaleone, 1587-88, San Pantalon, Venezia |
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