Fu il papa
Urbano VIII che, nel 1625, iscrisse questa attraente figura di regina († 4
luglio 1336), vero angelo di
pace, nel catalogo dei santi, ed introdusse la sua festa nel Calendario
romano, fissandola al 4 luglio come semidoppia ad libitum. Nel 1722, semidoppia di precetto, ma trasferita all’8 luglio
dopo l’Ottava dei santi Apostoli. La
messa è dal comune come per santa Francesca Romana il 9 marzo.
Tuttavia
la prima colletta è propria e si riferisce alla grazia speciale attribuita alla
Santa, di riportare i popoli ed i principi alla concordia, all’epoca in lotta
tra loro. Si sa difatti che la gioia provata in occasione della nascita di
Elisabetta determinò, alla corte aragonese, la riconciliazione di suo padre e
del suo avo; gli storici notano anche che la morte sorprese la buona regina
durante un viaggio intrapreso per ristabilire la pace tra suo figlio e suo
genero.
La pace è
l’armonia nell’ordine: per questo non si può avere la pace che nella giusta
soggezione dell’uomo a Dio, della carne allo spirito e del temporale
all’eterno. Quest’armonia nell’ordine è la grazia stessa di Gesù Cristo, che,
dopo aver distrutto il peccato, ci riunisce a Dio ut sint unum, come Lui e suo Padre sono un’identica essenza.
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Francisco de Zurbarán, S. Elisabetta d'Ungheria, 1635, Museo del Prado |
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Ambito lombardo, S. Elisabetta del Portogallo, XVII sec., museo diocesano, Como |
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Giacomo Cotta, S. Elisabetta del Portogallo, 1675-1699, museo diocesano, Bergamo |
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José Gil de Castro, S. Elisabetta d'Ungheria, 1820, Museo de Arte Colonial de San Francisco, Santiago del Cile |
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Michelangelo Pittatore, S. Elisabetta del Portogallo in gloria, 1860-70, museo diocesano, Asti |
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Manuel Pereira, S. Elisabetta del Portogallo. 1625 circa, Monasterio de las Descalzas Reales, Madrid |
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