In questo giorno ricevette l’incorruttibile corona di gloria San Massimiliano Maria Kolbe.
Egli, francescano conventuale di origine polacca, che aveva studiato a Roma, e fondatore della Milizia dell’Immacolata, internato durante l’ultima guerra nel campo di concentramento di Auschwitz col numero 16670, si offrì di sostituire un padre di famiglia, Francesco Gajowniczek, che era stato condannato a morte, assieme ad altri nove internati, secondo le dure leggi del campo, perché un prigioniero era fuggito.
Rinchiuso nel bunker della morte assieme agli altri, privi di abiti, dove si moriva di fame e di sete, dopo 14 giorni non tutti erano morti, rimanevano solo quattro ancora in vita, fra cui padre Massimiliano. Le SS decisero, allora, giacché la cosa andava troppo per le lunghe, di abbreviare la loro fine con una iniezione di acido fenico. Il francescano martire volontario, tese il braccio, con grande calma. All'ufficiale medico nazista che gli fece l'iniezione mortale nel braccio, Padre Kolbe disse: «Lei non ha capito nulla della vita...» e mentre l'ufficiale lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «...l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!». Le sue ultime parole furono: «Ave Maria». Era il 14 agosto 1941. Il giorno seguente il suo corpo fu cremato e le ceneri disperse.
Le sue ceneri si mescolarono insieme a quelle di tanti altri condannati, nel forno crematorio; così finiva la vita terrena di una delle più belle figure del francescanesimo della Chiesa polacca.
San Massimiliano Maria Kolbe si decise a fondare la Milizia dell’Immacolata dopo un episodio decisivo della propria vita.
Egli, giovane seminarista francescano, rimase, mentre era a Roma per gli studi filosofici e teologici (1912-1919), profondamente colpito dalle manifestazioni massoniche antipapali che si spingevano sino al Vaticano.
Lì, infatti, assisté ad una processione di anticlericali-massoni che andavano a celebrare Giordano Bruno in Campo dei Fiori (il cui monumento di Ettore Ferrari era stato inaugurato tristemente qualche decennio prima, nel 1889), inalberando uno stendardo nero su cui Lucifero schiacciava S. Michele Arcangelo. In piazza S. Pietro erano distribuiti volantini in cui si leggeva che “Satana deve regnare in Vaticano e il Papa dovrà fargli da servo”.
Per questo, dinanzi al dilagare del Male nella Città Eterna, fondò, il 16 ottobre 1917, con altri sei seminaristi (Padre Giuseppe Pal, rumeno, Padre Quirico Pignalberi, della provincia di Roma, Padre Antonio Glowinski, rumeno, Frate Antonio Mansi e Frate Enrico Granata, entrambi della provincia di Napoli, Frate Girolamo Biasi, della provincia di Padova), un’associazione a cui diede un nome da battaglia e cavalleresca, chiamandola Milizia dell’Immacolata (v. qui).
Nel gennaio 1922, la Milizia venne approvata come “Pia Unione della Milizia di Maria Immacolata” dal Cardinale Domenico Basilio Pompili, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Roma. Quello stesso Cardinale lo ordinò sacerdote il 28 aprile 1918.
Una volta ritornato nella sua Polonia, fondò, a 40 Km da Varsavia, Niepokalanow, cioè la Città dell’Immacolata, che raccolse sino ad oltre 750 religiosi, di varie estrazioni sociali, tutte persone devote di Maria Immacolata. Nel 1930 fondò, poi, in Giappone, su quel modello, Mugenzai-No-Sono (il “Giardino dell’Immacolata”). Questa “piccola città” fu risparmiata dall’esplosione atomica che colpì Nagasaki nel 1945.
Tutto questo in onore della Vergine Maria, verso cui i francescani nutrivano una particolare devozione (San Bonaventura da Bagnoregio, nella Vita Maggiore di S. Francesco, racconta come il Serafico Padre avesse una devozione peculiare per Maria, avendo, per suo merito, reso Gesù nostro fratello; una devozione di gratitudine, dunque), venerata anche come la celeste Patrona dell’intero Ordine Francescano.
Il carisma di P. Massimiliano ispirerà l'opera dell'ordine, nel suo ramo maschile e femminile, dei Francescani dell'Immacolata, oggi incomprensibilmente censurati dalle autorità ecclesiastiche.
Il carisma di P. Massimiliano ispirerà l'opera dell'ordine, nel suo ramo maschile e femminile, dei Francescani dell'Immacolata, oggi incomprensibilmente censurati dalle autorità ecclesiastiche.
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